La giornata è trascorsa fin troppo in fretta, si sta cambiando per uscire dal lavoro e l'ansia sta prendendo sempre più piede dentro di lui, doveva andare direttamente allo studio dello psicologo e ha una paura folle.
Continua a chiedersi che cosa avrebbe potuto dirgli, magari aveva qualche malattia strana davvero.. lo sa di essere un po' ipocondriaco, non è una grande novità, ma se dovessero davvero diagnosticargli qualcosa?
Sta guidando e quasi gli manca l'aria al solo pensiero.
Parcheggia un po' lontano dall'entrata perché a Roma un parcheggio comodo non lo trovi neanche se preghi, si rende conto di avere le gambe che tremano mentre cammina verso il portone di quel palazzo signorile.Prende l'ascensore fino all'ultimo piano ed entra nello studio accolto da quella che sicuramente è la segretaria, una donna sui cinquant'anni vestita di tutto punto. Si sente subito fuori luogo, a starsene seduto sulle poltrone in pelle della sala d'attesa, ammirando gli affreschi sul soffitto.
Come minimo questo mi chiede duecento euro a seduta.
Sta facendo i conti di quante sedute potrebbe effettivamente permettersi, quando la signora di mezza età torna da lui per accompagnarlo nella stanza infondo al corridoio.Lo studio di quel signore brizzolato è a dir poco impressionante, ha una scrivania di mogano enorme e massiccia e due poltrone scure davanti ad essa in cui uno potrebbe tranquillamente dormire comodo per una vita intera, le due finestre immense dietro alla scrivania regalano una vista più unica che rara sulla cupola di San Pietro.
Martino ha paura anche solo a respirare lì dentro... è decisamente fuori luogo. Cosa cazzo mi girava per la testa quando ho prenotato questa cosa??"Buona sera! Si sieda, prego.." esordisce il signore con un sorriso gentile.
"Ehm..sì..buona..buona sera. Piacere, Martino." Si stringono la mano e il dottore si toglie gli occhiali per guardarlo bene in faccia.
"Possiamo darci del tu? Che ne dici? Mi sembri giovane, non voglio che ti senta a disagio dandomi del lei o roba del genere.. non sono così vecchio come sembro." Dice sorridendo quell'uomo, e a Martino sembra uscito da un universo parallelo. Nemmeno lui centrava niente con il contesto, lo avrebbe visto meglio dentro ad un bar con una birra scura che in uno studio affrescato con vista San Pietro."Bella la vista, eh?" Gli chiede all'improvviso, vedendo il suo sguardo vagare dietro di lui.
"Eh...direi.."
"Questo studio era di mio padre, l'ho ereditato.. ma dimmi, cosa ti porta in questo posto?"
Martino fa un bel respiro e cerca di far uscire dalla sua bocca un discorso che potesse avere un senso.
"Ultimamente, da qualche anno insomma, mi sento...triste, come se la mia vita non fosse davvero la mia, mi sento trasparente.."
Il dottore lo guarda annuendo, prima di prendere la parola.
"Ok, posso sapere se lavori, cosa fai durante i week end.."
"Si si, lavoro in un laboratorio di analisi e lo adoro, è l'unica cosa positiva diciamo. Nei weekend sono spesso a casa, da solo.. non ho molta voglia di vedere gli amici ultimamente, cioè..li vedo, ma ultimamente non così spesso. Loro hanno tutti una vita piena di cose belle..""E tu ti senti inferiore? Come se gli altri andassero avanti senza di te?"
Martino lo guarda e sente il naso pizzicare, deve trattenere le lacrime..
"Sì. Loro sembrano così felici..."
"Ho capito, e posso chiederti se hai o avevi qualche relazione amorosa?"
Martino vorrebbe solo tornare a casa e piangere, non gli piace pensare al suo passato. Stava ancora tentando di dimenticare tutto.
"Avevo un compagno, siamo stati insieme tre anni e dovevo sposarmi un anno fa più o meno...ma non è successo."
"E come mai?"
"Io... l'ho lasciato."
Martino rimane a fissare le sue stesse dita, si sta torturando le pellicine attorno alle unghie e aspetta l'ennesima domanda."E perché lo hai lasciato? Riesci a dirmelo?" Chiede il dottore con tono tranquillo.
Martino alza lo sguardo e tenta di rispondere, ma tutto quello a cui riesce pensare è che una risposta non ce l'ha. Non lo sa perché ha lasciato Matteo, non sa perché un giorno si è svegliato e ha avuto l'impressione di star vivendo la vita di un'altro.. sa solo che quel giorno si è sentito imprigionato e pieno di paura, stretto in una routine che non lo rendeva così felice come pensava.
"In realtà no, non lo so perché.. in quel momento mi sembrava la cosa giusta da fare suppongo.."
"Ok, e adesso? Ripensandoci...credi ancora che sia stata la scelta giusta?"
Martino ha la testa che scoppia, mille pensieri stanno vagando senza una risposta in quel momento.
"Io non ci penso mai.. odio ripensare al passato, ma so che è stata la cosa giusta."
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RICORDI PERDUTI
FanficMalinconia. Questo il termine medico per definire la condizione che affligge il Martino trentenne da un po' di tempo ormai.. quale sarà la causa? Perché si sente così incompleto? Riuscirà a trovare una via d'uscita e una stabilità che manca ormai da...