Capitolo 5

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Clarke e Lexa avevano cavalcato per tutto il giorno. Polis era ancora lontana, e il sole stava iniziando a tramontare. Cullata dal passo del cavallo, con la brezza sul viso e tra le braccia di Lexa, Clarke si sentiva finalmente al sicuro. Respirò a fondo. Era finalmente serena. Sapeva che quella pace era soltanto apparente, che sarebbe durata poco, visto che probabilmente i guerrieri di Azgeda erano già sulle sue tracce, ma voleva provare ad essere felice e a godersi il momento finché poteva. Si voltò a guardare Lexa. Era davvero bella. Aveva i capelli mossi dal vento e lo sguardo concentrato era fisso sull'orizzonte. Gli ultimi raggi di sole del tramonto illuminavano i suoi occhi rendendoli ancora più verdi e brillanti del solito. Lexa notò che Clarke la stava osservando, e le rivolse un sorriso timido. Clarke notò che le sue guance si erano tinte di una lieve sfumatura di rosa.
-"Cosa faremo adesso?"
Lexa fece rallentare il cavallo e si guardò attorno.
-"Il sole sta per tramontare...dovremmo fermarci e accamparci da qualche parte prima che faccia buio."
Clarke scosse la testa.
-"Oh, certo sì, ma intendevo... in generale, cosa faremo? Dove andremo?"
Lexa la guardò esitante.
-"In realtà non lo so, Clarke. Di sicuro non siamo in una situazione invidiabile. Probabilmente ci sarà una guerra."
Clarke sgranó gli occhi.
-"Aspetta, cosa?! Una guerra?"
Lexa abbassò lo sguardo, amareggiata.
-"Giusto, immagino tu non sappia niente, Clarke. È ragionevole. Prima che tu venissi rapita era stato stabilito che se il generale di un clan fosse riuscito a trovarti, gli altri non avrebbero potuto fare niente per provare a sottrarti a lui, altrimenti gli altri clan gli avrebbero dichiarato guerra."
Clarke era sempre più allibita.
-"Tutto questo non ha senso...vuoi dire che hai stabilito un patto con i tuoi generali come se fossi una merce di scambio?"
Lexa sospirò.
-"Sei arrabbiata, Clarke, lo capisco."
Clarke la guardò sconcertata.
-"E vorrei anche vedere! Ma soprattutto perchè, se hai approvato un patto del genere, lo hai subito violato? Non potevi impedire che fosse approvato?"
Lexa si morse un labbro.
-"Clarke, i capo-clan si stavano già combattendo tra di loro per averti...rischiava di rompersi la coalizione se non avessimo fissato delle regole per la tua cattura. Non potevo impedire loro di rapirti, non mi avrebbero mai dato ascolto, convinti che possedessi il potere di Wanheda...credevo di avere tutto sotto controllo, ero sicura che sarei stata la prima a trovarti e che poi saresti stata al sicuro, ma non è stato così. Mi dispiace Clarke, capisco che tu sia arrabbiata."
Clarke sospiró.
-"Beh, non ha senso parlarne ormai, ciò che è fatto è fatto. Pensiamo a superare la notte intanto."
Si spostò più avanti sulla groppa del cavallo, in modo da attenuare la vicinanza tra il suo corpo e quello di Lexa, che in quel momento trovava opprimente.
Lexa, mortificata, condusse il cavallo all'interno della foresta, alla ricerca di un luogo che fosse più nascosto e adatto ad accamparsi per la notte. Dopo poco fermò la bestia e le due smontarono da cavallo. Clarke si allontanò, addentrandosi nel folto della foresta.
-"Vado a cercare della legna per accendere il fuoco."
Lexa la guardò allarmata.
-"Non dovresti andare da sola. È pericoloso, potrebbero trovarti."
Clarke si allontanò senza voltarsi a guardarla.
-"So badare a me stessa, Lexa."
Lexa inarcò un sopracciglio, ma lasciò che Clarke si allontanasse. Dopotutto a quell'ora Clarke sarebbe già morta se non fosse stato per lei, ma probabilmente aveva bisogno di prendersi i suoi spazi. Odiava che Clarke fosse arrabbiata con lei, ma non poteva farci niente, se non aspettare che la rabbia sfumasse e che Clarke la perdonasse, come aveva fatto dopo Mount Weather. Rimase ad aspettarla seduta su una roccia. Ogni minuto che passava senza che Clarke tornasse indietro faceva crescere in Lexa un profondo senso di inquietudine. Aspettò ancora alcuni minuti, e quando la preoccupazione si fece troppo insistente si alzò per andare a cercarla. Il cuore le martellava prepotente nel petto.
Si addentrò camminando alla svelta nella foresta, i sensi all'erta.
-"Clarke!" - nessuna risposta.
-"Clarke! Dove sei?"
Il respiro di Lexa iniziava a farsi affannato, quando sentì un rumore di rami spezzati alle sue spalle. Si voltò di scatto, Clarke stava venendo verso di lei visibilmente preoccupata.
-"Lexa! Che succede, stai bene?"
Lexa tirò un sospiro di sollievo e si appoggiò al tronco di un albero mentre il suo respiro si stabilizzava.
-"Credevo...credevo che ti avessero presa."
A Clarke si strinse il cuore nel vedere Lexa così preoccupata per lei. Le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla.
-"Sto bene. Non ti preoccupare così per me, me la caverò."
Lexa sorrise lievemente.
-"Dovremmo accendere il fuoco, è già buio."
Tornarono indietro. Non avevano fatto in tempo a procurarsi del cibo prima che tramontasse il sole, quindi si limitarono a scaldarsi vicino al fuoco. Clarke osservava rapita i movimenti ipnotici delle fiamme, quando Lexa si alzò in piedi di scatto e le fece segno di rimanere in silenzio. Clarke si guardò attorno ma non vide niente. Tese l'orecchio e lo sentì: era il nitrito di un cavallo. Lexa spense in fretta il fuoco e sciolse le briglie del cavallo.
-"Dobbiamo andare."
Non avevano tempo di scappare, le avrebbero trovate, e non avrebbero potuto combattere, erano solo in due. L'unica era trovare un posto dove nascondersi. Correvano cercando di fare meno rumore possibile, quando ad un certo punto Clarke inciampò su qualcosa e cadde a terra. Lexa si fermò e corse da lei.
-"Stai bene?"
-"Sto bene, sì, ma che cosa..."
Abbassò lo sguardo. Sul terreno, parzialmente nascosta dalle foglie, faceva capolino una maniglia di ferro.
Clarke si voltò verso Lexa.
-"Potrebbe essere una botola...dobbiamo provare ad aprirla, è l'unica possibilità che ci resta a questo punto."
Lexa annuì e insieme iniziarono a tirare la maniglia. Clarke mollò la presa e si scostò i capelli dalla fronte.
-"Non si apre...dev'essere bloccata dalla ruggine."
Lexa non si arrese. Continuò a tirare la maniglia con tutte le sue forze finché questa si aprì con un secco rumore metallico. Lexa si voltò verso Clarke.
-"Aperta. Entriamo, veloce."
Una scala a pioli conduceva in una stanza buia e umida. Lexa scese di sotto seguita da Clarke, che richiuse la botola dietro di sè, lasciando le due completamente immerse nel buio. Clarke teneva gli occhi sgranati, ma in quel buio assoluto era impossibile vedere qualsiasi cosa.
-"Beh...non sarà il massimo, ma almeno anche se scendessero qui sotto non ci troverebbero, non riuscirei a trovarmi io stessa."
Lexa ridacchiò.
-"Dobbiamo trovare qualcosa per illuminare questo posto, altrimenti nemmeno io ti ritroverò più."
Lexa si spostò nella stanza, il rumore del suoi passi rimbombava in quel silenzio profondo. Clarke si mosse in fretta nella direzione da cui proveniva il suono dei passi di Lexa.
-"Ehi, aspettami! Non puoi lasciarmi qui...dove sei?"
Si mosse a tentoni nella stanza, cercando Lexa. Dopo poco riuscì a toccare qualcosa, e sentì una mano posarsi sul suo braccio.
-"Mi hai trovata. Vieni, prendimi per mano, vediamo se c'è qualcosa qui."
Clarke strinse la mano di Lexa, e le due iniziarono a muoversi a tentoni nel buio pesto che avvolgeva la stanza. Dopo poco Clarke urtò contro qualcosa.
-"Ahi! Una superficie, sembra un tavolo."
Passò la mano sulla superficie liscia e polverosa, finché non trovò quella che sembrava una piccola scatola di cartone.
-"Ho trovato qualcosa."
Infilò la mano nella scatola e avvertì al tatto qualcosa di lungo, abbastanza sottile, e...ceroso.
-"Lexa, credo di aver trovato delle candele."
-"Ottimo. Se le hanno lasciate lì dev'esserci anche qualcosa per accenderle."
Clarke continuò a cercare, e vicino alla scatola delle candele trovò un'altra scatola, molto più piccola.
-"Ecco! Ti prego, fa che siano fiammiferi..."
Aprì la scatolina.
-"Bingo!"
Sfilò un fiammifero dalla scatolina e lo accese. La fiammella illuminò la stanza buia. Si trovavano in quello che sembrava un salotto. Attorno a loro c'erano sedie, mobili di legno, un tavolo e un divanetto dal tessuto logoro. Clarke sorrise eccitata mente si guardava attorno.
-"Non ci credo..."
Lexa guardò Clarke e sorrise.
-"Abbiamo avuto fortuna; qualcuno è dalla nostra parte, Clarke."
Clarke sorrise a Lexa, poi prese il fiammifero e lo usò per accendere la candela. Prese la scatolina di fiammiferi dal tavolo e la porse a Lexa.
-"Tieni, accendiamo un po' di candele, è ora di illuminare un po' questo posto."
Presero le candele dalla scatola, e una volta accese le sistemarono sulle varie superfici a giro per la stanza. Una volta accesa l'ultima candela, le due iniziarono a scuriosare, frugando tra i vari oggetti posizionati sulle mensole o ammassati nei cassetti. Trovarono libri, stoviglie, penne e vecchie fotografie che ritraevano quella che doveva essere stata una famiglia, molti anni prima. Ad un certo punto Clarke aprì un cassetto, e non potè credere ai suoi occhi.
-"Lexa, vieni qui!"
Lexa si avvicinò. Qualsiasi cosa Clarke avesse trovato, doveva piacerle molto, visto quanto sembrava emozionata. Clarke le passò un piccolo contenitore di plastica quadrato dallo spessore sottile. Sopra aveva una copertina gialla, con su alcune scritte e l'immagine di una donna dai capelli biondi.
-"Che cos'è?"
Clarke la guardò stupita.
-"Non ne hai mai visto uno?"
Lexa scosse la testa.
-"È un CD."
Lexa rivolse a Clarke uno sguardo confuso, e Clarke alzò gli occhi al cielo.
-"Musica! Aspetta, se qui da qualche parte c'è un lettore CD ti faccio vedere..."
Si guardò attorno e aprì qualche sportello, infine si voltò trionfante verso Lexa.
-"Eccolo, trovato, dammi il CD, ti faccio vedere."
Lexa le porse il piccolo contenitore quadrato e Clarke ne estrasse un sottile dischetto argentato, forato al centro. Lo inserì nello sportellino di un congengo che Lexa non conosceva, e premette un pulsante. Nella stanza risuonarono subito le note di una canzone. Lexa era visibilmente sorpesa.
-"Che cos'è?"
Clarke sorrise, e chiuse gli occhi muovendosi al ritmo della melodia.
-"Laughing on the Outside...una canzone molto vecchia, la ascoltavo da piccola con mio padre."
Clarke si avvicinò a Lexa ondeggiando i fianchi a tempo di musica.
-"Avanti, balla con me."
La prese per le mani, e Lexa provò a imitare i suoi movimenti. Era molto impacciata, non aveva mai ballato prima. Guardava Clarke, gli occhi socchiusi, il volto illuminato dalla tenue luce delle candele...spostò le mani sui suoi fianchi, e Clarke appoggiò le braccia sulle spalle di Lexa. Lexa sentiva il suo cuore pulsare sempre più rapidamente mentre fissava le labbra socchiuse di Clarke senza riuscire a staccare lo sguardo. Clarke inarcò le labbra in un sorriso malizioso.
-"Ti piace?"
Lexa spostò lo sguardo dalle labbra agli occhi di Clarke. Rimase in silenzio mentre non riusciva a smettere di guardarla. Clarke non sapeva come fossero finite così vicine l'una all'altra. Sapeva soltanto che il corpo di Lexa così vicino al suo, gli occhi di lei che indugiavano così insistentemente sulle sue labbra... Lexa si avvicinò ulteriormente al suo viso, mentre la guardava negli occhi Clarke poteva sentire il suo respiro caldo sulle labbra. Chiuse gli occhi quando Lexa finalmente unì le loro labbra in un bacio caldo e delicato. Clarke spostò le mani dalle spalle di Lexa al suo viso. Quando Lexa staccò le labbra dalle sue per prendere fiato, Clarke notò che aveva il respiro affannato. Questo non fece che accelerare i battiti del suo cuore. Prese le mani di Lexa e notò che tremavano appena. La baciò di nuovo, stringendole le mani sui fianchi. Lexa prese il viso di Clarke tra le mani mentre il bacio si faceva più intenso. Staccò le labbra da quelle di Clarke e le baciò il collo. Clarke piegò la testa di lato mentre Lexa le lasciava una scia di baci bollenti sulla pelle. Le morse il lobo dell'orecchio e rabbrivì quando Clarke sussurrò piano"ti voglio, Lexa". Si voltò per guardarla negli occhi, e Clarke la prese per mano, conducendola verso il divanetto di tessuto. Lexa la seguì. Si sedettero sul divano e Clarke la baciò nuovamente, ma Lexa si tirò indietro.
-"Non possiamo..." sussurrò con il respiro affannato. Clarke la guardò senza capire.
-"Cosa dici, perchè? Non lo vuoi anche tu?" Lexa la guardò negli occhi e sorrise.
-"Non sai quanto. Ma non siamo al sicuro qui. Dovremmo stare attente."
Si guardò intorno.
-"Forse per stanotte potremmo...dormire abbracciate?"
Clarke sorrise.
-"Mi sembra un'ottima idea."
Le fece spazio sul divano, e Lexa si stese accanto a lei. Si strinse a Clarke e la prese per mano.
Quella notte, dopo molto tempo, dormì finalmente un sonno tranquillo e senza sogni.

Wanheda - A Clexa Fanfiction ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora