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Martino si lava le mani e si aggiusta la cravatta, lo specchio davanti a se riflette l'immagine di un trentenne che ha la sensazione di aver chiuso gli occhi a vent'anni per poi risvegliarsi direttamente là, in quel bagno lussuoso, con addosso un completo scuro e le prime rughe attorno agli occhi.

Aveva fatto tante cose nella vita, è vero, ma ha sempre questa sensazione orribile.. come se avesse potuto e dovuto fare di più. La malinconia che si ritrova sempre attaccata al collo non lo abbandona già da un po', e sta seriamente pensando di vedere uno psicologo per provare a togliersi di dosso quella fastidiosa sensazione di paura mista a tristezza.

Sospira e si stampa in faccia un sorriso finto, quel sorriso che aveva imparato a sfoggiare fin troppo bene negli ultimi anni, tornando nel salone principale per concludere quella giornata infinita.

Si risiede al tavolo con sua madre e il suo nuovo compagno... oddio.... da oggi nuovo marito.
Non avrebbe mai pensato nemmeno di poter vivere quel momento, assistere al matrimonio di tua madre è praticamente l'ultima cosa che ti aspetti dalla vita, ma le ha sempre augurato solo il meglio e lei sembra davvero averlo preso in parola. È felice, una donna nuova, come dice sempre.

Assiste al taglio della torta e un po' si commuove, quindi al momento del primo ballo decide di svignarsela per un po' ed uscire a fumare per evitare di crollare in lacrime e fare una figura di merda davanti a tutti i parenti.

Trova una panchina nel grande giardino della villa e controlla il telefono, ci sono alcuni messaggi dai suoi amici che gli chiedono come stia andando il matrimonio ma niente di più.
Osserva i bambini giocare nel giardino, tutti vestiti bene, e non può fare a meno di sentirsi un fallimento su tutta la linea.. non solo aveva mandato a monte il suo di matrimonio, facendosi prendere dal panico e annullando tutto a tre settimane dalla data fissata, aveva anche smesso di credere nell'amore. Nelle relazioni, e tutto ciò che ci gira attorno.

Se avesse avuto un minimo di coraggio, a quest'ora sarebbe sposato già da un anno, magari avrebbe anche potuto fare un bel viaggio per l'anniversario, Matteo ha sempre voluto andare in India..

La devo smettere di pensare al presente.
Matteo non c'è più.
L'ho lasciato io, e non ha più voluto niente a che fare con me. Giustamente.

Finisce la sigaretta ma non ha nessuna voglia di tornare dentro, rimane lì a farsi mille paranoie. Decide che lunedì quello psicologo lo contatterà davvero, una seduta non ha mai ucciso nessuno infondo.

Si sveglia il lunedì mattina nel suo appartamento silenzioso, dopo essere codardamente scappato dalla relazione più lunga e seria della sua vita, aveva solo voglia di ripartire da zero. Ha preso una casa vuota e desolata, comprando controvoglia mobili senza alcun valore affettivo. Asettici, bianchi, tristi come la sua vita in quel periodo.. non aveva aggiunto molto altro, non ha mai avuto lo stimolo giusto per arredare davvero casa sua.

Si era preso un giorno di ferie per il matrimonio di sua madre e non aveva nessun programma, guardando le pareti vuote di camera sua si sente vuoto dentro. Non ha foto appese, non ha nessun quadro comprato a qualche mercatino, nemmeno soprammobili che gli ricordino degli sporadici momenti di gioia che in trent'anni aveva vissuto.

Controlla il telefono e guarda le foto della giornata di ieri, lo ritraevano in compagnia dei suoi cugini, zii e parenti vari. In tutte sorride, chissà se qualcuno si è accorto di come sta in realtà.. dubita che la gente attorno a lui abbia la benché minima idea di come si sente ultimamente, c'è solo una persona al mondo con cui aveva condiviso il suo malessere.
Decide di chiedergli se per caso aveva da fare quella stessa sera, ha bisogno di parlare con lui. Sentire cosa ne pensa, racimolare un po' di comprensione e affetto.. perché lui è l'unico che riesce a farlo sentire ancora umano, importante per qualcuno.

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