Oneshot- Titolo,virgola,autore

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La fiamma delle piccole candele profumate poste qua e là nella stanza somiglia a un piccolo fuoco fatuo che respiri l'aria della foresta; brucia l'ossigeno attorno a sè e produce quel leggero rumore scoppiettante, quasi impercepibile se coperto da qualsiasi altro rumore leggero, ma estremamente presente nel buio e nel silenzio di un monolocale non troppo ampio nella periferia di una città in piena notte. Sono lì per bellezza, perchè non fanno davvero luce; infatti Dazai è costretto a tenere la luce giallastra della lampada sulla scrivania puntata sul foglio di carta davanti a lui, macchiato di inchiostro sul quale ha distrattamente passato il dorso della mano mentre scriveva, e anche di caffè nell'angolo in basso: lui aveva detto che così sembrava più lavorata e si era rifiutato di cambiare foglio.
Fuori dalla finestra si affaccia, in lontananza, il grande colosso industriale di Yokohama. Così in lontananza che è più facile vedere il mare piuttosto che la città; se ne era volutamente allontanato, aveva scelto il suo nido in un posto dove, nel buio pesto della notte, avesse potuto udire lo scoppiettio di una candela profumata accesa e non il motore di una macchina moderna o le liti fra ubriachi appena usciti dai bar. Non era certo aperta campagna, ma non era nemmeno terribilmente squallido, perchè anche nella semplicità le cose squallide non facevano per lui: c'era bellezza anche nell'assoluto.
E spesso,proprio quando anche l'ultimo usignolo andava a dormire e non si percepiva più nulla nel mondo circostante se non una stasi apparentemente eterna - quasi come si fosse fermato il tempo - lui prendeva una penna e un foglio e si sedeva alla sua scrivania con una tazza di caffè fumante, da bere esclusivamente quando era ancora troppo caldo e poteva scottarsi. Anche oggi, come al solito, lui è lì; solo senza la tazza di caffè che gli si è rovesciata sul foglio quasi come un cattivo presagio. Ma lui non ci ha mai creduto.
<<Spegni quella luce>> lo ammonisce un'altra voce, nascosta alla luce della lampada e delle candele, avvolta nell'oscurità e quasi invisibile <<e vieni a dormire. Sai che ore sono?>>
Dazai amava chiamarlo "il suo usignolo". Lo svegliava la mattina presto e la sera gli ricordava di parcheggiare la sua esistenza per un po'.
<<Non posso ora! Sono in una parte cruciale...>> gli risponde però lui, grattandosi il capo con una mano.
Alza il foglio di carta davanti a sè, come se mettendolo fra lui e la lampada la luce potesse rivelargli un messaggio segreto, invisibile, o una mappa del tesoro; tuttavia sembra sempre, coi suoi gesti, preservarlo agli occhi della figura avvolta nell'ombra.
Ciò non passa inosservato.
<<Secondo me stai solo scarabocchiando per innervosirmi>>
<<Non è vero!>>
<<Dimostralo. Cosa hai scritto?>>
Esitazione.
Dazai posa nuovamente il foglio sulla scrivania; le prime righe di scrittura minuta ma poco ordinata sembrano saltellare avanti e indietro,giocare, rincorrersi, fare capriole e poi tornare al loro posto. Per qualche momento quel moto gli provoca un forte giramento di testa: si chiede se non sia la mancanza di caffeina, di sonno o di alcool. L'ombra incalza.
<<Visto? Non hai->>
<<Il mio capolavoro>> mormora.
<<Cosa?>>
<<Ho detto che è il mio capolavoro>> improvvisamente la sua espressione pensosa si allarga in un sorriso smagliante <<ora ti spiego>>
Da seduto composto com'era, sulla sedia, ruota il busto poggiando entrambe le braccia sullo schienale e accavallando le gambe: si sedeva sempre in modo strano, cosa che gli provocava dei mal di schiena atroci nei giorni successivi, ma condizione pressappoco necessaria alla sua, comunque scarsa ,capacità di concentrarsi.
Però quando un argomento lo appassionava, poteva parlare per ore. E forse fu proprio quello che meno desiderava il suo interlocutore in quel momento. Era stanco, voleva solo andare a dormire, ma era stato incosciente a provocarlo e adesso doveva sorbirsi un monologo. Ne faceva così tanti di monologhi... era insopportabile. Parlava più da solo che con gli altri.
Dazai prende il foglio in mano e legge.
<< "La fiamma delle piccole candele profumate poste qua e là nella stanza somigliava a un piccolo fuoco fatuo che respiri l'aria della foresta"...>>
<<Taglia!>> sbotta l'oscurità.
<<EH?>>
<<Puoi saltare descrizioni, se ce ne sono? Cioè, se questa roba ha un vero contenuto... e ne dubito.. potresti andare direttamente lì?>>
L'autore sembra interdetto.
<<E l'atmosfera? Il contesto? Come faccio a farti calare nella narrazione se non sai nemmeno dove..>>
<<Tu non devi calarmi da nessuna parte>> ridacchia leggermente <<tu devi soddisfare le tue manie di megalomane e andare a dormire, perchè domani la sveglia suonerà come ogni altro giorno>>
<<E come ogni altro giorno la spegnerò>>
<<Solo per poi alzarti a quella successiva>>
Qualche istante di silenzio permette ai due di respirare, e notare che nella stanza una delle candele si è spenta: non perchè ci sia vento, e comunque la finestra è chiusa, semplicemente perchè lo stoppino si è completamente consumato.
Prima che le altre si spengano,sarebbe meglio finire quella conversazione.
<<Comunque>> riprende l'uomo <<è la storia di uno scrittore.. non è il contenuto in sè ad essere originale,ma il modo in cui è scritto. C'è lui che scrive una storia, e la storia che lui scrive è a sua volta uno scrittore che esprime i suoi pensieri. C'è anche una donna, con cui lui parla e racconta la sua storia mentre lo fa, solo che lei è malvagia e cerca di invogliarlo a smettere dicendogli che scavare dentro sè stesso lo porterà solo alla rovina...>>
<<Taglia!>>
Dazai si passa una mano sulla fronte,visibilmente irritato.
<<COSA? Questa è la parte interessante!>>
Un leggero sibilo, rumore di aria che si sposta, lascia intendere che la figura nell'oscurità ha agitato la mano in un gesto stizzoso, o forse un silenzioso invito a smetterla di sparare balle.
<<Stai per caso usando di nuovo me come ispirazione per i tuoi personaggi cattivi?>>
Silenzio.
<<Brutto..>>
<<Non ho confermato!>>
<<Non hai neanche negato!>>
Qualcosa di molto più dinamico di un dialogo vola dall'angolo in penombra della stanza, puntando dritto alla testa dell'uomo seduto: fortunatamente non è nulla di potenzialmente mortale,solo un cuscino, perchè centra in pieno il bersaglio facendolo barcollare e sbattere contro la scrivania; tutto ciò che c'è sopra traballa in una condizione di instabilità e precarietà che sembrano riavviare il moto del tempo sospeso.
<<Ascoltami!>> si lagna Dazai, invece di tirargli il cuscino indietro lo appoggia sullo schienale della sedia e ci si riappoggia sopra: ora sta molto più comodo.
Il silenzio e la stasi fagocitano nuovamente il monolocale, e lui si sente in dovere di continuare.
<<Quindi loro parlano, e lui le legge la sua storia. Lei cerca di convincerlo a smettere, e lui per farla tacere le rivela il segreto della sua scrittura>>
<<Il segreto della sua scrittura>>
Scetticismo.
<<Il segreto della sua scrittura.>>
Solennità.
Uno sbadiglio.
<<Quindi ricapitolando..>> gracchia la penombra <<c'è uno scrittore che scrive la storia di un altro scrittore e mentre legge questa genialità alla sua bella, questa gli dice di piantarla e lui le rivela il segreto della sua scrittura>>
<<Esatto! Geniale!>>
La figura scoppia a ridere così forte che il tempo inizia a scorrere alla rinfusa, un'altra candela si spegne oltraggiata da quell'improvviso moto d'aria, l'usignolo protesta rigirandosi nel suo nido sul tetto.
Ilarità.
Dazai non approva.
<<Questa roba sarà famosa>>
<<Certo!>> lacrima dalle risate <<dopo la tua morte!>>
<<Prima o poi morirò..>>
Finalmente l'aria si sistema, l'ultima candela vibra tremante, terrorizzata dal suo destino.
Per un po' c'è di nuovo silenzio.
"Finalmente" è il pensiero che riecheggia nel vuoto cosmico "magari finalmente ha finito e spegnerà quella santissima lampada..."
Invece Dazai prende il foglio in mano come un re prenderebbe il suo scettro.
Lo alza proprio all'altezza dei suoi occhi, lo scruta, poi scruta l'angolo della stanza ma ovviamente non vede nulla. A lui piace stare alla luce, dove anche se terribili, si vedono le cose reali; là, nell'oscurità, le cose sono terribili perchè così vengono concepite.
Inizia a leggere, gli occhi puntano sulla parte inferiore del foglio.
<< "Io ti dirò,mia amata, il mio segreto: spesso dietro un grande personaggio spesso si cela un autore incapce,inetto, che brucia nel dolore e annega nella gioia. Spesso,ogni sua frase urlata è il sussurro di un uomo che, con penna e calamaio, cerca di scavare nel fango della sua vita e trasformare il rame in oro. Non stupirti che io non pianga, piangeranno i miei personaggi per me; non stupirti neanche se io non cerchi realizzazione nel mondo, la mia realizzazione è già compiuta quando nasce l'idea, miracolo di letteratura e biologia, che dà vita a un modo del quale io non faccio parte ma, allo stesso tempo, ne sono il creatore. Questo è il mio segreto. Io sono, e sono in tutte le cose, le mie, perchè me ne approprio, e le sue, perchè io le ho create">>
Dazai posa il foglio sulla scrivania.
L'ultima candela si spegne.
<<Lo dice lui, lo scrittore,alla fine. Finisce così>>
La risposta non arriva immediata, il silenzio stavolta è un buco nero che risputa tutto ciò che la stasi aveva ingoiato, rimette le cose al loro posto, stacca le lancette dall'orologio.
<<E lei non gli risponde niente?>> chiede, infine.
Dazai ride. La sua risata cristallina mette fine alla notte.
<<Certo che no,lei non può!>> infine, spegne anche la lampada <<Perchè lei non esiste>>
Questo è il segreto della sua scrittura.
Spesso,dietro un grande personaggio, grande a volte nella sua totale incapacità di vivere, c'è un grande scrittore che brucia nella gioia e annega nel dolore. Spesso,ogni sua frase sussurrata è amplificata dalla sua carta come fosse un megafono, come fosse un aereo che vola per portare le sue parole ovunque; lui non scava nel fango, lui è il fango, e lui è il rame e lui è l'oro. Lui piange, lui ride, lui cerca di realizzarsi nel modo, ma in fondo non vi appartiene. Un silenzioso spettatore, un cronista, uno storico. Lui esiste in tutte le cose e in tutti i tempi, possiede tutto ciò che esiste e non esiste: creatore e distruttore di mondi. E la sua vita è divina.
Questo, è il segreto della mia scrittura.

Poso il foglio sulla scrivania.


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☄. *. ⋆ˊˎDamn Soukoku 相克Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora