3- La jhündlerst

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"SAPHIRA! SVEGLIATI!"
"Eh? Si... si... arrivo Eragon..."
"STIAMO PRECIPITANDO! FAI QUALCOSA!"
"Precipitando... eh!? COSA?!"

E con un veloce battito d'ali la dragonessa evitò il rivinoso atterraggio.

"Meno male che sei bravissima a volare, altrimenti ci saremo sfracellati contro quel cancello.... di vegetali, a quanto vedo."
"Per poco... proprio per poco. Hai qualche idea sul come entrare?"
"Al momento no, ma ci stavo appunto pensando. Tu come credi possiamo..."

E con un guizzo della bocca una fiammata bluastra si infranse contro il muro vegetale, bruciacchiando la punta della tunica di Eragon.

"Potevi anche avvisarmi sai? Guarda la tunica adesso com'è ridotta.... era l'ultima che mi era rimasta fatta dagli elfi" disse Eragon sbuffando
"Oh beh dai... non è mica poi questa gran tragedia. Il vero problema è che il cancello non l'ho nemmeno scalfito. È la prima volta che incontro dei vegetali ignifughi"
"Si.... effettivamente è la prima volta anche per me. Qualche idea su come potremmo entrare?"
"Sai cosa mi ricorda molto questa situazione? La Volta delle Anime"
"Vuoi dire che secondo te dovremmo pronunciare i nostri veri nomi? Cosa ci potrà essere di tanto importante e prezioso da proteggerlo in questa maniera?"
"Non ne ho la minima idea, ma sono sicura che quel qualcosa è lo stesso che mi ha lanciato quell'incantesimo che mi ha fatto addormentare. E poi cosa ci costa alla fine dai."

Partì prima Eragon a pronunciare il suo vero nome e, come accade ogni volta che qualcuno pronuncia il proprio vero nome, senti la sua intera essenza fremere di magia ed emozione.
Non successe niente.
Saphira lo seguì a ruota pronunciando mentalmente il proprio vero nome con il pensiero rivolto vero quel dannato cancello.
E fu allora che l'intera struttura di vegetali cominciò a scivolare lentamente verso l'alto creando un passaggio libero per il cavaliere e la sua dragonessa, rivelando un giardino che avrebbe fatto svenire dalla gioia qualsiasi elfo dei boschi.
Visto dall'alto il giardino aveva lasciato a bocca aperta Eragon, ma non era nulla in confronto alla loro reazione ora.
La vista che avevano adesso dall'interno senza quella bolla magica di protezione era molto più nitida e precisa e li lasciava ammirare in tutto il suo splendore quello che era il più bel giardino che quel mondo avesse mai visto.
Un larghissimo viale bianco si apriva al centro e tagliava a metà il parco, intersecandosi con uno simile nel centro esatto, creando lo spazio necessario per contenere una fontana con dei getti d'acqua alti quindici metri. Quello a destra risplendeva nella luce del sole che illuminava l'intero giardino, e creava degli splendidi giochi di luce. Quello di sinistra, invece sembrava quasi assorbire la luce che lo attraversava e infatti aveva un colorito molto scuro, quasi nero. Il parco risultava così suddiviso in quattro spicchi più o meno delle stesse dimensioni, ma le somiglianze finivano qui. Subito alla destra dell'entrata, nella rispettiva porzione di territorio si trovava un specie di spiaggia che finiva in un lago con tanto di onde. Da quel "mare" spirava un vento caldo che portava con se tutti i ricordi dei mesi caldi dell'anno. A sinistra, invece, si trovava un bosco di alberi di ogni genere, con il fogliame colorato di tutte le sfumature del marrone, giallo, rosso e verde, proprio come in pieno autunno. Oltrepassata la fontana a sinistra c'era un florido prato in fiore con un'enorme quercia secolare che aveva radici che si diramavano per tutto il giardino e rami che si tendevano verso il cielo. A sinistra, invece, si aveva la situazione praticamente opposta. Lo stesso prato, la stessa quercia, ma entrambi ricoperti di neve e senza foglie.

"Ok... decisamente non ho mai visto una cosa come questa" disse Eragon stupefatto
"Mmh... nemmeno io. Però so solo che serve una grande quantità di magia per evitare che la neve si sciolga, che il vento soffi, che il prato rimanga così verde e che le foglie rimangano sempre di quel colore" rispose Saphira altrettanto meravigliata.
"E direi che non può essere necessariamente una bella cosa"
"Già... l'esperienza insegna, piccolo mio, vero?" rispose Saphira ostentando una specie di sorriso nervoso, che però sul suo muso da drago assomigliava più ad un ghigno di uno psicopatico.
"Io muoio dalla voglia di andare a vedere il lato oscuro della fontana. Tu no?"
"Veramente io avrei voglia di spiegare le mie ali sotto il sole della spiaggia, ma posso aspettare. Non ti lascio solo in questo posto finchè non abbiamo capito cosa abbiamo di fronte" aggiunse il drago
"Buona idea" rispose Eragon incamminandosi sul viale che aveva di fronte.

Mentre camminavano Eragon notò nella zona degli alberi "autunnali" ogni sorta di animale del bosco che saltava da un ramo all'altro, che si nascondeva dietro o addirittura dentro un tronco. Il lato della spiaggia sembrava essere, invece, totalmente disabitato.
Arrivati alla fontana Eragon si azzardò a immergere la mano nell'acuqa limpida, notando con piacere che era gelida. Immergendo la mano nell'acqua che assorbiva la luce, notò invece che era piacevolmente calda.

"Ehi Eragon, sono io che sto impazzendo, o quella in mezzo al prato è una mucca bella pasciuta?" chiese Saphira con la lingua a penzoloni.
"Sai cosa? Nella sezione con gli alberi io avevo visto un cervo"
"Beh... ma allora cosa aspettiamo?! Il cibo degli elfi basta appena per stuzzicarmi lo stomaco e in questo dannato deserto non si trova nulla. Dimmi quel che vuoi ma io vado a mangiarmela da sola"
"Io non lo farei Saphira. Non c'è nulla in questo posto che mi ispiri fiducia"

Ma Saphira fece finta di non sentirlo, e proprio nel momento in cui compiva il balzo per assaltare la sua preda venne probabilmente colpita da un incantesimo che la congelò nel bel mezzo del suo salto, la sollevó in alto e la ripose a terra davanti a un Eragon che aveva gli occhi sgranati.

"Eragon! Che aspetti! Aiutami no?" urlò Saphira tramite il loro contatto mentale
"Ah sì sì giusto... arrivo...." farfugliò Eragon mentre apriva la sua mente alla magia, per cercare di contrastare l'incantesimo.
"Aspetta..." disse mentre pensava ad un buon controincantesimo "il sortilegio viene.... viene.... dalla montagna!"
"Cosa? Stai scherzando, spero. Vorresti dire che sono tenuta immobile da una montagna?"
"Il tuo cavaliere ha ragione, figlia della luna. Peccato che sia un po riduttivo chiamarmi montagna. Vi state rivolgendo alla jhündlerst, la Grande Madre, la Depositrice."

E dopo aver percepito che le sue difese mentali furono totalemente sbaragliate come un germoglio nel mezzo di una tempesta, Eragon si sentì come svuotato da ogni energia e dalla sua forza di volontà.

E, contemporaneamente a Saphira, svenne accasciandosi sulla strada principale. L'ultima cosa che vide fu una specie di corrente ventosa che li sollevò entrambi in aria.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 07, 2016 ⏰

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