CAPITOLO 5 - RIVELAZIONI E INIZIO DELLA CACCIA

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Kaoru si svegliò di soprassalto dopo solo un'ora di sonno con un'illuminazione, un piccolo dettaglio che aveva avuto sotto gli occhi, ma che gli era sfuggito, a cui non aveva dato la minima importanza.

Quando era stato nell'appartamento che credeva di Ludovic aveva letto nella fila dei campanelli all'ingresso il cognome Miura.
Adesso tutto aveva un senso: era stato Heiji ad architettare tutto. A partire dalla serata del suo addio al celibato e al "fortuito" incontro con Ludo.
Guardò l'orologio, ora non aveva tempo, doveva recarsi con suo padre allo studio notarile per gli ultimi dettagli, perché il suo più che un matrimonio era un contratto vero e proprio, ma appena si fosse liberato doveva affrontare Heiji e capire quali erano le sue intenzioni.
Adesso sapeva chi era il suo avversario, però doveva cercare di tenere a freno la rabbia e restare freddo per riuscire ad affrontarlo al meglio.
Era certo che con lui ci sarebbe riuscito, solo Ludovic riusciva a scalfire la sua freddezza e la sua razionalità.


Il notaio elencava le condizioni del loro accordo, ma Kaoru non riusciva a seguirlo la sua mente era persa dietro infiniti pensieri.
Vedere la ragazza davanti a sé che teneva gli occhi bassi e non lo guardava nemmeno di sfuggita gli faceva capire l'assurdità di quello che stava succedendo.
Era la prima volta che si vedevano ed era chiaro come il sole che Fumiko non era lì perché lo desiderava, era completamente succube del volere del padre e ne soffriva terribilmente.
Sembrava aver perso ogni speranza di poter essere felice.
Adesso capiva perché Taki si era opposto.
Suo fratello aveva passato tutta la vita a rendere fiero il padre, era sempre il primo in tutto, a scuola i suoi voti erano sempre eccellenti.
Goro lo aveva caricato di mille responsabilità preparandolo a prendere le redini della società e lui non si era mai lamentato, era stato un figlio perfetto, però davanti a quella assurdità non aveva resistito.
Kaoru non sapeva se Taki si fosse opposto per la propria felicità o per quella di Fumiko.

Suo padre però davanti al rifiuto di Taki, non aveva avuto alcun dubbio o si era fatto il minimo scrupolo, si era ricordato di avere un altro figlio, fino a quel momento completamente ignorato, e lo aveva semplicemente rinnegato per sostituirlo con lui.


Kaoru non riusciva a capire come riuscisse a resistere e non scappare di fronte a tutto quello, a non odiare suo padre di fronte a una tale consapevolezza.

In tutto quel grigiore che era la sua vita, l'unico elemento di colore era stato rivedere Ludovic.
Appena formulò quel pensiero si diede dell'idiota.
Come poteva anche solo pensare che essere stato ingannato da lui potesse essere positivo?
Però averlo fra le braccia e fare sesso con lui era stato il momento più felice della sua vita, anche se poi tutto era crollato come un castello di carte.
No, doveva toglierselo dalla testa. Ludo non esisteva più.
Quel ragazzo aveva solo il suo corpo... anche se lo trovava irresistibile ....

Doveva parlare con Heiji per chiudere definitivamente quel cerchio e con esso anche tutti i sentimenti che ancora provava.

Dopo 4 anni tutto era più complicato. Voleva che Ludo gli fosse indifferente, voleva tagliare ogni legame con lui, ma era impossibile, il biondo riusciva a scatenare in lui sentimenti forti e contrastanti.
Voleva odiarlo, ma al tempo stesso sentiva di continuare ad amarlo.
Odio e amore così forti da diventare uno parte dell'altro.


La voce di suo padre che salutava calorosamente il sig. Miura lo destò dai suoi pensieri.
Fumiko continuava a tenere la testa bassa e a non proferire parola, si limitava a piccoli inchini quando suo padre la nominava.
Era una bellissima ragazza con lunghi capelli neri e occhi chiari, molto simili a quelli di suo cugino Heiji.
Sarebbe stata sicuramente una moglie perfetta per la persona capace di amarla e di ricevere il suo amore, ma quella persona non era lui.
In quel momento si rese conto di aver preso la sua decisione.
Non poteva sposarla e renderla triste per il resto della sua vita.

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Ludovic aveva preso le valigie ed era pronto per partire, gli restava solo una cosa da fare.
Suonò al campanello e attese.
Micah aprì la porta ancora mezzo addormentato, ma come lo vide lo abbracciò e lo tirò all'interno dell'appartamento.
Ludo sorrise, aveva temuto fosse arrabbiato con lui per essere andato via insieme a Ryo e invece il suo amico gli perdonava sempre tutto.
"Ludo temevo saresti partito senza salutarmi..."
"Non avrei mai potuto farlo"
Micah sciolse l'abbraccio e lo guardò meglio. Sembrava stare bene. Tirò un profondo sospiro di sollievo.
Ryo non gli era mai piaciuto, lo aveva sempre ritenuto una persona violenta e sapere che Ludo era nelle sue mani in quelle condizioni l'aveva fatto temere il peggio.
"Vedo che stai bene ... lo sai che hai rischiato ..."

Una settimana sconvolgenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora