capitolo 1

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Mi alzai alle 5:30 del mattino. Non ero riuscita a chiudere occhio questa notte. L'ansia per l'inizio della scuola aveva cominciato a farsi sentire.

Da domani ricomincerà la solita routine di tutti i giorni:
- ore 5:45, sveglia, potrei dormire mezz'ora in più ma sono lenta e arriverei in ritardo;
- ore 7:00, colazione;
- ore 8:00, cominciano le lezioni;
- ore 12:00, finalmente si pranza;
- ore 14:00, riprendono le lezioni;
- ore 19:00, si cena;
- ore 20:00, tutti gli studenti devono trovarsi all'interno del castello;
- ore 21:00, tutti gli studenti devono ritrovarsi nella propria sala comune;

Insomma, una rottura. Se non fosse che studio ad Hogwarts. Se avessi avuto una routine del genere in una scuola di soli babbani probabilmente sarei già morta. Ma per mia fortuna mi piace ciò che studio e il luogo che frequento. Ovvio, non è tutto perfetto come vorrei, ma non mi lamento.

Oltre all'ansia che stavo provando per l'inizio della scuola, mi svegliai molto rammaricata. Non riuscivo a levare il pensiero di mia madre dalla mia testa. Mi mancava.

Lei morì quando ero piccolissima. La tragedia avvenne per mano di Sirius Black.
Per quello che so, irruppe in casa nostra proprio la sera in cui mio padre sarebbe rimasto fuori con i suoi amici tutta la notte e mia mia madre sola. Entró quando lei spense le candele e cadde in un sonno profondo. Aspettò ad entrare per non farsi sentire credo.
La sedò con un incantesimo , le aprì il petto strappandole via il cuore . Lo tagliò a metà lasciandolo a marcire tutta la notte su una lettera, dove scrisse:

Se nel tuo cuore non c'è posto per me,
non ci sarà nemmeno per lui.
- S.B.

Sirius era talmente innamorato di lei, che vederla insieme ad un altro uomo (mio padre), lo distrusse tanto da commettere un gesto così disonesto e orrido. Grave a tal punto da non trovare le parole adatte per descriverlo. Per descrivere il modo in cui ha sottratto la felicità a mio padre, me e mio fratello.

Non ho memoria di aver trascorso del tempo con lei. L'unico oggetto che riesce a farmi sentire la sua presenza, la sua protezione, il suo calore... è un ciondolo a forma cuore realizzato con uno smeraldo verde luccicante. Quest'ultimo apparteneva alla nostra famiglia da generazioni. Ed ora spettava a me proteggerlo.

Per scacciare dalla mia testa quel pensiero avevo bisogno di una distrazione. Cosa poteva esserci di meglio di una corsetta appena sveglia con quell'aria settembrina. Mi vestii e uscii di casa cercando di fare più silenzio possibile.

Non sono una molto sportiva. Infatti corsi un chilometro. Dopodiché la corsa si trasformò in una passeggiata. Arrivai sulle sponde del ruscello nel bosco dietro casa mia. C'era un silenzio quasi assordante. Eravamo solo io, il ruscello e gli alberi, o forse... cominciai a sentirmi osservata. Decisi di fare dietrofront. Per rimanere coerente, nel tragitto di ritorno, corsi. Non per allenarmi o stronzate del genere, avevo paura ci fosse davvero qualcuno.

Tornata a casa, si erano già fatte le 9:30. Trovai mio padre e Jayce a tavola che stavano facendo colazione.
"buongiorno ragazzi!", dissi entrando dalla porta di casa.
"buongiorno Soph!", rispose mio fratello.
"perché non eri a casa?", mi chiese papà. Non volevo raccontargli di mamma così "sono in ansia per domani papà. Sono andata a correre per rilassarmi un po'". risposi sorridendo. Lui sorrise e mi disse di mettermi a tavola con lui e Jayce. Aveva preparato i waffle. Li mangiai insieme ad una banana.

Finita la colazione scappai in camera a ripetere gli argomenti che c'erano da studiare e terminai quel poco che mi mancava dei compiti assegnati per le vacanze.

Ad ora di pranzo non avevo molta fame. Scesi al piano di sotto per prepararmi un toast al prosciutto e una spremuta d'arancia. Mi sedetti sullo sgabello accanto al bancone della cucina e mi misi a fissare il vuoto. Non stavo pensando a nulla, o perlomeno non ricordo di star pensando a qualcosa un particolare.

D'un tratto ricordai di non aver ancora preparato le valigie per la partenza di domani .
"oh merda!" esclamai. Corsi subito in camera e cominciai a mettere il necessario in valigia. C'era un disordine pazzesco nella mia stanza. Per fortuna di mio padre, a breve quel soqquadro non ci sarebbe più stato. Entrò tutto in due valigie. Non molto piccole, ma pur sempre due valigie.

Una volta finito, controllai l'orario. Erano ancora le 18:30. Avevo circa mezz'ora da dedicare a me stessa. Mi feci una maschera al viso e nel mentre scrissi una lettera per Georgia, nonché la mia migliore amica.

Io e Georgia ci conosciamo da quando siamo nate. Per me è come una sorella. Le nostre mamme erano migliori amiche già al tempo. Monica, sua madre, oltre a prendersi cura di sua figlia, accolse anche me tra le sue braccia, colmando quella mancanza materna che ho sempre avuto.

Tornando alla lettera. Non avevo fatto in tempo anche a farle un regalo, perciò si accontenterà di questa. Le scrissi:
Ciao piccolina,
so che non ci vediamo da solo tre giorni e scriverti questa lettera non ha molto senso. Ma, volevo augurarti un buon inizio scuola. Spero che anche quest'anno rimarremo culo e camicia come abbiamo sempre fatto e che la forza sia con te. Chi la diceva questa? Gandhi? Ti voglio tanto bene, sei la mia vita.
Tua sophi<3

Non è uscita proprio lunga, ma meglio di niente. Spero almeno di strapparle un sorriso.

Si fecero le 20:05. Mio padre mi chiamò per la cena. Scesi. Aveva preparato il mio piatto preferito. Polpette al sugo con patate al forno.
"wow papà è tutto ottimo, grazie per questa cena, ti voglio bene", dissi.
"grazie piccola ti voglio bene", rispose. Jayce non disse nulla. Con gli adulti rimaneva sempre sulle sue. Non si limitava mai ad aprire bocca. Timidezza? Educazione? Non ne ho idea. Fatto sta che ogni volta che non c'era la presenza di un adulto si scatenava. Non sembrava lui. Diventava l'anima della festa. Di nascosto quell'angioletto che tutti credevano di conoscere, si trasformava in una macchina da guerra. Beveva di tutto, fumava insieme a Vlad il peggio schifo. Però era simpatico, dolce e super protettivo nei miei confronti.  Gli volevo un'infinità di bene a quel ragazzo.

Rimanemmo a chiacchierare fino alle 22:00 circa. Salutai mio padre, che rimase a guardare la televisione nel salone, con un bacio sulla guancia.

"papà io e Jayce andiamo a dormire, domani dobbiamo svegliarci presto. Ricordati di mettere la sveglia, ci devi accompagnare alla stazione. Il treno parte alle 11:00 da King's Cross al binario 9¾", dissi urlando mentre salivo le scale.

Andai a farmi la doccia. Bella pulita mi infilai il pigiama e super assonnata, in after dal giorno prima, crollai non appena infilai piede nel letto.

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Autrice che vi parla:
Ciao gente. Questo è il primo capitolo del racconto. Spero vi sia piaciuto e spero tanto che vi appassioni. Come avrete intuito, Sophia è la protagonista. Una studentessa di hogwarts. Fa parte della casata dei serpeverde. Ha un fratello, Jayce. Sua mamma è morta e il suo posto lo hanno preso Lucian, suo padre e Monica, la mamma di Georgia, la sua bestie. Andando avanti con la storia scoprirete tante cose sulla morte di Lillia, su Jayce... su tante persone. Si creeranno coppie e si distruggeranno rapporti. Nuove amicizie, nuovi amori. Buona lettura<3

Moments\\ Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora