Fino a Londra

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Sirius fissava il proprio riflesso nello specchio del bagno.

Era una mattina tranquilla, un sole opaco filtrava attraverso le finestre da poco ripulire della antica casa dei Black.

Sirius non si alzava così presto di solito, ma quel giorno nel pomeriggio avrebbero avuto una riunione dell'Ordine, in quella casa. Sirius Black non era quasi riuscito a chiudere occhio.

Se doveva confessare a Silente di aver trasgredito i suoi ordini... e a giudicare da come si stavano mettendo le cose ultimamente, non aveva scelta... non voleva farlo davanti a tutti gli altri, meno che mai davanti a Snape.

Avrebbe bloccato Silente da solo prima della riunione, ed avrebbe parlato... in qualche modo.

Sirius vide l'espressione determinata sui tratti regolari dell'uomo riflesso nello specchio del bagno. Doveva farsi la barba, i suoi capelli scuri ricadevano lisci e puliti fino alle spalle. Colse un luccichio strano in quegli occhi scuri, i pensieri vorticavano dietro la sua fronte. Paura. Odiava ammetterlo a se' stesso ma aveva paura.


* * *


"Non so che come tu abbia avuto questa informazione, Sirius... ma ne terrò conto. Oh si, direi che questo conferma le nostre maggiori paure, purtroppo."

Silente la stava prendendo sorprendentemente bene. Sirius lo aveva avvicinato mentre Molly preparava la cena, approfittando del chiacchiericcio degli altri membri per tirarlo da parte, lontano da orecchie indiscrete.

Non aveva fatto parola delle sue scorribande notturne, ne' di Lucius. Ma aveva espresso quanto Lucius gli aveva riferito con voce ferma, e sguardo che sperò il più possibile deciso sul volto dell'anziano Preside.

Non era molto naturalmente... non c'erano dettagli, ma Sirius si era limitato al succo. Recuperare, prendere, missione,  lavoretto da sbrigare.

Silente lo trafisse con lo sguardo azzurro, e Sirius si sentì torcere le visceri.

Lo sguardo del Preside indugiò un secondo di troppo sul volto pallido e teso di Sirius Black, abbastanza da rischiare di fargli perdere il controllo... poi Silente si voltò, e disse nel suo tono più pacato ed amabile: "Terrò conto di quanto mi hai detto e dirò a quelli che sono di guardia il mese prossimo di rafforzare la sorveglianza, Sirius. Se le mie supposizioni si rivelano esatte, questo mi fa pensare che dovremmo concentraci  su un solo punto  d'ora in avanti."

Poi, con un cenno di saluto, Albus Silente raggiunse la porta del numero dodici di Grimmauld Place.


* * *

"Come sarebbe a dire, é volato fino a Londra?!"

Sirius deglutì. Si sentiva gli occhi pulsare nelle orbite, si stava imponendo di ascoltare Tonks, ma la sua gola era un tappeto polveroso, e il panico stava salendo.

Harry era voltato fino a Londra perché pensava che lui, Sirius fosse tenuto prigioniero da qualche parte nel Ministero della Magia.

"Avverti Remus, chiamalo! Chiama tutti gli altri, non c'è un momento da perdere!"

Mai Sirius fu più felice di vederli, tutti quanti, e mai in vita sua era stato più terrorizzato.

Harry era caduto in trappola.

Harry era caduto dritto nelle grinfie dei Mangiamorte, e di Voldemort.

Non c'era un momento da perdere, non c'era neppure tempo di aspettare la risposta di Silente, dovevano andare,  subito.

Malfoy. Licisca. Spregevole.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora