Non capisco come facciano gli umani a starsene sempre per terra, pensò Saphira.
E soprattutto non capisco come facciano a consolarsi dal dolore...
Da sopra le nuvole si godeva di una vista privilegiata: quella coltre bianca si distendeva a perdita d'occhio in ogni direzione, fermata soltanto dalla catena dei Beor.
Il fiume sul quale i suo cavaliere, le uova e gli Eldunarì stavano navigando dall'alto sembrava soltanto un' innocua striscia azzurrina che lambiva le sconfinate terre occidentali.
Verso nord si stendevano i territori più selvaggi della Du Weldenvarden, che però pian piano stavano cedendo il posto a una sconfinata prateria.
Dalla sponda sud del fiume nasceva un'imponente diramazione che, quasi assurdamente, tagliava a metà uno sconfinato deserto, attraversando innumerevoli dune di sabbia che continuavano a cambiare forma a causa del vento che giocava dispettoso con le loro cime.
Bah, pensò Saphira e scese in picchiata ad una velocità assurda diretta al centro del fiume, allargando le ali all'ultimo secondo per evitare di schiantarsi nell'acqua.
"SAPHIRA!" urlò Eragon sia con la mente che con la voce.
"RAAARGHH!" rispose Saphira con le fauci spalancate. "Piccolo mio, mi sei mancato...:
"È da tre giorni che non atterri nemmeno per riposarti, disse Eragon preoccupato."
"E tu è da tre giorni che non dormi e non mangi pensando ad Arya e versando fiumi di lacrime, rispose per le rime Saphira."
"Sei sicura di non essere stanca?"
"Io non sono come voi essere umani... sono sicura che volendo potrei distruggere Galbatorix ancora una volta, disse Saphira leccandosi i denti."
"Te la senti di portarmi in sella ancora una volta? Ho bisogno di abbandonare questa coltre di dolore che mi circonda opprimendomi... posso?"
"Accomodati pure piccolo mio."
"Wow, che vista stupenda... volare con te è sempre come la prima volta. Come rimpiango il fatto di non essere un drago."
"Ci sono io per quello. Comunque... non era per quello che ho deciso di venirti a trovare. Ma per quello." disse Saphira voltando il muso verso ovest. Di fronte a loro si stagliava un'enorme montagna della quale non si vedeva la cima perchè era totalmente avvolta dalle nuvole candide. Ricordava molto a Eragon i monti Beor, tranne per il fatto che questa si ergeva totalmente solitaria a metà strada fra una pianura, un deserto e un fiume, nel quale si tuffava un affluente che aveva la propria sorgente da un enorme lago creato da una cascata che scaturiva dal fianco del monte.
"Saphira..."
"Dimmi Eragon"
"Sai cosa? Muoio dalla voglia di andare a vedere cosa si nasconde sulla cima di quella montagna, tu no?"
"Non volevo dirtelo, ma... si, anche io vorrei andarci. Proteggiti dal freddo che decolliamo"
"Stiamo già volando" disse Eragon con un sorriso da ebete stampato in faccia
"Oh ma insomma, hai capito!" ringhiò Saphira spazientita.
Detto questo, il drago cominciò a volare in verticale, dando del filo da torcere a Eragon, che si stava avvolgendo con degli incantesimi per proteggersi dal freddo glaciale della cima e per poter affrontare la carenza d'ossigeno in quota.
Intanto Saphira stava cominciando a pentirsi della sua scelta.
"Sai Eragon? Avverto un potere enorme sulla cima di quella montagna, un pò come quando ci siamo avvicinati a Uru Baën e ho avvertito la presenza di Shruikan, solo che in questo caso è almeno dieci volte più potente."
"Me ne sono accorto... anche io sento una presenza del genere ma pensavo, o almeno speravo, di sbagliarmi. Speriamo solo che qualunque cosa sia la in cima non ci voglia fare del male"
"E se fosse una quantità indescrivibile di uova che aspettano solamente di essere trovate?" disse Saphira con gli occhi lucidi.
"Tu pensa solo a volare, a proteggerti ci penso io" disse Eragon con voce dolce.
E così riuscirono ad attraversare la spessa coltre di nubi bianche che ostruiva la vista della cima del monte dal suolo. E lo spettacolo che videro fu la cosa più emozionante dai tempi del Farthen Dür.
La cima della montagna sembrava essere stata tranciata di netto da un colpo di spada di un gigante, e quindi creava un gramde spiazzo ricoperto di neve. Ma la cosa più affascinante era una gigantesca isola fluttuante sospesa in aria circondata da una miriade di isolotti più piccoli, anch'essi fluttuanti, con centinaia e centinaia di pietre preziose di ogni sorta che scintillavano sulle punte. Il bordo dell'isola principale era circondato da delle schiere di alberi secolari alti centinaia di metri, che creavano una specie di barriera impenetrabile allo sguardo. Sul lato occidentale, però due alberi si piegavano ad arco, creando una specie di cancello di entrata mastodontico. Dalla cima di quest'ultimo, però, scendevano fino a terra dei rampicanti spessi e robusti, che nel corso dei secoli avevano raggiunto il suolo. Prendendo quota e guardando dall'alto una specie di bolla, probabilmente creata da un forte incantesimo sostenuto dalla presenza imponente che avevano avvertito Saphira ed Eragon, rendeva molto difficile vedere con precisione all'interno.
"Che dici, proviamo ad atterrare?" chiese Eragon
"Mmh... ok, ci sto" rispose Saphira
Cominciò la manovra di atterraggio, ma dopo un gigantesco sbadiglio si addormentò... e cominciò a precipitare a una velocità assurda verso il cancello di quella dannata isola...
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Ok... angolo me...
Beh... innanzitutto mi presento. Sono Diego e sono lo scrittore di quello che potrebbe essere il proseguimento della saga di Eragon di Christopher Paolini.
Premetto che fra conservatorio e liceo l'unico spazio libero che ho per scrivere è quello in treno e raramente alla sera, ma in ogni caso ce la metto tutta per darvi una storia decente... che dire... votate e aspettatevi un sacco di ship *-*
Al prossimo capitolo ^*^
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Exatamira
FantasyEbbene... eccoci qui... per tutti gli appassionati della saga "Eragon" di Christopher Paolini... ecco come sarebbe potuta continuare la storia dal mio punto di vista...