32ª PERDONATO PT.2003002

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che dire, ho finito di scrivere quando tutti gli altri erano già andati a mangiare ma faccio in tempo a raggiungerli a tavola

sinceramente? non ho fame, zero proprio

sto giocando con la forchetta nel piatto a raggruppare il riso

"dai mangia" dice Lorenzo dal nulla

lo guardo per un attimo, poi torno a fare quello che stavi facendo

"davvero Lola, mangia qualcosa" insiste

"non ho fame"

"perfavore" dice guardandomi e inclinando un po' la testa

lo guardo anche io, poi porto gli occhi sul piatto, poi guardo Matilde che stava affianco a me, poi riporto lo sguardo sul piatto e infine alla sorvegliante

prendo ed esco, così dal nulla, seguita a ruota dalla sorvegliante

"signorina, signorina aspetti"

mi fermo e mi giro verso di lei, guardandola quasi con sguardo supplichevole e le lacrime agli occhi

"signorina, cosa succede?"

"niente" rispondo asciugando le lacrime in modo veloce

"oh sì invece, lei ha qualcosa" che intuito "le manca casa?"

"oh no, assolutamente no, casa è l'ultimo posto in cui vorrei essere ora" rispondo facendo una risatina nervosa

"ah sì? E perché?"

"ora non c'entra con quello che è successo, ma i miei stanno divorziando, in più lì non ho amici, e se c'è una, una sola persona che mi fa respirare un po' di aria fresca in tutta questa merda adesso non è più con me, e non la voglio assolutamente"

"vuole raccontarmi dei suoi genitori?" mi chiede

beh forse mi farebbe bene sfogarmi

"papà lavora in trasferta, ogni anno o due in un posto diverso, quando torna a casa la sera del venerdì si rilassa, e qui non c'è niente di male, ma tratta tutti come se lui fosse l'unico a lavorare e faticare... una sera siamo andati al Luna Park solo io e lui ma ha un po' paura dell'altezza... Di solito faccio le giostre (quelle forti) con mia mamma, ma quella sera non c'era perché stava al compleanno di una sua amica" dopo l'inizio di quella piccola spiegazione singhiozzo

"e poi?" chiede la sorvegliante

"e poi lui non se la sentiva di fare le giostre con me, così ha detto 'evidentemente mamma preferisce stare con le sue amiche che con noi'... non sono stupida, so che mamma preferisce me alle sue amiche, insomma, sono sua figlia! il problema è che mi ha dato l'impressione che mi volesse mettere contro di lei, ed è successo anche altre volte... Fa schifo, lo sa?"

"posso immaginare"

"non penso, non penso che possa immaginare com'è sentirli parlare la sera, a bassa voce, e sentir dire da papà che mamma ha 2 settimane al massimo per dimostrare un cambiamento nei suoi confronti... non sa com'è vedere papà andare avanti e indietro da casa della nonna" faccio tutto d'un colpo

sembrava che la sorvegliante non sapesse cosa dire, ma è del tutto normale, nemmeno la mia migliore amica sapeva cosa fare quando gliel'ho detto

"mi dispiace signorina... se ha bisogno di qualcosa può contare su di me"

"grazie... ma vorrei solo stare da sola adesso"

"certo... se vuole può andare in camerata"

"grazie" mi limito a dire per poi andarmene

non sono affatto una che piange, anzi per niente, di solito non provo nulla, infatti anche per questo argomento alle volte non riesco a provare assolutamente niente, me ne frego, mentre altre volte ci sto male, ma davvero qualcosa di superfluo, con qualche attacco di panico che non riesco a gestire. Poi, quando terminano, li prendo sottogamba... forse troppo sottogamba

"vieni con me perfavore" dice Lorenzo sbucando dal nulla

cazzo è? una presenza?

c'era solo lui

"gli altri?" chiedo alzando un sopracciglio

"mangiano"

"e tu?"

"io sono qui" nahh, chi l'avrebbe mai detto?

"davvero?" chiedo ironica

"vieni" risponde prendendomi dal polso e prendendomi dal polso

"che c'è?" domando non appena mi ha postata in camera sua

"a-me-non-piace-Sveva" fa scandendo le parole

"e-a-me-non-importa"

"è sempre tutto così difficile con te"

"eh già"

alza gli occhi con un quasi-sorriso, poi si sdraia sul letto trascinandomi con lui (e così facendo fa scontrare our body), ci stavo letteralmente sopra

i miei occhi e i suoi si incastravano perfettamente, ma come massimo a due centimetri di distanza

mi prende dal mento e mi avvicina a lui, dando vita ad un bacio luuuungo

staccati mi mordo un po' il labbro, non l'ho fatto apposta; mi è venuto spontaneo. lui si siede sul letto con la schiena appoggiata al muro e fa sedere me tra le sue gambe, stringendomi con le braccia attorno alla pancia

"si dai, va bene, ti perdono"

ohhhhh, non guardatemi così, sono sicurissima che l'avreste fatto anche voi

"ATTENTI CHE NON VOGLIAMO UN NIPOTE" urla Alessandro

"ZITTO GIGLIO" gli urlo di ripicca

Spazio Autrice
l'avreste perdonato anche voi, sono stra sicura... e poi come biasimarmi

QUESTIONE DI SGUARDI // LORENZO SENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora