Capitolo 6

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«Sì, sono io.» Mi disse.
«Cosa ci fai qui?» Chiesi incredula.
«Beh, ti avevo detto che ti avrei fatta compagnia, o sbaglio?» Sorrisi.
«Sì, ma ti avevo detto che non c'era bisogno di venire qui.»
«Ma ora sono qui.»
«Vedo.» Sorrisi forse per la millesima volta da quando lui era venuto.
«P-posso entrare?» Mi chiese trascinandomi fuori dai miei pensieri, così annuii e mi scostai dalla porta per lasciarlo passare, imbarazzata.
«Solo una cosa, come hai fatto a sapere dove abito?»
«Facile, so dove abita Roberta e so che vivete nello stesso parco.»
«Oh..» Fu tutto ciò che riuscii a dire.
«Ehm.. è carina casa tua.» Mi sorrise.
«Non è nulla di tanto grandioso, ma vivo bene qui, sì.»
«Hai già incominciato a fare i compiti? Dovevamo farli insieme..» Chiese deluso.
«Non sapevo saresti venuto.»
«Giusto.» Rise.
«Uhm che abbiamo da fare?»
«Solo grammatica e inglese, domani usciremo prima da scuola.»
«Inglese già ho fatto qualcosa, grammatica non ci vuole nulla.» Mi disse soddisfatto.
«A quanto pare anche tu hai già incominciato a fare i compiti eh?» Sorrisi.
«Mi è venuta questa brillante idea di venire da te proprio mentre li facevo, dovrei studiare di più.»
«Che stupido, anzi re degli stupidi.» Sorrisi e gli diedi un colpetto sul braccio.
«Oh dio, mi hai fatto malissimo.»
«Sei ancora più stupido, ora facciamo in fretta i compiti che non ne posso più.»
«Sì signor capitano.» Disse ridendo.
"È un sogno, vero?" Pensai.

Finimmo velocemente il resto dei compiti da fare e ci mettemmo a parlare.

«Ho studiato tutto, capitano.»
«Bravo, re degli stupidi.» Gli dissi mentre prendevo il cellulare.
"Messaggio da Davide."
«Cazzo.» Dissi senza nemmeno accorgermene di averlo detto ad alta voce.
«Cosa?» Mi chiese Manuel.
«C-cosa? Oh nulla..»
«Qualcosa che non va?»
«Nono nulla, solo che sta arrivando mia madre e..»
«E..?»
«Lascia stare.» Annuì.

Davide: Sei con Manuel, non è vero?
Tu: Come lo.. sai?
Davide: Volevo farti una sorpresa e venire a casa tua, quando ho visto Manuel entrare nel tuo parco sono ritornato indietro.
Tu: Oh.. io non credevo Manuel sarebbe venuto
Davide: Sì certo, che motivo aveva di farti una sorpresa e presentarsi a casa tua?
Tu: Lasciami spiegare
Davide: Non c'è nulla da spiegare, ho capito tutto.
Tu: Non hai capito un bel niente! Fammi parlare.
Davide: Troppo tardi.

Detto questo, mi bloccò.
Lui, mi aveva BLOCCATA.
Non sapeva nulla.

Alzai il volto dal cellulare e vidi Manuel fissarmi sorpreso, stavo piangendo.
«Giulia?»
Non risposi.
«Ti prego, dimmi cos'hai. Ho fatto qualcosa di sbagliato? Vuoi che vada via? Dimmi qualcosa.»
«Nono.. non c'entri nulla tu.. il problema è..» Provai a dire tra i singhiozzi.
«Dimmelo, posso aiutarti.»
«È.. Davide.»
«Oh.. cosa è successo?»
«Stava venendo qui per farmi una sorpresa proprio come hai fatto tu, poi ha visto te ed è tornato indietro. Mi ha scritto, chiedendomi se tu fossi qui con me e ora mi ha bloccata.. non sa nulla e non vorrà mai più vedermi. Io.. io non so cosa fare con lui, è così protettivo e.. non lo so.» Le lacrime non volevano smettere di scendere.
«Tranquilla.. gli spiegherai tutto.» Mi asciugò le lacrime e non potei fare a meno di abbracciarlo. Lo feci, ne avevo bisogno.
Lui rimase sorpreso, ma ricambiò.

Alzai il viso verso di lui e gli sussurrai timidamente un "Grazie" rispondendomi poi con un sorriso.

Quando mi staccai dall'abbraccio lui mi guardò e incominciò a parlare.
«È tutta colpa mia.»
«Nono, non dirlo nemmeno per sogno.»
«Sì invece, non mi sarei dovuto mettere tra voi due, non sarei dovuto venire qui, non avrei dovuto conoscerti e basta..»
«Non potevi saperlo, come non potevo io.»
«I-io.. vado. Scusami, n-non volevo venire..»
«Fai come vuoi.. ma non sentirti in colpa, non ne hai motivo.» Gli sorrisi debolmente.
Lo guidai verso la porta, e prima di uscire mi abbracciò sorprendendomi.
«Non volevo crearti questo problema con Davide, n-non volevo..» Mi sussurrò sulla mia spalla.
«Tranquillo, gli parlerò. Grazie a te.» Gli sorrisi e lo lasciai andare.

"Perché a me?" Dissi ricominciando a piangere.

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