Parte III

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Percepì il corpo di Regulus muoversi prima che il materasso si abbassasse. Adelyn si sforzò per non afferrarlo, senza lasciarlo più andare.

"Vedo che sei sveglia", sussurrò lui nell'oscurità. Lei rimase in silenzio: non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime se avesse pronunciato un solo suono. "Adelyn."

Regulus le accarezzò le spalle dolcemente, i pollici premettero sulla sua pelle. Adelyn si voltò, cercando di guardarlo bene e a lungo nelle tetre ore del primo mattino.

"Fa' attenzione, Regulus" mormorò, sporgendosi per baciarlo. "Torna da me".

"Lo giuro sul mio onore", rispose lui, mordicchiandole il labbro inferiore. Il bacio si intensificò, mentre lei si abbeverava del suo sapore, della sensazione delle sue labbra: nient'altro era casa come questo. "Sii prudente. Prometti che farai attenzione".

"Ci ricorderò sempre così. Insieme" disse lei e Regulus annuì. Adelyn era sull'orlo delle lacrime, un terrore profondo la attanagliava anche se lui era ancora lì. Lasciarlo andare sembrava impossibile.

Un letto è sempre freddo quando qualcuno lo abbandona.

Adelyn si svegliò sola, una macchia oscura, fredda le premeva sul cuore. Si alzò lentamente, i raggi del sole attraversarono la finestra, come ogni mattina, ma percepiva qualcosa di terribilmente strano.

Si vestì in fretta, decidendo di distrarsi con un libro accanto al camino in Casa Black. La paura non la abbandonava, rendendola irrequieta. Ben presto le fu impossibile rimanere seduta composta e iniziò a percorrere lo spazio antistante al camino, più e più volte.

Regulus non aveva inviato nessun gufo.

Adelyn non era sicura di quanto tempo trascorse camminando, nè di quante notti passò nella solitudine del freddo letto. Nessuna lettera. Nessuna notizia.

Lui tornerà. Deve essere così. Lui lo aveva promesso.

Adelyn è talmente sicura del suo ritorno che inizia a fantasticare. Immagina la loro vita insieme, progetta viaggi, esperienze. Immagina una famiglia, la loro famiglia.

Una bambina. Annalise, come sua madre. Bella, come sua cugina - il che non era una saggia scelta. E, se avessero ricevuto il dono di un maschietto, Siler o Sirius - Regulus avrebbe adorato chiamare così il loro bambino.

Questi pensieri la tenevano in vita, le davano speranza. Respirava grazie a questo, si svegliava ogni mattina solo per questo. Fino a quella mattina, quando sentì un grugnito familiare dal salotto.

Kreacher stava pulendo il divano di velluto. Adelyn lo afferrò per le spalle ossute.

"Dov'è?" gridò, la sua voce roca per il pianto della notte precedente. Kreacher sbattè le palpebre in confusione, il suo volto rugoso e vuoto. "Il tuo padrone, dannazione, dov'è?"

"Il maestro Regulus ha detto a Kreacher di andare, e così ha fatto", borbotta l'elfo, distogliendo lo sguardo da Adelyn. "Ha dato a Kreacher anche un messaggio importante. Sei tu... la sposa?"

"Sì. Sì, sono io", la sua bocca sorrise involontariamente al pensiero di un abito bianco.

"Mastro Regulus ha detto a Kreacher di dire alla sua sposa che gli dispiace. Non tornerà. Gli dispiace, ma non tornerà".

Adelyn non riuscì a respirare. Non era sicura di riuscire a ricordare come si faceva.

Crollò nella sua stanza, con la schiena premuta contro la porta e gli occhi pieni di lacrime, premendosi il palmo della mano sulla bocca, volendo non piangere. Cercando di non piangere.

Regulus, tu stavi facendo il tuo lavoro. Lascia che io faccia il mio.

Per un istante, un solo dannatissimo istante, si concesse di immaginare che forse lui era sopravvissuto; che qualunque fosse stato il suo piano geniale, forse aveva funzionato, presto il regno del Signore Oscuro sarebbe finito.

Immaginò la vita che avrebbe avuto dopo il Signore Oscuro. Dopo Regulus.

Impossibile. Non c'è nessuna vita dopo Regulus, nessuna vita senza lui.

Quando il matrimonio di Lily e James Potter venne annunciato sulla Gazzetta del Profeta, Adelyn strappò le pagine a pezzi, incapace di sopportare tanta felicità. Cosa aveva fatto per meritare un simile destino? Perchè le era impossibile essere felice?
La faccia sorridente di Sirius Black accanto agli sposi era troppo per lei, troppo simile a Regulus, l'unico amore della sua vita.

Quella notte, dormì raggomitolata su sé stessa, ammettendo che Regulus non sarebbe tornato.

Non avrebbe mai generato i suoi figli. Non sarebbe mai diventata sua moglie. Il solo pensiero le fece desiderare un sonno senza fine.

Quando finalmente il sonno la prese, Adelyn lo vide. Regulus la tirò tra le braccia, premendo il viso contro il suo, e lei potè quasi sentire il suo respiro soffiare sulla pelle.

"Sei la cosa più preziosa che abbia,
ma devo farlo".

Fine

Hiraeth |traduzione ufficiale|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora