FIOR DI FRAGOLA

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La porta si spalancò e lasciò spazio a una giovane ragazza dai capelli castani, indossava una maglietta oversize dei queen e dei jeans trasandati con delle macchie di vernice bianca, sulle spalle una chitarra e sul volto, insieme all'immancabile matita nera sotto gli occhi,un sorriso sincero.
Scaricò la chitarra in un angolo, la lasciò cadere, ma non con violenza, era un gesto quasi dolce, esperto direi, come se lo facesse da anni. Con la stessa naturalezza afferò poi un libro dallo scaffale, senza neanche guardare il titolo, e si sedette a gambe incrociate sul pavimento.
Davanti a lei, disposti in un semicerchio come una piccola platea, una ventina di bambini dai 3 agli 11 anni era pronta ad ascoltare la storia del giorno.
La ragazza aprii il libro, fissò per qualche secondo la pagina e poi lo rinchiuse con forza. Improvvisamente il suo sguardo era diventato cupo, velato anzi, come quando fuori c'è il sole ma quelle poche nuvole candide ti impediscono di vederlo.
Alzò poi il viso verso i bambini, sul suo volto il sorriso sincero di prima era sparito per lasciare spazio ad uno molto più spento e tirato
<< Oggi facciamo una cosa diversa vi va? >>
Nella stanza il silenzio sembrava urlare "SI" attraverso le espressioni curiose dei bambini.
Si soffermò per un breve minuto su una bambina, se la ricordava bene, si chiamava Cika (letteralmente casa della coscienza): 10 anni, capelli rosso fiammante, occhi verdi, una passione smisurata per la lettura ed un'intelligenza sopra la media. Purtroppo la sua malattia le impediva di frequentare la scuola come gli altri bambini, costringendola non solo sulla sedia a rotelle, ma anche in una stanza d'ospedale. Nonostatnte questo Vik non l'aveva mai vista abbattersi, aveva pianto? Si, si era disperata? Si, si era arresa? Decisamente no.
Si risvegliò dai suoi pensieri con una scrollata della testa
<< Ok perfetto! Beh oggi ve la racconto io una storia, una inventata da me intendo >>
Il silenzio persisteva e la ragazza allora iniziò a raccontare
<< Quella di oggi è la storia di 2 ragazzi troppo diversi per non essere amici

Lei si chiamava Midori (verde), arrivò nella sua scuola a metà del primo anno, ai tempi c'erano ancora i dormitori.
Il giorno in cui arrivò pioveva, il cielo era grigio come l'espressione della ragazza. Neanche il tempo di fare le presentazioni con i compagni di classe che si chiuse a chiave nella sua stanza.
Al suo arrivo tutti avevano avuto una reazione : c'era chi non riusciva a contenere l'entusiasmo, chi troppo timido aveva quindi preferito un semplice sguardo o un gesto, oppure addirittura chi era visibilmente scocciato dalla sua presenza (o forse da quella del genere umano).
Poi però c'era lui, l'unico che al suo arrivo era rimasto impassibile.
Si era limitato ad osservarla in modo indifferente e con un impercettibile cenno della testa aveva annunciato il suo nome, Yukio (piccolo fiocco di neve), così si chiamava. Ma nonostante tutto lei aveva intuito che dietro a quegli occhi così diversi tra loro, si celava un mondo.

La giornata seguente la passò a sistemare le cose nella sua stanza, scambiò qualche parola solo con 2 ragazze J. e M.

Di lì a poco iniziarono le lezioni, per Midori era il momento di far vedere quanto valeva. Nelle lezioni pratiche tutti rimasero stupiti dalla sua forza, li aveva battuti tutti, tranne 2 di loro.
Uno dei quali ovviamente era Yukio, in realtà lui non l'aveva battuta, avevano lottato per un po', fino a quando il professore non li aveva separati dichiarando un pareggio.

La notte seguente la ragazza uscii in giardino per guardare le stelle, amava farlo, osservare l'immensità del cielo la faceva sentire piccola e questo la tranquillizzava.
Si mise a sedere sulla panchina sotto al pesco, pensava di essere sola ma quando dopo qualche minuto distolse lo sguardo dalle stelle si accorse che davanti a lei c'era Yukio che la fissava. Non arrossii, non era tipa che si imbarazzava per quelle stupidaggini, infatti gli restitui lo sguardo nel modo più indifferente che poteva, ma per quanto ci provasse non era brava quanto lui.
Dopo un paio di istanti infiniti il ragazzo si sedette al suo fianco ed iniziò anche lui a fissare il cielo sopra di loro.
Alla fine fu lei a parlare
- Complimenti per oggi, sei stato abbastanza bravo.
-Abbastanza!?
Perfetto, aveva colto la sfida, come pensava
-Beh che vuoi mica mi hai battuto!? Anzi direi che ti ho fatto il culo!
E indicò la benda che Yukio aveva dovuto mettere sulla fronte dopo lo scontro. Il ragazzo inclinò leggermente la testa
- Giusto... Sarà per la prossima volta
- Io non ci conterei fossi in te fior di fragola
-come mi hai chiamato scusa?
Esclamò il ragazzo finalmente incuriosito dalla conversazione
-FIOR DI FRAGOLA
stava facendo riferimento al bicolorismo dei suoi capelli.
Yukio accennò un lieve sorriso.
-Sei la prima a chiamarmi così
- Bene, non sopporto di arrivare seconda!
-Che stavi facendo qui fuori?
La ragazza sorrise e tornò a fissare le stelle
-Mi piace guardarle, è come se alla loro vista una vocina nella mia testa dicesse " la fuori c'è sicuramente chi sta messo peggio di te tranquilla"
Il ragazzo la guardava con un sorriso che mischiava dolcezza, curiosità e preuccupazione. Lei se ne accorse
-Non guardarmi così è semplicemente un modo per non pensare ai miei problemi
-problemi?
Cavolo, aveva parlato troppo. Si girò verso di lui, il  volto  le si era indurito di colpo. In condizioni normali se ne sarebbe andata, eppure quei dannatissimi occhi, i quali ormai avevano lasciato cadere i propri muri, erano un invito a continuare decisamente troppo allettante.
Midori sospirò, decidendo che per una volta, una sola anche lei avrebbe potuto lasciar cadere quelle difese, per un'istante si sarebbe liberata dalle sue catene. E lo avrebbe fatto con lui, qui e ora.
Iniziò a raccontargli di come all'età di 8 anni aveva visto i propri genitori morire in uno scontro con dei villan, non erano degli eroi ma pur di salvare la loro gemma di pesco, così la chiamavano, avrebbero fatto di tutto.
Gli disse che dopo l'incidente era andata a vivere con il fratello di suo padre e la figlia, nonostante fosse suo zio, quell'uomo aveva solo contribuito a rafforzare i suoi sensi di colpa e la sua chiusura in sé stessa, rendendola solo più dura di ciò che già non era.
-Ho deciso di entrare in questa scuola, per vendicarli, lo so non è la cosa più nobile che esista, ma sono stanca, voglio solo dimostrare a me stessa che posso farcela, che non è colpa mia.
Si stava grattando la nuca e il suo sguardo era basso come per chiedere perdono. A quel punto Yukio la stupì la prese per le spalle facendola voltare verso di sé e poi l'abbracciò, un abbraccio dolce come non ne sentiva da tempo, non trasmetteva pietà solo conforto e comprensione, ed era di quello che aveva bisogno. In un secondo le lacrime presero ad uscire e la ragazza si ritrasse quasi impaurita. Poteva parlargliene è vero, ma non era ancora pronta a piangere davanti a lui. Si asciugò le lacrime col dorso della mano
-E tu invece? Niente problemi esistenziali?
La situazione si era ribaltata adesso era lui ad essere in difficoltà.
Ma nonostante tutto iniziò a parlare. Le raccontò di come era stato crescere con suo padre, le pressioni che aveva dovuto sopportare vivendo con il number 2, il rapporto con i fratelli, che praticamente era inesistente e la malattia della madre. Midori si accorse che mentre parlava del padre l'unica cosa che traspariva dalle sue parole era odio, l'odio più intenso che avesse mai percepito.
Cavoli anche lui ne aveva passate tante... Ma a quanto pare quella scuola lo aveva aiutato ad aprirsi, la ragazza sperò con tutto il cuore che quel posto le facesse lo stesso effetto.
Tra chiacchiere e confessioni sincere si erano fatte quasi le 4, era tardi ed entrambi avevano bisogno di riposare
-Beh allora ci vediamo Fior di fragola, è stato stranamente piacevole
-Buona notte Midori
-Notte Yukio
Entrambi andarono a dormire confusi ma con un peso in meno nel petto. >>

Vik si fermò un secondo per pensare a cosa aveva appena raccontato. Lo aveva fatto davvero? Si erano giurati di non parlare mai di quelle sere... Ma tanto ormai che importanza aveva? Se da quella storia aveva imparato qualcosa è che il passato è passato e tale deve restare.

<< Wow Midori è proprio forte! >>
A parlare era stato un bambino di nome Katsue (benedizione) : 8 anni, capelli biondi come il sole, una voglia di imparare infinita come la sua fantasia ed una forma di cancro che forse non gli avrebbe permesso di diventare il grande detective che sognava di essere.
<< Io preferisco Yukio, è più misterioso >> ribattee pronta la piccola junko (germoglio), Vik non la conosceva bene, era una bambina diabetica, da quel che aveva sentito, ma per fortuna veniva in ospedale raramente e per di più per fare dei controlli.
<< Beh sicuramente entrambi hanno i loro misteri, ma la cosa bella è che tra di sé riescono a farli venir fuori   
no? >>
Si in fondo era sempre stata questa la cosa bella di loro 2.




CIAOOOOO!!
Allora questo racconto sta venendo davvero troppo lungo per i miei standard, qui  lo dividerò in 2 parti. Avete capito che personaggio è in realtà Yukio?! Si lo so ho messo l'immagine ma shhhhhh. Era tanto che volevo scrivere qualcosa su Todoroki e finalmente ho trovato la storia perfetta.
Lei invece è un personaggio totalmente inventato, di conseguenza non aspettatevi che io segua la trama di My Hero academia.
MA CON CHI STRAMINCHIA STO PARLANDO CHE NON MI SI FILA NESSUNO!?!?
Vabbè ciao 🖐️

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