Capitolo 5

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Come tutte le giornate di scuola, tra chiacchiere, lamenti e studenti annoiati qua e la, anche questa è finita. Sono state sei ore infernali, o almeno così sembrava fino ad adesso. Mi avvio verso l'uscita cercando Roberta, saremmo dovute tornare a casa insieme. Provo a chiamarla, ma non da nessun segno di vita. Ormai ci sono poche persone ad aspettare qui fuori, dovrò tornare a casa da sola.

Ma so come non sentirmi sola, porto con me sempre le mie amatissime cuffie, in occasioni come queste servono. Le collego al cellulare e scorro la playlist delle canzoni, essendo indecisa metto riproduzione casuale e parte Nightingale di Demi Lovato. Perfetta.

Con i capelli al vento e passo svelto sono per strada, è tutto calmo e sono chiusa nel mio mondo, forse è meglio sia così.
La musica mi aiuta molto ad isolarmi dalla gente qui, non mi piace molto il mio paese, direi.

Mi è capitato molto spesso di sentirmi bussare clacson di macchine alle spalle, erano di solito o i simpaticoni o semplicemente persone che mi dicevano di stare attenta per strada.

Fortunatamente oggi sembra tutto tranquillo, non dovrei preoccuparmi. Fino a quando una macchina di piccole dimensioni passa accanto al marciapiede su cui mi trovo, affretto il passo ma sento gridare il mio nome dietro di me, proprio da quella macchina. Mi giro e trovo Manuel al volante che mi sorride, lo saluto con un gesto della mano e mi rigiro per rimettermi a camminare.

Ma lui insiste, mi richiama e questa volta lo rispondo.
«Cosa vuoi? Devo tornare a casa.»
«Tranquilla, volevo solo darti un passaggio, ti ho vista aspettare qualcuno fuori scuola e quando ti ho vista andartene da sola ho capito che qualcuno ti ha dato buca.» Sorrise.
«Grazie per esserti interessato, ma non c'è bisogno. Sono quasi arrivata e mi hai anche disturbato mentre ascoltavo la mia canzone preferita.» Sorrisi.
«Oh scusami allora, ma sei sicura?»
«Sicurissima, grazie ancora.»
Alza le mani in gesto di rinuncia e poi parla ancora.
«Ah e comunque dovresti organizzarti meglio con le persone, non è sicuro ritornare a piedi da soli quando c'è qualcuno che ti chiede un passaggio, con gentilezza ovviamente.» Sorrise e dopo andò via.
"Che stupido, mi aveva davvero seguita?"
Pensai.
Nel frattempo ero arrivata fuori casa e incontrai Roberta nel parco.
«Ehi, come mai non c'eri?» Le chiedo.
«Uhm, sono uscita prima. Sai, i miei compagni di classe non mi hanno avvisata.»
«Oh, okay.. non potevi mandarmi un messaggio?»
«Sì scusami è che me ne sono completamente dimenticata, scusami davvero.»
Annuii e andai via.
"Magnifico." Borbottai.

Salii velocemente le scale e suonai al campanello. Nessuno risponde.
"Mi stai prendendo in giro?" Borbottai aggrottando la sopracciglia.
Provo a suonare al campanello della mia vicina, la conosco da bambina ormai.
Apre dopo poco e mi sorride.
«Ciao, hai visto mamma?»
«Sì è uscita, mi ha detto di darti le chiavi, un attimo che te le prendo.» Annuii e dopo aver preso le chiavi mi fiondai in casa.

Effettivamente vado in cucina e trovo un bigliettino, mia madre sarà fuori fino a questo pomeriggio e mio padre non tornerà a casa da lavoro per pranzo.
"Va tutto alla grande." Ruotai gli occhi e andai in camera a cambiarmi i jeans con un paio di leggings. Per stare in casa li uso sempre.

Sinceramente mi è passata anche la voglia di mangiare, non capivo tutto questo.
"Che senso ha lasciarmi un bigliettino in cucina se poi non ho le chiavi? Magari mandarmi un messaggio?" Pensai.

Decido di mangiare solo un pacchetto di salatini e vado in camera a studiare, prima inizio e prima finisco.
Ora che ci penso è un pò che non accendo il cellulare, lo prendo, lo sblocco e noto subito alcuni messaggi su Whatsapp.

Il primo che trovo è di Manuel.
Manuel: Sei tornata a casa sana e salva o qualcuno ti ha disturbato offrendoti un passaggio?
Tu: Che stupido che sei.
Manuel: Non credo sai? Gli stupidi non offrono passaggi alle persone
Tu: Mh e questo chi lo dice?
Manuel: Beh, io.
Tu: Beh, allora tu sei un'eccezione, sei il re degli idioti e puoi farlo
Manuel: Almeno sono il re
Tu: Certo.
Sorrisi chiudendo la conversazione per aprirne un'altra, era di Davide e mi aveva mandato un messaggio.
Davide: Non sai quanto sia contento in questo momento di aver fatto pace con te, mi sento meglio e devo solo ringraziarti.
Tu: Ma non dirlo nemmeno, ci siamo fraintesi.
Sorrisi.
Manuel mi inviò altri messaggi che decisi di aprire.
Manuel: Ma sì dai
Manuel: Mi annoio
Manuel: Ehi
Manuel: Perché non rispoondi?
Manuel: Con chi parli, eh?
Manuel: Sei soolaa?
Tu: Calmo, sto parlando con Davide.
Tu: E sì, sono sola. Mi hanno dato buca anche i miei genitori a pranzo, figo.
Manuel: Posso sempre farti compagnia io, possiamo studiare insieme
Tu: Non ci pensare nemmeno, sto bene da sola
Manuel: Mh bene vero? Non sembra.
Tu: Come dici tu, ma davvero voglio stare sola..
Manuel: Non insisto, scusi signorina
Tu: Bravo, re degli stupidi.

Aprii la conversazione con Davide e non feci in tempo a risponderlo che mi salutò, così incominciai a prendere i libri.

Passò mezz'ora e avevo già finito una parte di compiti, erano incredibilmente pochi, fortunatamente.

Suonarono al campanello, contenta di rivedere mia madre andai ad aprire, ma tutto ciò che vidi non fu lei.

«Manuel?» Dissi con tono stupefatto.

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