2.The cartographer and the pirate

267 10 36
                                    

«SULL'ASSE!»

«UN ALTRO!»

«Avanti signorina.» disse un rozzo e vecchio pirata stringendo il braccio del suo prigioniero «Con quelle gambe così lunghe saprai camminare bene, no?»

Per risposta quello gli pestò il piede e buttò indietro la testa per colpirlo. Il pirata si tenne il naso, ma altri due presero subito il prigioniero per le spalle e lo obbligarono a terra. In ginocchio.

Lui cercò di respingerli, ma in due gli legarono le mani sul davanti.

Quello col naso sporco di sangue gli si avvicinò e gli prese con forza il mento con una mano costringendolo a sollevare i suoi occhi verdi su di lui.

«Ma che bel caratterino. Forse avete bisogno di qualcuno che vi dia una bella lezione inglesino.» lo canzonò lasciandogli il mento.

Il giovane prigioniero lo guardò con astio «Non pensate nemmeno di toccarmi!»

«Oh non oserei mai. Ehi Capitano Thor! Vi abbiamo portato un regalino!»

Qualcuno discese dal cassero e li raggiunse. Nel buio della notte sollevò una lampada ad olio accanto al volto. Il giovane prigioniero dapprima strizzò gli occhi per il fastidio, ma riaprendoli si ritrovò di fronte un giovane alto e certamente ben piazzato.

I suoi occhi erano blu come il mare e i capelli lunghi, biondi e pieni di sale.

Vestiva di una giacca rossa lunga con bottoni d'oro.

«Per mille fulmini...Guarda cosa ci ha portato l'oceano.»

«Non mi ha portato. Voi bastardi avete attaccato e bruciato la nave su cui viaggiavo!»

Il biondo ridacchiò «Ed è stato un bene, mi ha portato fortuna. È proprio vero che non tutti i tesori si trovano sul fondo del mare.»

Il prigioniero lo guardò male. La sua nave, dove lui viaggiava come cartografo, aveva lasciato da pochi giorni il porto di Londra e procedeva a gonfie vele verso le Americhe. Tuttavia poche ore prima era stata attaccata. Tutti gli uomini erano rimasti uccisi e i pochi vivi ora camminavano sull'asse. Lui era uno dei sopravvissuti.

«E il vostro nome?» domandò il capitano. Ma il prigioniero non rispose «Avanti ditemelo. Non fate il prezioso.»

«Credevo...di essere un tesoro.» ribatté quindi l'altro.

Il biondo sorrise «Così difficile...» allungò una mano forte e rude e tuttavia al tatto delicata quando la sentì sfiorargli una tempia «E così bello.»

Il prigioniero cercò di distogliere il volto, ma quello proseguì. La mandibola, una guancia, le labbra e «AH!» gridò il capitano quando i denti del prigioniero gli affondarono nella carne. Gli afferrò una manciata dei suoi capelli neri non troppo lunghi e mossi e glieli tirò all'indietro «Farabutto di un inglese. Tenete a bada quei denti.»

Quella posizione scomoda non impedì al moro di fissare il biondo con ancora più odio.

Quello lo fissò a sua volta con sfida «Mmm eppure sono così curioso di vedere fino a che punto sapete difendervi.»

Si sollevò e senza dargli il tempo di ribattere se lo caricò in spalla. Tutti scoppiarono a ridere.

«FORZA CAPITANO THOR.»

«FATEGLI VEDERE.»

Il capitano sorrise d'intesa ai suoi e tenne strette le gambe del giovane che intanto provava a dimenarsi «SIGNORI VADO A SOPPESARE IL NOSTRO BOTTINO. SE MI SONO SPIEGATO.» e strinse vigorosamente una natica del giovane. Il moro si sentì pervadere da una rabbia cieca. Iniziò a scalciare di più e a dimenarsi, ma l'altro aveva una stretta così forte che muovere anche solo le gambe gli era quasi impossibile.

Love and GoldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora