Dafne
Il volo era stato veloce, come ogni giovedì. Per fortuna esisteva un mezzo, oltre il treno o l'auto, per risparmiami la fatica di fare avanti ed indietro per andare a Roma. Però era stancante comunque, a maggior ragione quando sapevo che, una volta tornata a Milano, mi aspettava ancora il lavoro lasciato in sospeso per partire."Daaaaaf" urlò mio fratello, alzando la mano per farsi notare. Scossi la testa alzando gli occhi al cielo. Era l'unica auto parcheggiata sulla pista d'atterraggio, rossa fiammeggiante. Davvero credeva che non l'avessi visto?
"Ehi, ciao. Come sta oggi la mamma?" chiesi con curiosità, mentre mi sedevo comodamente al posto del passeggero e controllavo il mio orologio per capire se fosse tutto in orario come doveva.
"Insomma. Oggi ha deciso di non mangiare nulla" fece spallucce, ormai arreso all'idea di dargliela vinta e corrugai la fronte.
"Lo avete detto al suo dottore?" chiesi cercando nello zainetto il mio cellulare che aveva cominciato a squillare.
"Sì, papà ha avvisato e più tardi verrà a visitarla un attimo" disse semplicemente. Guardai lo schermo e mi passai una mano tra i capelli in modo nervoso. Forse era successo qualcosa?
"Pronto?" chiesi in ansia "che succede Alejandro?" guardai le strade della città passarmi davanti.
"Per quanto riguarda il party di domani, abbiamo un problema" mi informò e quasi risi nervosamente perché lo immaginavo.
"Alle 20 abbiamo una riunione, non puoi dirmelo in quel momento?" sperai di riuscire a risolvere, per ora, la cosa.
"Ho paura che sia troppo tardi. La band ha annullato all'ultimo momento per via di una proposta migliore e il buttafuori dovrà assentarsi per problemi di famiglia" precisò con fare grave.
"Quindi i problemi sono due" sospirai chiudendo gli occhi e cercando una soluzione abbastanza veloce "okay, cercherò di risolverli subito da qui. Per qualsiasi cosa, non esitare a chiamarmi" frugai ancora nello zaino per cercare la mia agenda "mi aspetto che tu riunisca tutto il personale nella stanza delle conferenze alle 20 in punto, ci vediamo stasera" conclusi chiudendo la chiamata, dopo aver avuto un verso di consenso da parte sua. Sfogliai i fogli cercando di concentrarmi su ciò che cercavo, nonostante il vento che mi scompigliava i capelli per via della cappotta tenuta abbassata.
"Sul serio? Stai lavorando anche in questo giorno che dovrebbe essere di riposo?" mio fratello sbuffò guardandomi male mentre si fermava ad uno stop.
"Con questo lavoro non esistono giorni di riposo, dovresti saperlo" alzai un attimo lo sguardo riconoscendo le villette del quartire in cui ero cresciuta.
"Mi sembra di parlare con papà" rise diveritito ricevendo un'occhiata da parte mia "siamo arrivati, forse dovresti rimandare il tutto perchè mamma ti aspetta" prese l'agenda dalle mie mani e scese subito dall'auto che aveva appena parcheggiato sul vialetto di casa.
"Ettore" lo richiamai seguendolo subito verso la porta d'ingresso "non scherzare e ridammela subito. Ovvio che andrò prima da mamma" tesi la mano e sbuffando come un bambino annoiato, me la ridiede. L'afferrai saldamente e mi precipitai su per le scale a passo svelto, bussando subito alla porta della camera da letto.
"Sì?" la sua voce debole mi fece male, ma aprì la porta con un sorriso stampato in faccia.
"Ciao mamma" la salutai notando che la tenda era tirata e che la luce entrava nella stanza senza darle fastidio "come stai oggi? Sei contenta che sono arrivata prima?" abbandonai le mie cose alla punta del letto e mi diressi verso di lei. Con un sorriso spento e i suoi soliti occhi tristi, allargò le braccia in cui mi tuffai.
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The Babylon Hotel - Guè Pequeno
FanfictionIl principale scopo della vita è quello di avere dei sogni che ti spingono a voler essere ciò che più desideri. Per Dafne Kyla Rasoli non sarebbe stato mai così. Aveva avuto la s/fortuna di essere nata in una famiglia di albergatori, che di genera...