Worth a shot

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《Tu sei d'accordo Bruno?!》Aveva insistito Mirabel inseguendo lo zio fino alla sua stanza.《Quello che penso io non ha importanza. Abuela ha deciso.》《Abbiamo già provato ad ignorare una delle tue profezie, e avete perso tutti i vostri talenti, quasi per sempre. Non ricommettiamo il medesimo errore.》L'uomo si fermò appena davanti al cartello che puntava alla cima della sua stanza. 《Non sono d'accordo.》Cominciò serio.《Ma Bruno-》《Con Abuela.》 Concluse guardando la nipote con un sorriso incerto. La ragazza sembrava esserne felice e provare fierezza nei confronti dello zio.《Che facciamo allora?》Alla domanda, Bruno alzò un dito, fece per parlare, per poi abbassare la mano e scuotere la testa, accorgendosi di non avere idee. Si mise a camminare su e giù per lo spiazzo insabbiato, provando a farsi venire una buona idea.《Dovremmo... mh.》La stessa frase venne ripetuta più o meno quattro volte, seguita sempre da una scossa di testa. Mirabel, nel frattempo, era rimasta ferma a rimuginare, provando anche lei a farsi venire una qualche idea.《Forse dovremmo parlarne anche con Camilo. Che ne dici?》Propose Mirabel dopo alcuni minuti.《Dopotutto c'era anche lui nella tua profezia.》《Verissimo! Brava Mirabel. Andiamo da Camilo!》

I due uscirono furtivamente dalla stanza di Bruno, attenti a non farsi vedere in alcun modo da Abuela, che avrebbe capito immediatamente che stavano tramando qualcosa. Mirabel bussò discretamente alla porta del cugino, guardando poi confusa lo zio quando non le giunse risposta. 《Entriamo.》Partì sicuro Bruno. Appena entrati incontrarono subito la figura di Camilo, che era seduto davanti ad una scrivania e lì stava guardando offrendo loro il profilo. 《Sì?》Chiese con aria leggermente scocciata.《Camilo, lo so che magari non lo reputi importante, ma》Aveva cominciato Mirabel.《Sì e poi la profezia, insomma.》Si aggiunse bruno.《Esattamente! La profezia. Insomma, hai capito.》Camilo li guardava con gli occhi sbarrati.《In realtà no.》Ammise con aria preoccupata.《Ma forse ho intuito su cosa volete andare a parare.》 Aggiunse con un sorriso spavaldo, scoprendo in quel momento uno zaino sulla scrivania, coperto fino a poco prima da un poncho.《Significa che vuoi partire a cercare la ragazza?》Gli domandò la cugina con gli occhi sgranati ricolmi di sorpresa.《Quindi sei d'accordo con noi sul fatto che vada trovata?》Chiese Bruno altrettanto meravigliato. 《Credo che valga un tentativo.》 Ammise il ragazzo alzando le spalle.《Poi non sono mai comparso in una profezia di Tìo Bruno se ci sono adesso non voglio ignorarla.》Spiegò con un tono di matura serietà.

I tre decisero di partire quella sera, così Bruno mandò alcuni ratti a rubare del cibo dalla cucina, mentre Camilo aveva assunto le sembianze di suo padre Felix per prendere tre cavalli senza destare sospetto. Avevano cibo, acqua, vestiti, coperte per la notte e ora anche i tre cavalli.《Non avete detto niente a nessuno?》 Si assicurò Bruno prima di montare a cavallo.《No, ma Dolores avrà sentito tutto, quindi faremmo meglio a sbrigarci.》Disse schietto Camilo. Un tremolio comparve sull'occhio destro dello zio, incredulo di fronte al fatto che non avesse pensato al fatto che una dei suoi nipoti aveva un udito sovrumano e un'altrettanto sovrumana inabilità nel nascondere i segreti.《Camilo ha ragione. Sali a cavallo Tìo, dobbiamo andare.》Anche se insicuro, lo zio fece come chiesto, trovandosi a cavalcare verso ovest insieme ai suoi nipoti, proprio come era apparso nella sua visione. "Lo siento Abuela." Pensò guardandosi alle spalle e lanciando un'ultima occhiata alla Casìta. "Ma questa è la cosa giusta." Si ripeté guardando davanti a sé.

[Lo siento= Mi dispiace.]

Alba aprì gli occhi, puntando le iridi dorate sul soffitto della casa in rovina. Accanto a lei il fuoco morente e i resti di una magra cena. Il sole filtrava dai buchi nelle pareti e gocce d'acqua gocciolavano dal soffitto squarciato. Rampicanti e edera si diramavano sia all'interno che all'esterno della struttura, donando ai muri gialli e sbiaditi un tocco di verde acceso.
"Niente è più bello di casa propria." Pensò sarcastica mentre si stiracchiava nel suo triste giaciglio: una semplice coperta sul pavimento, un paio di cuscini e un'altra coperta sopra di lei. La ragazza si alzò pigramente, sgranchendosi la schiena e portandosi davanti ad uno specchio frantumato. I capelli erano un disastro come al solito, tant'è che non provò nemmeno a pettinarli, sapendo che la spazzola si sarebbe incastrata in quei lunghi ricci castani. Provò solamente a sistemarli con l'aiuto di un po' d'acqua che colava dalla grondaia inclinata. Si sfilò la maglia larga bianca usata per la notte e la sostituì con la sua solita camicia, accompagnandola poi con un paio di pantaloni neri di pelle. Si avvicinò alla vecchia cassapanca, sedendosi sopra per infilarsi gli stivali marroni e logori, preoccupandosi prima di controllare non vi ci fossero accampati dei ratti. Alla fine si infilò nel suo poncho arancio con decori geometrici blu, rossi e gialli.

Era pronta ad affrontare un'altra giornata a testa alta, aiutando per quanto potesse. Ciò che le era stato donato non era propriamente utile, ma poteva provare a rendere felici le persone per poche ore con dolci illusioni. Alba montò in sella alla sua giumenta nera e bianca, cavalcando tra le rovine del vecchio paese per andare al paese più vicino alla montagna, costruito in seguito al terremoto. Passare per quelle strade decadenti la riempiva ogni volta di nostalgia, riportando alla mente quando lei e i suoi amici giocavano a pallone disturbando le vecchie e gli artigiani. Un mezzo sorriso le attraversò il volto, per abbandonarla il secondo successivo, trovandosi di fronte al monumento per i morti a causa del sisma di dieci anni prima. Le cornici contenenti le effigi dei caduti erano appese alla vecchia parete del comune, accompagnate da una moltitudine di fiori, alcuni appassiti, altri freschi, e candele spente quasi completamente sciolte. La ragazza scese da cavallo, inginocchiandosi dinnanzi alle cornici. Odiava vedere quei fiori appassiti e le candele morenti. 《Comprerò dei fiori e delle nuove candele al mercato, ve lo prometto.》 Disse appoggiando poi le labbra sulla foto della sua vecchia Abuela Rosario e osservando uno ad uno i volti degli altri caduti.《Fino ad allora...》Gli occhi dorati di Alba lasciarono il posto a bulbi completamente bianchi, mentre i fiori assumevano nuovo vigore e le candele di cera colorata tornavano a risplendere. Era inutile, Alba lo sapeva, perchè tutto sarebbe ritornato alla triste realtà non appena se ne fosse andata e i suoi occhi avessero riacquisito il loro normale colore. Tuttavia convincersi che i caduti non fossero stati dimenticati la faceva sentire meglio. Rimontata a cavallo cavalcò velocemente fino al paese nuovo, costringendosi a non fermarsi più per quelle strade desolate. Aveva commesso un errore dieci anni prima, e adesso voleva aiutare i superstiti in ogni maniera possibile, senza aspettarsi nulla in cambio. Dopotutto lei aveva già preso molto e ora era il suo turno di dare.

Il paese era sempre felice di vederla, ma la cosa era relativamente recente, più o meno risalente a quando Alba aveva iniziato ad usare il suo dono per gli altri. Prima di allora era vista solo come la causa di tanta sofferenza, non che il terremoto fosse stata colpa sua, ma aveva deciso di nascondere a tutti il fatto che la città vecchia stava cedendo ai molteplici sismi. Entrata dalla porta ovest del paese, fu immediatamente accolta dal señor Castro: un uomo sulla sessantina molto solare, che la conosceva da sempre.《Oh, brillo solar! Come stai?》《Bien Señor Castro, e lei?》 《Muy bien, gracias.》Alba stava per riprendere il cammino verso il mercato, quando l'uomo aggiunse qualcosa ai suoi soliti saluti.《Mi hija, che vive più a est, mi ha detto che nella tarda notte sono arrivati tre stranieri dall'altra parte delle montagne.》Cominciò l'uomo.《Hanno iniziato a fare domande su una ragazza con ricci castani e che trasformava città in rovine e viceversa.》Continuò serio. Alba si sentì come trafitta da una freccia. Perchè qualcuno la stava cercando?《No te preocupe. Mi hija ha detto di non saperne nulla.》Concluse esibendo i suoi pochi denti in un sorriso gentile. Alba ringraziò l'uomo con un cenno di capo, continuando a cavalcare verso il cuore del paese. La famiglia del señor Castro teneva a lei e forse si sentiva in dovere di proteggerla, ma altri in città potevano non vedere nulla di male nell'informare quei tre stranieri sul suo conto. Ma perchè qualcuno si era messo a cercarla proprio adesso?

Sunrise ||Camilo x Reader||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora