Love is Blind

Al limite tra vuoto e terreno

"Ero li, su quel tetto, al limite tra vuoto e terreno, io avrei dovuto, avrei dovuto farlo"
Leggendo i suoi messaggi iniziarono a diventarmi lucidi gli occhi, non riuscivo a capacitarmi che fosse la realtà, che tutto ciò fosse realmente accaduto, avevo rischiato di perderla una seconda volta e nemmeno me ne ero accorto, mi ero fidato così ciecamente dei dottori che non avevo nemmeno valutato l'idea che lei fosse più furba di loro, che se avesse voluto avrebbe potuto farla finita. Il mio cuore batteva a mille, sentivo mancare l'aria, continuavo a ripetermi che sarebbe andato tutto bene, che ora era tutto sotto controllo e non sarebbe più successo niente, ma nemmeno io stesso riuscivo a convincermi di ciò che dicevo perché sapevo che in fin dei conti lei avrebbe sempre trovato un modo. "Ti prego fallo per me, resisti", l'unica cosa che riuscìi a scrivere, le uniche parole che sarebbero uscite dalla mia bocca se l'avessi avuta davanti, "ti voglio bene, sappilo" digitai sullo schermo del telefono e poi lo appoggiai sul tavolo della cucina.
Due ore più tardi si svegliarono i miei genitori che vedendomi seduto sulla sedia della cucina a bere una tazza di latte mi chiesero "buongiorno tesoro, tutto apposto? hai dormito?", io mi voltai verso di loro con uno sguardo perso e fissando mia madre risposi "si grazie, voi?", risposta talmente fredda che i miei genitori si guardarono negli occhi a vicenda finché mia madre non abbassó lo sguardo e fece cenno a mio padre di venire a parlarmi.
"Simone è da qualche giorno che ti vediamo un po' giù, è per la fine della scuola? O c'è qualche ragazza che ti piace?", mi voltai improvvisamente verso di lui con un'espressione sul volto che indicava quanto fossi stufo di quella domanda perpetua e gli risposi "mamma, papà, grazie per l'interessamento ma non ho niente, ve l'ho detto e poi non c'è nessuna ragazza, non devo ripetervelo ogni volta" e fu così che mi alzai e me ne andai di nuovo a letto in camera con mio fratello.