Yuuya riaprì il quadernino e gli fece leggere ciò che stava scrivendo. Mao sorrise intenerito da ciò che lesse e...
"Sei davvero innamorato, allora... Se hai bisogno di aiuto o di qualche consiglio, chiedi pure" disse.
"Mi aiuteresti davvero?" chiese sorpreso il batterista.
"Sei un mio carissimo amico, non potrei non aiutarti, soprattutto su una cosa del genere. E' ovvio che io voglia aiutarti" rispose il cantante.
Ciuffo rosso abbracciò l'ibrido senza preavviso. Quest'ultimo fu colto di sorpresa e arrossì leggermente, ma dopo un attimo ricambiò la stretta confuso; Non aveva la minima idea di chi potesse veramente essere la persona di cui Yuuya era innamorato... La conosceva oppure no? Sarebbe davvero stato in grado di aiutarlo?
Erano queste le sue domande e non sapeva davvero come rispondere, anche perchè di tutta quella storia una cosa lo tormentava e non riusciva proprio a farsene una ragione.Il batterista sciolse l'abbraccio e poi chiese "Non per cambiare argomento, ma... Come sei entrato?"
"Oh, beh... Sono entrato dalla finestra" rispose Mao indicandogli la finestra aperta.
"Voi ibridi siete tutti così...?"
"Nah, dipende. Io faccio così solo con i miei amici più cari" in realtà aveva mentito: il cantante non faceva così neanche con le persone a lui più care, ma solo con Yuuya. Non gli avrebbe detto la verità, o almeno non ora, magari l'avrebbe scoperta da solo.
C'era un'unica verità riguardo a ciò ed era anche il più grande segreto dell'ibrido."Come mai sei venuto...?" domandò ciuffo rosso dopo un piccolo momento di silenzio.
"Nessun motivo in particolare, volevo solo venire a trovarti"
"Sì... Volevo solo passare a trovarti..." dietro al sorriso di Mao si nascondeva una profonda tristezza, un forte senso di vuoto, come se nella sua vita mancasse qualcosa.
"Dato che stai scrivendo... Ti lascio in pace, ci vediamo" si voltò e iniziò a camminare verso quella finestra. Il sorriso che aveva si era spento.
"Mao, aspetta-" non fece in tempo a chiamarlo che il cantante prese le sembianze di un gatto nero a pelo lungo e uscì.
Sospirò "Avrei preferito che tu fossi rimasto..."
Poi si rimise a scrivere, ma questa volta erano pensieri che gli passavano nella testa in quel preciso momento.
"Avrebbe potuto almeno ascoltarmi... Invece se n'è andato, probabilmente pensando che io non volessi la sua compagnia... E quel suo sorriso falso... Vorrei che mi dicesse la verità, ma forse chiedo troppo..." Come dargli torto? In fin dei conti, la sua compagnia non gli dispiaceva affatto, l'unica cosa che gli dava fastidio era il sorriso forzato. Lui adorava quando l'ibrido sorrideva veramente e amava la sua risata, così come gli piaceva parlare con lui. Gli sarebbe bastato anche solo se fosse stato lì zitto accanto a lui, ma Mao non aveva minimamente capito ciò che voleva realmente Yuuya.
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Aki era in giro per Tokyo da solo e non sapeva precisamente cosa fare. Arrivò in un parco, ascoltando un po' di musica e si sedette su una panchina. C'era qualche bambino che giocava, nonostante non facesse ancora caldo. Il bassista adorava guardare i ragazzini che giocavano: gli scaldava un po' il cuore, quando era solo. Sarebbe tranquillamente uscito con Shinji se non fosse che quest'ultimo stava componendo e lui non voleva dargli fastidio. E sapeva che Mao sarebbe andato da Yuuya quel giorno, quindi a maggior ragione in quel momento non sapeva a chi chiedere.
Rimase lì talmente tanto che vide il parco svuotarsi e rimase veramente solo. Iniziò anche ad esserci un po' di vento, ma non aveva voglia di tornare a casa.
Si creò un'atmosfera un po' triste; le giostre vuote mosse leggermente dal vento davano un'aria di desolazione e abbandono totale. Aki rimase lì nonostante tutto, in fin dei conti, in quel momento, era lui quello ad essere abbandonato dagli altri. Infatti, quello era il luogo perfetto.
Ad un tratto, però, realizzò di non essere completamente solo. Voltò la testa e su una panchina un po' più in là vide un gatto nero a pelo lungo. Lo osservò un po', prima di riuscire a riconoscerlo veramente."Hey, Mao... Come mai sei qui tutto solo...?" chiese cercando di attirare la sua attenzione. Si sedette accanto a lui.
Il cantante prese le sue sembianze umane e rimase seduto a testa bassa.
"Yuuya stava scrivendo, così sono venuto qui... Scusa, non ti avevo visto" rispose senza alzare lo sguardo."Neanch'io ti avevo visto fino a poco tempo fa... Diciamo che stavo pensando un po'..." Quello che aveva detto era vero; fino a qualche minuto prima era completamente assolto nei suoi pensieri, così come sembrava ora Mao.
"Mi sembri un po' giù di morale... È successo qualcosa?" domandò ancora il ragazzo con lo sguardo omicida.
"No... Niente di importante, tranquillo"
"Allora potresti almeno guardarmi in faccia, no?"
Il cantante alzò lo sguardo voltando la testa verso di lui. I suoi occhi sembravano vuoti, tristi e la sua espressione non era da meno.
"Sicuro che vada tutto bene...? Dal tuo sguardo direi più il contrario... Non mentire... La situazione non migliora altrimenti"
L'ibrido rimase in silenzio, ma non immobile: Mao abbracciò Aki.
Angolo autrice:
Salve a tutti... scusate se non pubblico sa secoli... non ero molto sicura su alcune cose di questo capitolo... ma qualcuno mi ha detto che in realtà ci sta... quindi... eccomi qui, di nuovo.
Dico già che nella storia si vedranno cose che... non erano previste, ma ho pensato che magari... potrebbe rendere la storia più interessante e intricata.
Detto questo...
A presto,
Nanaise
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1000 Modi Per Morire
FanfictionAki, Shinji, Yuuya e Mao: quattro ragazzi come tanti altri, con la passione della musica in comune. Provengono da città diverse a si incontrano per caso a Tokyo. Diventeranno amici, ma Yuuya e Mao sembrano nascondere qualcosa. Cosa faranno Aki e Shi...