Capitolo 18

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-che cosa hai detto scusa?- Jafar guardò la madre sospirando prima di ripetere per la quinta volta da quando era arrivato a Shamshara perché si trovasse li:

-mi hanno cacciato da Kultepe perché non sono per niente un esponente della nobiltà ed insegnarmi qualcosa è inutile- sussurrò Jafar, quella non era minimamente la verità ma non poteva assolutamente dire la verità. Lo aveva promesso a Silkal.

-sei una delusione- disse suo padre con la voce che esprimeva da sola tutto il disprezzo che l'uomo stava provando per il figlio e Jafar si trovò ad abbassare la testa non riuscendo a sostenere quello sguardo. Nel mentre June che era al suo fianco e che era stata costretta ad accompagnare il ragazzo per accertarsi che non dicesse qualcosa di top secret si stava sentendo male per lui. Quella in cui si stava trovando Jafar non era una bella situazione e il fatto che quello che stava dicendo non era la verità era anche peggio. Adesso ne era sicura: Jafar non c'entrava niente con l'attentato a Raphael.

-lo so- sussurrò Jafar che l'unica cosa che voleva in quel momento era andarsene in camera e finalmente sfogare tutta la sua rabbia.

-dovremmo disconoscerti, sei solo una macchia nera sulla nostra bella famiglia. A volte vorrei tanto poter scambiare te con Heler e Noila. Nessuno avrebbe sentito la tua mancanza- Jafar alzò lo sguardo a quelle parole guardando sconvolto il padre. Quello faceva terribilmente male, tutto quell'odio gratuito e la consapevolezza che per i genitori poteva anche morire.

-allora fatelo, non mi ribellerò- riuscì a dire nonostante il groppo che aveva in gola.

-per il momento resterai qui a meditare su quello che hai fatto, poi ne parleremo- concluse l'uomo prima di rivolgersi a June che era rimasta li in silenzio per tutto il tempo -grazie per aver riportato qui questa delusione, se vuoi rimanere qui per la notte non ci sono problemi-

-grazie per il pensiero ma preferisco partire immediatamente Sir- rispose June che non voleva rimanere un secondo in più in quel posto con quella gente orribile.

-come vuoi, Jafar fa qualcosa di buono e accompagna la ragazza all'uscita- Jafar annuì e uscì dalla sala del trono seguito a ruota da June senza aggiungere altro.

-Jafar- sussurrò la ragazza -cosa è successo hai tuoi fratelli? Quello che ti hanno detto non sembrava per niente bello-

-sono morti tre settimane fa più o meno- le rispose il rosso facendo bloccare sul posto June.

-Jafar io...-

-non dire niente. Non cambierebbe la situazione quindi non ti preoccupare per me- la bloccò il ragazzo facendole un piccolo sorriso incoraggiante. -avvisami quando Raphael starà meglio, mi basta solo questo-

-ci tieni tanto a lui- constatò June con un piccolo sorriso triste che si andava a formare sulle sue labbra, Raphael aveva davvero qualcuno che gli voleva bene.

-lo amo è diverso- sussurrò Jafar lasciando nuovamente senza parole la ragazza. -fa buon viaggio June-

-grazie Jafar, ti prometto che cercherò insieme a Viktor di far ragionare Raphael e soprattutto cercherò di scoprire chi ha cercato di incastrarti. Hai la mia parola- Jafar annuì alle parole della ragazza prima che la bionda salisse sulla carrozza che li aveva portati li. Aspettò fino a quando non riuscì più a vedere la carrozza prima di rientrare nel castello di Shamshara e andarsi a nascondere nella sua camera. Non aveva voglia di vedere e parlare con nessun componente della sua famiglia. Doveva sbollire tanta rabbia prima di uscire dalla sua camera.

Purtroppo per lui però non riuscì ad entrare nella sua camera in silenzio visto che vi trovò Alì da aspettarlo.

-Jafar- disse il ragazzo quasi con un sospiro prima di trascinarlo dentro la sua camera.

-cosa c'è?- gli chiese Jafar confuso dalla presenza del fratello maggiore li. Perché si stava interessando a quello che faceva?

-devi andartene da qui- disse serio Alì a bassissima voce nonostante avesse chiuso la porta della camera alle sue spalle.

-ti faccio così tanto schifo da volermi mandare via solo perché sono tornato prima?- chiese sconvolto Jafar, perché Alì non poteva rimanere disinteressato a quello che faceva? Sarebbe stato mille volte meglio.

-non stai capendo! Non mi fai schifo Jafar, io ti voglio bene!- sussurrò Alì passandosi una mano tra i capelli rosso scuro sospirando in contemporanea -credi davvero che quello che è successo a Heler e Noila sia stato un incidente?- chiese il ragazzo mordendosi il labbro -te lo dico io no! I nostri genitori ci credono ma io sono sicuro che non sia stato così visto che erano il secondo e il terzo in ordine di successione e adesso siamo avanzati tutti. Jafar qui sta per scatenarsi una guerra tra noi e tu eri al sicuro a Kultepe. Qui no perché adesso sarai il loro primo bersaglio. Devi andartene- Jafar guardò sconvolto il fratello maggiore, non si era minimamente aspettato una cosa del genere, non ci aveva minimamente pensato. -ti voglio bene fratellino ma per come ti sei comportato i nostri fratelli vorranno farti fuori. Per favore va via, ritorna a Kultepe se puoi ma non dire a nessuno dove vai. Nemmeno a me-

-e tu? Anche tu sei in pericolo- sussurrò Jafar che ancora doveva metabolizzare del tutto la notizia.

-no, appena ho capito quello che stava succedendo per essere sicuro di non trovarmi ucciso nonostante io non avessi fatto niente per far pensare di volere il trono mi sono messo a studiare per diventare uno dei sacerdoti del sole- rivelò il rosso sospirando -io non ho problemi a farlo ma per te potrebbe essere quasi impensabile quindi per favore va il più lontano possibile-

-sei sicuro di quello che stai facendo?- chiese ancora per sicurezza Jafar, lui non sarebbe mai riuscito a rinunciare a tutta la sua vita precedente come il fratello per diventare un sacerdote del sole.

-non posso fare altrimenti Jafar e tu vedi di scappare adesso. Nessuno deve vedermi qui- e così dicendo Alì uscì dalla sua camera salutando in quel modo il fratello minore che probabilmente non avrebbe più rivisto.

Punizione al NordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora