our story [namjoon]

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"Ogni storia è composta da quattro parti: il principio, la metà, il quasi-finale e il finale vero e proprio

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"Ogni storia è composta da quattro parti: il principio, la metà, il quasi-finale e il finale vero e proprio. Purtroppo, non tutti arrivano al vero finale. La maggior parte della gente si arrende quando la storia volge al peggio, quando la situazione sembra disperata, ma è proprio lì che serve di più la speranza. Solo chi persevera trova il vero finale."

Tempo fa avevo letto questa frase, a quel tempo non ci avevo dato tanto peso. Era solo l'ennesima citazione che trovavo in uno dei tanti libri che leggevo, bhe, mi sbagliavo. È vero che si capiscono le cose o frasi solo dopo che le hai vissuto appieno sulla tua pelle. La storia di cui andrò a parlare oggi non sarà la mia, sarà la nostra storia. Mia e di Kim Namjoon. L'uomo che non ha mai smesso di credere in me.

➫ Il principio.

Mi ricordo ancora il primo giorno in cui l'ho conosciuto. A quel tempo lavoravo in un piccolo bar al centro di Seoul. Mi era appena trasferita dalla mia città natale, Busan, per seguire il mio sogno di scrittrice. Era il turno serale, io stavo cominciando a pulire il bancone e i tavoli quando il suono inconfondibile del campanellino della porta fece strada nel locale vuoto. Mi girai verso l'entrata con un sorriso in volto ad accogliere il cliente, fu in quel momento che lo vidi per la prima volta. La sua figura slanciata e muscolosa faceva quasi paura se non fosse stato per il suo sorriso dolce e le fossette che comparivano quando lo faceva.
Era in imbarazzo, infatti si chinò subito chiedendo scusa, avendo letto che tra poco chiedevamo, ma a detto sua:"Era stata una giornata stancata ed aveva bisogno di qualcosa di caldo per placcare i nervi." Mi ricordo ancora che rimasi leggermente sorpresa da quelle parole, mi fece pena, così lo feci accomodare al bancone e gli preparai un cioccolata calda, nonostante fossero i primi giorni d'estate.
Questo fu il nostro principio. Una insignificante tazza di cioccolata calda fatta in una afosa serata estiva, accompagnata da imbarazzo e qualche parola.

➫ La metà.

Non so esattamente cosa Namjoon abbia trovato in me da un semplice incontro come quello, ad anni di distanza mi rispose che era stata la delicatezza. La delicatezza con cui lo avevo comfortato in silenzio e con solo poche parole.
Da quella sera continuò a venermi a trovare ogni giorno, sempre prima della chiusura e io gli servivo sempre la cioccolata calda, nonostante le stagioni passarono, anche con il caldo più afoso lui chiedeva sempre quello. Come se fosse una cosa solo nostra e lo era diventato. Con il passare dei giorni abbiamo cominciato a parlare ed a conoscerci. Abbiamo scoperto di avere molte cose in comune, come l'amore per la natura, l'arte ed i libri. Erano loro i nostri argomento principale, ogni fine mese ci mettevano a parlare dei libri che avevamo letto e ci scambiavamo consigli su cosa leggere, era come un mini club del libro. Lo adoravo.

Poi una sera mi ha chiesto di uscire, un appuntamento. All'inizio ero rimasta abbastanza sorpresa, era l'ultima cosa che mi aspettavo, per me Namjoon era troppo, non me lo meritavo. Ma il suo sguardo dolce ed ansioso che aspettava una mia risposta, possibilmente positiva mi fece scogliere il cuore ed accettai, ad anni di distanza ringrazio me stessa per non aver ascoltato quella stupida vocina, chi sa cosa mi sarei persa. E fu così che ci ritrovammo ad uscire insieme.

All'inizio mi portava ogni volta in posto diversi, principalmente in caffetterie, librerie e parchi. Parlavamo di tutto, lui della sua grande passione per la musica, io della mia scrittura e del mio sogno nel cassetto di pubblicare un libro che tocchi il cuore delle persone.

Mi ricordo perfettamente il giorno in cui si dichiarò ufficialmente. Eravamo usciti per passare un pomeriggio insieme in biblioteca a leggere. Io stavo leggendo "Romeo e Giulietta", avevo scoperto da poco Shakespeare ed avevo deciso di cominciare con una delle sue opere più famose.
"Tu lo vorresti un amore come il loro?" Domandò ad un tratto Namjoon osservandomi.
"No." Negai sorridendo leggermente. "Non voglio un amore come il loro, voglio il mio amore. Voglio viverlo, assaporarlo, anche starci male, perché anche questo è amore." Risposi.
"E se fosse il nostro amore?" Guardai il ragazzo al mio fianco con gli occhi spalancati e le guance leggermente arrossate, volevo dire qualcosa, ma non trovavo le parole, io una scrittrice, che non trova le parole giuste, sembra un po' una barzelletta.
"Tu ti stai-" Sussurò stupita.
"Dichiarando? Si." Rispose anche lui in imbarazzo con le orecchie leggermente rosse. "Forse non è il modo che tu eri immaginata..."
"No, è perfetto." Lo fermai sorridendo dolcemente.
"Perciò- mi stai dicendo-"
"Che ricambio?" Domandai ricevendo un cenno della testa da parte del ragazzo. "Si Namjoon, anche io provo lo stesso." Vidi il sorriso di Namjoon allargarsi, si guardò leggermente in torno vedendo che c'erano persone, mi prese per il polso e mi trascinò dietro uno scaffale noscosto nel fondo della biblioteca. Appoggiò una mano sul mio fianco facendo avvicinare di più i nostri corpi, l'altra la mise delicatamente sulla mia guancia che cominciò ad accarezzare dolcemente con il pollice.
"Posso?" Chiese a pochi centimetri dalle mie labbra.
"Non devi neanche chiedere." Sussurai in risposta facendo combaciare le nostre labbra.

➫ Il quasi-finale.

Stava andando tutto bene, ormai stavamo insieme da qualche mese, certo avevamo i nostri impegni e questo ci impediva di non vederci spessissimo, ma eravamo comunque felice, ci amavamo ed era l'unica cosa che ci serviva. O almeno era questo che pensavamo.
Io in tutto quel tempo non avevo smesso di inseguire il mio sogno, avevo mandato il mio manoscritto a chi sa quante case editrici aspettando una qualche risposta positiva, ma non ricevetti mai niente, fino a quel giorno.
Avevano letto la mia opera e l'avevano trovata innovativa, erano disposti a pubblicare il mio libro. A quella notizia corsi da Namjoon al settimo cielo. Quando sentì anche lui la notizia si mise a piangere insieme a me, sapendo quanto tutto questo contava per me.

Andai ad incontrare la casa editrice per sapere come si volevano muovere, solo andando là scoprì che non lo volevamo pubblicare in Corea il mi libro, ma bensì in America, secondo loro avrebbe fatto molto più successo (ed avanti ragione), però questo significava abbandonare la mia casa e Namjoon. Uscì dall'ufficio dicendo che ci avrei pensato ad andai a parlarne con Namjoon. Sorrise, un sorrise triste e falso, anche lui non voleva che andassi. Ma nonostante ciò mi spronò ad andare comunque.
"Possiamo avere anche una relazione a distanza, no?" Disse sorridendo tristemente, bhe, no. Lo ascoltai ed andai in America, però dopo due mesi ci lasciammo, nessuno dei due riusciva a reggere la distanza, ci mancavamo troppo, i fusi orari ci mandavano fuori di testa e per altre ragioni. La nostra storia finì là.

➫ Il finale vero e proprio.

O almeno così credevo. Passo un anno e mezzo, il mio libro fu pubblicato ed ebbe molto successo. Ero in una delle mie sessioni di autografi, quando me lo ritrovai davanti a me.
"Me lo firmi o no?" Domandò sorridendo dolcemente. Non potevo credere ai miei occhi, scoppiai a piangere e lo abbracciai, mi era mancato così tanto.

Dopo che ci eravamo lasciati a causa della distanza, mi disse Namjoon, lui non smise neanche un secondo di pensare a me. Così cominciò a lavorare e mettere soldi da parte per venire da me, per sempre, aveva deciso di lasciare la Corea e venire a stare con me.

Sono passati sette anni da quando ci siamo conosciuti ed oggi è il nostro primo anniversario di matrimonio.

Sono passati sette anni da quando ci siamo conosciuti ed oggi è il nostro primo anniversario di matrimonio

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