Londra.
"Buonasera Londra!" Esclamò Trinity al microfono. "Ci stiamo avvicinando alla fine del concerto e se fosse per me, non farei mai finire tutto questo. Siete magici ragazzi!" La folla urlò facendo spuntare un sorriso sulle labbra della ragazza. "Siete stati una delle folle più rumorose che io abbia mai avuto. E per questo penso che vi spetti un piccolo regalo- grazie." Disse prendendo la sua iconica chitarra da uno dello staff. "Solo per voi, stasera, canterò una mia canzone inedita." A sentire quelle parole la folla scoppiò in urla e applausi. "La canzone si intitola 'I love you, I'm sorry', perché sono sempre stata quel tipo di ragazza che si scusa per le proprie emozioni." Annunciò cominciando a suonare i primi accordi.
Quantico, Virginia.
Penelope Garcia era chiusa nel suo ufficio con le cuffie e i suoi mille schermi davanti a sé, aveva detto agli altri di non disturbarla quella sera, la sua cantante preferita faceva un concerto e lei era riuscita a beccare qualche live stream di esso e non se lo sarebbe perso per niente al mondo.
Londra.
Le dita di Trinity cominciarono a suonare delicatamente i primi accordi della canzone, per poi avvicinarsi delicatamente al microfono e cominciare a cantare.
"Two Augusts ago
I told the truth, oh, but you didn't like it, you went home
You're in your Benz, I'm by the gate
Now you go alone
Charm all the people you train for, you mean well but aim low
And I'll make it known like I'm getting paid""Spencer..." Sussurrò la ragazza davanti al cancello di casa sua mentre il ragazzo saliva nella sua Benz.
"Spencer un cazzo Trinity." Ribatté con voce seria, lui non diceva mai parolacce, quindi la situazione era abbastanza seria.
"Io posso spiegare-"
"Non m'importa Trinity... non m'importa." Disse prima di mettere in moto la macchina e andare via, lasciandola là da sola."That's just the way life goes
I like to slam doors closed
Trust me, I know it's always about me
I love you, I'm sorry""FBI, dobbiamo parlare con Trinity." Disse Rossi facendo vedere il suo distintivo.
"Tu sembri della FBI, ma tu no." Ribatté la ragazza guardando Spencer. "Sembri più un professore."
"Ho tre dottorati." Rispose lui.
"Affascinante... sei una specie di genio quindi." Lo guardò dal basso verso l'alto. "Sexy." Sussurrò ammiccando. "Sono io Trinity comunque, come posso aiutarvi?""Ho fatto un casino, ma è solo per il suo bene. Giusto Taylor?" Trinity era dalla sua mica con un calice di vino davanti e una vaschetta di gelato. Erano passate due settimane da quando Spencer l'aveva lasciata.
"Non lo so sinceramente... state soffrendo entrambi, quindi forse non è stata la scelta giusta.
"Ma l'ho fatto per proteggerlo."
"Lo so e su questo sono d'accordo, ma se sia la scelta giusta o meno... quello non te lo posso dire."
"Mi ricordo ancora quando mi ha detto che mi amava per la prima volta." Mormorò con gli occhi lucidi mentre mangiava un cucchiaio di gelato. "Era dovuto scappare via per un caso e mi aveva lasciato un biglietto in cui mi avvisava e finiva con un 'ti amo'. Si vedeva che era scritto di fretta, era stato così impulsivo da parte sua che mi scaldò il cuore. Appena mi ero svegliata gliel'ho scritto anche io."