Come sai che esisti veramente?
Questa era la domanda che tormentava i pensieri del ventiduenne dai capelli castani,steso in un lettino d'ospedale con una flebo attaccata al braccio.
Come sai che esisti veramente? D'altronde puoi vedere gli altri,ma non te stesso,a meno che tu non veda il tuo riflesso in uno specchio o su un'altra superficie liscia,ma cosa ti garantisce che ciò che vedi sia reale?
Come fai a sapere che esisti e che sei vivo,e che qualcuno si ricorda di te e ancora ti pensa in alcuni momenti della dua giornata,tra tutte le cose e le persone a cui ha da pensare?
Come fai a sapere che non è il mondo stesso ad essere irreale,che non è tutta un'invenzione del tuo cervello che ha creato tutte le persone e le cose intorno a te per farti sentire meno solo?
Ma erano domande senza risposta,Dazai lo sapeva. Forse non l'avrebbe mai trovata e questo logorava il suo animo dall'interno. Ogni giorno della sua vita quelle domande bruciavano dentro di lui e ardeva una folle disperazione che lo conduceva a cercare una soluzione a quel suo disagio interiore,a quel suo bisogno di conoscere e di sapere.
Aveva letto tanti libri e aveva scoperto che tanti prima di lui avevano consumato la loro vita tra le fiamme delle sue stesse necessità. Conosceva le loro ipotesi e i modi in cui avevano convissuto con il dubbio e l'incertezza,ma sapeva di non essere come loro.
Sapeva di non essere abbastanza determinato,di non avere abbastanza forza interiore da resistere molto tempo con quei dubbi.
E tutto era iniziato un fatidico giorno in cui,preso dallo sconforto e dalla consapevolezza che tutto sarebbe stato inutile,decise di togliersi la vita impiccandosi con una corda nella sua stanza alla Port Mafia.
Quel giorno nei suoi sempre accurati calcoli e previsioni,non aveva considerato un'incognita di importanza notevole: Chuuya Nakahara. Era entrato in camera di corsa,aveva fatto appena in tempo a salvarlo.
Dazai se li ricordava i suoi occhi, in quel momento. Lucidi,illuminati da un terrore che non ricordava di aver visto nemmeno in battaglia.
Da quel giorno,tentare il suicidio era diventata un'abitudine per lui,una sorta di rituale ossessivo-compulsivo che lo faceva star bene.
Il motivo dei suoi suicidi si era pian piano traslato: dalla frustrazione dovuta alle sue domande irrisolte alla frustrazione per l'incapacità di rispondere.
Dazai non ne era capace,quindi che diritto aveva di continuare a vivere?
Voleva morire solo per smettere di esistere. Forse,si diceva,morendo avrebbe finalmente capito quanto davvero di Dazai Osamu fosse legato al mondo terreno.
Eppure,ogni volta,quell'incognita rivelava fondamentale. Ogni volta,Chuuya Nakahara era lì,pronto a salvargli la vita.Il moro era sveglio,steso nel suo piccolo letto singolo nella sua stanza alla Port Mafia,con le mani incrociate in grembo e lo sguardo fisso verso l'alto. Era mezzanotte,ma lui non era stato in grado di prendere sonno. Non si chiedeva cosa,probabilmente era la paura di cosa avrebbe sognato,mista alla consapevolezza che il suo sonno sarebbe durato ore,combinato al fatto che sperava avrebbe trovato qualcosa da fare durante la notte.
Sbuffò,girandosi su un fianco,poi sull'altro. Prese il cellulare,poi un libro,poi si mise a disegnare,infine cercò qualcosa da mangiare,ma non trovò nulla.
Era passata solo un'ora quando,preso da una spossatezza improvvisa,il sonno lo colse d'improvviso mentre era seduto alla scrivania a stilare rapporti sui casi.
Sognò il suo partner,Chuuya,che usava Corruzione. Nulla che non avesse già visto,il suo corpo che veniva percorso da striature rosse,i suoi che diventavano minuscole fessure che davano sull'Abisso della sua anima. Dazai non capiva contro chi stesse combattendo e contro chi scagliasse gravitoni con tanta furia,fin quando non vide il suo stesso corpo volare da una parte all'altra dello spazio aperto dove si trovavano. C'erano solo loro due,e il moro era sia co-protagonista che spettatore esterno di ciò che accadeva.
Sotto un ultimo gravitone,il suo corpo si accasciò a terra senza vita,ma ciò non bastò a placare la sete di sangue del ragazzo dai capelli rossi il quale,ancora preda della sua abilità,si scagliò sul paesaggio che nella fragilità del sogno iniziava a sgretolarsi,fino a stremarsi al punto da sputare sangue.
Dazai non riusciva a pensare. Doveva usare "Lo Squalificato",doveva fermarlo o il suo partner sarebbe morto. Ma come poteva aiutarlo se lui stesso ormai non era più in vita?Si svegliò sbattendo la testa contro la lampada da scrivania che gli faceva luce,tutto sudato e con il cuore che gli batteva a mille.
Preso da un'urgente quanto inspiegabile necessità corse fino alla camera del ragazzo che aveva sognato bussando freneticamente.
<<Chuuya?>> chiamò,ma non ricevette risposta.
<<Ehi,Chuuya? Sono Dazai!>> continuò,sbattendo il pugno più forte sul legno della porta,ma ancora una volta nulla.
Disperato,stava per tirare un calcio alla maniglia quando una mano si posò sulla sua spalla da dietro di lui,e girandosi il bendato vide la figura (bassa) di Chuuya con gli occhi rossi dal sonno e il pigiama addosso che lo fissava con aria irritata.
<<Che problemi di vita hai,Dazai?>> sbottò.
Ma non fu in grado di finire di parlare che fu sbattuto alla porta in un abbraccio dal più alto. Inizialmente il rosso sgranò gli occhi dalla sorpresa,poi ricambiò il gesto accarezzando la schiena del partner con una mano.
<<Incubi?>> chiese,soltanto. L'altro annuì.
Chuuya aprì la porta di camera sua silenziosamente e invitò l'intruso ad entrarvi. Era molto simile a quella di Dazai,ma sicuramente più pulita e ordinata.
Il più basso sbadigliò,sedendosi sul letto.
<<Vuoi raccontare?>> chiese,rompendo il silenzio,riferendosi all'argomento precedente,ma ricevette solo un "no" con la testa.
Dazai non voleva parlarne,voleva solo rimanere lì,osservare il suo partner e l'ambiente in cui viveva.
Nonostante tutto,Chuuya per lui c'era sempre stato,oltre tutto l'odio che dimostrava per lui.
Guardò il ragazzo stendersi sul letto ad una piazza e mezza invitandolo silenziosamente a fare lo stesso e non se lo fece ripetere due volte.
Il clima era rilassato,anche se a tratti si rendevano conto di starsi guardando con fin troppa intensità.
Dazai si morse il labbro,era possibile che stesse iniziando a provare qualcosa per il ragazzo dai capelli rossi? No,non sarebbe mai successo.
Dazai Osamu non si sarebbe mai affezionato a nessuno,men che meno a quel bellissimo ragazzo esile ma molto forte,dagli occhi color zaffiro che sembravano fatti per ipnotizzarlo e la pelle bianca che sembrava essere fatta apposta per essere toccata da lui.
Quel ragazzo che lo aveva salvato tante volte e si era fidato di lui lasciandosi salvare,che era sempre lì ogni volta che un incubo turbava le sue notti o che la tristezza lo facesse annegare durante il giorno. Quel ragazzo che gli rallegrava sempre le giornate con i loro battibecchi,che arrossiva ad ogni minima parvenza di complimento che gli veniva fatto.Ma per l'altro era lo stesso? Cercava di capirlo,scrutando nelle sue iridi dal pacato colore azzurro.
<<Vorrei essere come te,Chuuya>> sussurrò,con una nota dolente nella voce.
Il rosso emise una flebile risata.
<<Razza di idiota,non mi piaceresti così tanto se fossi come me>>
Lo disse senza pensarci,ma quella frase entrò dritta nel cuore del moro,che sembrò davvero sorpreso.
Era vero,Chuuya provava pressappoco gli stessi sentimenti di Dazai. Lo osservava senza se ne accorgesse,a volte. Gli pareva di scorgere in quel suo atteggiamento da sbadato una tristezza e una solitudine infinita,e il puro desiderio di mettere fine ad una vita che non gli piaceva.
Ma aveva visto anche la luce,dentro i suoi occhi color caramello,la gentilezza e la voglia di proteggere la città che tanto gli stava a cuore. Lo ammirava,forse lo amava,addirittura,ma non glielo avrebbe mai detto. Non senza la conferma che i suoi sentimenti fossero ricambiati.E nel silenzio della camera buia,si baciarono come se fosse una cosa normalissima,non come se fosse il loro primo bacio,ma come se l'avessero fatto sempre.
E dopo molto tempo passato a farlo e a sussurrarsi parole che li facevano sorridere e scaldavano il loro cuore,iniziarono a sentire sonno.
Dazai sembrava angosciato e Chuuya lo notò subito. Non aveva bisogno di chiedere,sapeva che il suo partner passava la maggior parte delle sue notti insonni,a volte incapace di distinguere gli incubi dalla realtà.
<<Non aver paura>> sussurrò e il moro sentì come se gli occhi color zaffiro potessero leggere nella sua mente <<se accadrà ci penserò io a svegliarti>>
Il più basso poggiò una mano sulla guancia del più giovane,accarezzandolo con una delicatezza innaturale per un così violento esecutore della Port Mafia,fin quando i loro occhi non si chiusero nello stesso istante.E quello fu solo l'inizio.
Da quel giorno non sarebbero più stati soli,da quel giorno la solitudine di Dazai si sarebbe completata nella vicinanza del partner, tanto che i suoi i suoi incubi sarebbero diminuti fino a quasi scomparire.
La sua voglia di lasciare quel mondo non sarebbe mai andata via,ma avrebbe imparato a scacciare via i pensieri suicidi e a rimpiazzarli con l'immagine di Chuuya che lo rimproverava per cosa stava pensando.
Solo stando insieme tutto ciò era possibile.
Stando insieme l'incubo fino ad allora più spaventoso,la loro vita,divenne un sogno in cui,finalmente,stavano insieme.
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☄. *. ⋆ˊˎDamn Soukoku 相克
De Todo*・῾ ᵎ⌇ ⁺◦ 💘 ✧.* Humor e situazioni strane sui Soukoku (e occasionalmente anche sugli Shin Soukoku). Troverete anche scleri inerenti a Bungou Stray Dogs e delle OneShot dedicate alle due ship sopra citate~. *・῾ ᵎ⌇ ⁺◦ 💘 ✧.* Buon divertimento,e suici...