Vedo decollare l'aereo.
Pum. Pum. Pumpum.Il mio cuore comincia a battere,va sempre più veloce e sembra voler uscire fuori dal torace. Avverto il mio stomaco brontolare e la mia carissima amica,di nome Ansia,si impossessa di me. Continuo a ripetermi di calmarmi,sono solo sopra un aereo,a centinaia di metri d'altezza. Okay,no. "Gentili signori passeggeri,vi avvisiamo che per la vostra e nostra sicurezza,è necessario spegnere tutti gli apparecchi elettronici a bordo,grazie mille e buon volo per New York City"
"NYC sto andando lì...quasi quasi non ci credo,ho sempre desiderato visitarla,e anche se sarà solo per due giorni...sarà bello" penso io con una beatitudine che mai prima d'ora avevo provato. E così senza neanche accorgermene cado in un sonno profondo. Ma la pace che stavo magicamente e miracolosamente provando in quel momento venne interrotta da una voce,maschile credo: "Dolce Cloclo nemmeno da piccola ti avrei sognato così tranquilla,su un aereo peraltro" Nessuno mi aveva mai chiamato così appare i miei amici,e quindi provo un po' di nostalgia ricordando i loro visi.
Mi sveglio bruscamente e vedo che avevo la testa poggiata sulla spalla di papà che mi sussurra che ormai eravamo arrivati. Ero felice.
"Complimenti" mi dice mia madre accarezzandomi la guancia e facendomi una treccia.
Io,con un lieve sorriso ribatto:"Ho vinto un premio?"
"No,soltanto che hai dormito per tutto il viaggio, sette ore"
"Davvero?" dico io incredula e piacevolmente sorpresa.
Mamma non risponde,ma annuisce con gli occhi vuoti e quel suo bellissimo sorriso sincero. Mai vista così calma.
Tiriamo fuori le valige e ci dirigiamo in albergo,uno di 5 stelle. Rob (è così che qualche volta chiamo mio padre) non ha mai voluto farci mancare qualcosa,anche se per un breve periodo di tempo. Lui è il classico uomo d'affari molto premuroso con la famiglia e disponibile,ma sembra amare di più il suo lavoro visto che non ci troviamo in America per una semplice vacanza. Mamma era distrutta quando ha saputo che ci saremmo dovuti trasferire a Las Vegas,ha pianto per 3 giorni,però lei mi ha detto che per papà si trasferirebbe in qualsiasi luogo richiesto,perfino in Congo. Pure io ero triste,anzi quando l'ho saputo pensavo di morire e non potevo credere che Rob potesse farci questo,ma ormai ciò che è fatto è fatto e a vent'anni io ci ritornerò,In Italia. Il 21 maggio compio 18 anni e i miei hanno detto che mi regaleranno una macchina per "farsi perdonare" questo trasferimento. Io ho detto che la macchina non la volevo semplicemente perchè non era nei miei interessi farli sentire troppo in colpa (più che altro papà),anche se ammetto che la desidero e parecchio. Ora stiamo programmando la lista delle cose da visitare domani,e io voglio assolutamente fare shopping."Non ci troviamo a NYC mica per questo?" Ho urlato con entusiasmo.
I miei mi hanno guardato male.
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Spazio autore:
Ecco qua il terzo capitolo
Cosa ne pensate?❤
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Colpa dei miei occhi
Teen Fiction"Non avrei mai immaginato che tutto sarebbe cominciato da tre elementi,tre elementi fondamentali per un cambio permanente nella mia vita: delle oche,un deserto,una speranza""