Clarke si svegliò. Il corpo caldo di Lexa giaceva addormentato accanto al suo nella stanza ancora illuminata dalla tenue luce delle candele, che durante la notte si erano quasi consumate del tutto. Accanto a lei, Lexa sembrava così serena mentre dormiva. Durante il giorno non l'aveva mai vista così, il suo sguardo era sempre inquieto, segnato dalle costanti preoccupazioni che segnavano la sua vita, preoccupazioni che derivavano dal suo complicato ruolo di Comandante e dalle sue responsabilità nei confronti del popolo che aveva il compito di proteggere. Ma in quel momento, addormentata, sola insieme a lei, sul suo volto roseo era dipinta un espressione di pace assoluta che la rendeva ancora più bella del solito. Si alzò silenziosamente dal divano e raggiunse uno scaffale, su cui la sera prima aveva visto dei fogli di carta e delle penne. Avvicinò una sedia al divano e iniziò a disegnare il volto di Lexa. Temeva che non avrebbe avuto occasione di vederla di nuovo così, e non voleva rischiare di dimenticare quell'immagine. Poco dopo Lexa si stiracchiò sul divano e aprì gli occhi. Vedendo Clarke già sveglia accanto a lei, si mise in fretta a sedere.
-"Oh, sei sveglia. Devo aver dormito troppo."
Clarke sorrise.
-"È tutto a posto, siamo al sicuro."
Fece per nascondere il foglio dove aveva iniziato a disegnare Lexa, ma lei fu più veloce.
-"Che cos'è?"
Clarke nascose il foglio dietro di sè.
-"Oh, questo? Non è niente."
Lexa la fermò prendendole il polso.
-"Fammi vedere."
Riluttante, Clarke le porse il foglio di carta.
-"È soltanto uno schizzo..."
Lexa guardò l'immagine che la ritraeva addormentata. Arrossì.
-"È molto bello."
Clarke arrossì a sua volta.
-"Tu sei bella. Sembravi così serena...volevo fissare quell'immagine nella mente, per non dimenticarla più."
Lexa tornò a osservare il disegno. Il suo volto era soltanto abbozzato, ma le linee esperte rendevano benissimo l'idea.
-"Vuoi finirlo?"
Clarke la guardò stupita.
-"Vuoi che ti disegni?"
Lexa sorrise.
-"Perchè no."
Le piaceva l'idea che Clarke la osservasse, le piaceva avvertire il suo sguardo sul suo corpo. Clarke si alzò il piedi e andò a prendere un altro foglio.
-"Non posso finire quel disegno ora che sei sveglia, non sarebbe più spontaneo. Se vuoi posso farne uno nuovo, diverso."
Tornò a sedersi mentre Lexa la osservava incuriosita.
-"Come vuoi che mi metta?"
-"Come vorresti essere ricordata?"
Lexa ci pensò su.
-"Come quello che sono, un guerriero."
Si alzò dal divano e prese le spade che aveva lasciato sul tavolo. Indossò il mantello rosso e la corazza sulla spalla, poi si voltò di profilo e sfoderò la spada, in una posa di combattimento. Clarke sorrise.
-"Wow, davvero convincente."
Prese il carboncino e iniziò a disegnare.
Le due trascorsero alcune ore così, ridendo e chiacchierando, godendosi quei momenti di pace a cui presto avrebbero dovuto rinunciare. Il tempo passava, e Clarke iniziò ad avvertire la fame. Ormai era più di un giorno che non toccavano cibo, e il tempo di rimettersi in marcia era purtroppo arrivato.
-"Dovremmo cercare qualcosa da mangiare, o di questo passo finiremo per morire di fame."
Lo sguardo di Lexa si rabbuiò. La loro piccola vacanza al di fuori della realtà stava per giungere al termine.
-"Dovremmo. E sarebbe anche l'ora di rimetterci in marcia. Sono il Comandante, non posso rimanere lontano dalla città troppo a lungo."
Clarke sospirò.
-"Sarebbe stato bello poter rimanere qui per sempre...al sicuro, lontane dalle guerre, dalla morte..."
Lexa le sorrise, il suo sguardo aveva un che di rincuorante.
-"Andrà tutto bene, Clarke, ti proteggerò. Ho giurato che non ti sarebbe capitato nulla di male insieme a me, e intendo rispettare il mio giuramento."
Clarke le si avvicinò e appoggiò la fronte a quella di Lexa.
-"Vorrei che non dovessimo mai andarcene di qui."
Lexa prese prese le mani di Clarke nelle sue.
-"Forse un giorno potremo farlo, forse un giorno nessuno si aspetterà più niente da noi."
...
Il viaggio verso Polis durò mezza giornata. Quando iniziarono a intravedere la città, stava ormai tramontando il sole. Clarke iniziò ad avvertire un profondo senso di agitazione. Come avrebbero reagito gli abitanti della Capitale nel vederla insieme a Lexa, ora che tutti la credevano morta? E cosa avrebbe fatto Lexa? L'avrebbe nascosta, o avrebbe detto a tutti era stata lei a salvarla? Sarebbero rimaste insieme o si sarebbero separate? Aveva bisogno di sapere.
-"Cosa faremo adesso?"
-"Farò in modo che tu sia al sicuro, Clarke. Però non c'è niente che io possa fare per evitare questa situazione, e non posso mentire alla mia gente. Dirò a tutti di essere stata io a rapirti da Azgeda. Parlerò al popolo di Polis, spiegherò loro perchè l'ho fatto. I generali non mi tradiranno. Ma se dovessero schierarsi con Nia, allora ci sarà la guerra."
Clarke deglutì. La loro unica speranza era che i generali di Lexa rimanessero fedeli al loro Comandante. Se l'avessero tradita sarebbe stata la fine.
-"E adesso dove staremo?"
Starai con me nel palazzo di Polis. Non ti preoccupare, metterò i miei guerrieri più fidati a farti da guardia. Sarai al sicuro."
Quando raggiunsero il cancello di Polis era ormai notte. La loro fortuna era che non avrebbero incontrato nessuno per le strade, e il buio della notte le avrebbe aiutate a raggiungere il palazzo senza attirare l'attenzione.
Una volta raggiunto l'ingresso del palazzo, trovarono Indra a fare da guardia, come Lexa le aveva ordinato prima di partire. Non appena la vide, Indra le corse incontro.
-"Heda, siete tornata! Quando abbiamo visto che non eravate tornata la scorsa notte, avevamo iniziato a temere il peggio."
Si rivolse a Clarke, il tono di voce era molto più freddo.
-"Wanheda. Entrate, presto, qui non siete al sicuro."
Lexa e Clarke varcarono l'enorme portone d'ingresso del palazzo di Polis e seguirono Indra lungo le imponenti gradinate di pietra e i lunghi corridoi, fino alla porta di una stanza. Indra aprì la porta e fece cenno a Clarke di entrare.
-"Risiederete qui, Clarke del Popolo del Cielo. Una guardia rimarrà sempre davanti alla vostra porta. Non potrete uscire di qui se non per ordine del Comandante. I pasti vi saranno consegnati direttamente nella vostra stanza. Vi auguro la buona notte."
Si voltò e uscì sulla soglia della stanza. Una volta fuori osservò Lexa, aspettandosi che uscisse a sua volta.
-"Idra, aspettami qui fuori. Arrivo tra un momento."
Indra le lanciò uno sguardo torvo, ma chiuse la porta alle sue spalle. Lexa si voltò verso Clarke e sorrise.
-"Indra non condivide ciò che ho fatto. Si capisce. Ma è un guerriero fedele, ti proteggerà."
Clarke inarcò le sopracciglia e la osservò.
-"Com'è che non posso lasciare questa stanza se non per ordine tuo? Sono forse una tua prigioniera?"
Lexa non colse la malizia nella frase di Clarke, e la guardò, imperscrutabile.
-"Non posso lasciare che tu vada a giro da sola per il palazzo, Clarke. Non saresti al sicuro. Per ora..."
Si interruppe quando Clarke le si avvicinò, il suo viso a pochi millimetri da quello di Lexa.
-"E hai intenzione di legarmi da qualche parte affinché non fugga, oppure..."
Lexa sentì il battito del suo cuore accelerare istante dopo istante nel suo petto. La baciò, ma fu un bacio delicato, non come Clarke si sarebbe aspettata; le sfiorò a malapena le labbra.
-"Fidati di me, Clarke. Domani sarà il giorno in cui tutto verrà stabilito. Parlerò al mio Popolo e saprò se saremo in guerra o meno, e quanti saranno i nostri nemici. Ma a te non succederà mai nulla di male, lo giuro sulla mia vita."
La guardò negli occhi; i grandi occhi verdi di Lexa erano coperti da un velo di lacrime.
Clarke sorrise e la abbracciò, la strinse forte.
-"Me lo hai già detto mille volte, Lexa. Piuttosto preoccupati che non succeda niente di male a te stessa."
Lexa si separò dall'abbraccio e sorrise.
-"Buonanotte, Clarke."
-"Buonanotte, Lexa."
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Wanheda - A Clexa Fanfiction ITA
FanfictionDopo Mount Weather, Clarke è devastata da ciò che ha fatto. Decide di andarsene da Arcadia e lascia il comando del suo popolo a Kane, aiutato da Abby e dai suoi amici. Adesso è Wanheda, e Nia, regina della Nazione del Ghiaccio, vuole catturarla e uc...