Capitolo 1 - Express Rooms
L'aria fredda della mattina le gelava il viso,ma non se ne preoccupava.
Il suo passo era costante lungo quella strada che sembrava non avere fine.
Aveva lo sguardo perso,la testa tra le nuvole,come se pensasse ad altro,ma non le passava nulla per la mente, e per un momento credette quasi di non ricordarsi piú il proprio nome.
Con se portava una valigia di medie dimensioni,color lilla e richiami floreali,la teveva salda nella mano sinistra, ed una borsa color avorio con borchie oro e che portava a tracolla sul lato destro.
I bagagli non sembravano molto pesanti e infatti non si era mai fermata dopo essere scesa dal taxi che aveva preso in areoporto.
Non aveva una meta ben precisa,ma sapeva di dover trovare un posto dove poter passare la notte - non poteva di certo accamparsi per strada! - L'idea le era addirittura balzata per la testa!
Scacciò lo sciocco pensiero e rinizió a guardare la strada, osservandola attentamente.
La via davanti a sè era colma di negozi che esponevano in vetrina i nuovi arrivi per la stagione invernale e l'unica cosa che non era riuscita a trovare era una specie di locanda o ostello o bed&breakfast.
L'insegna colorata "Express Rooms" sulla sua sinistra attirò la sua attenzione e pensò "finalmente riposo".Era titubante,ma alla fine si decise e con determinazione si avvicinò alla porta d'ingresso; nello stesso istante in cui appoggiò la sua mano sulla porta, essa si aprì di scatto: un uomo anziano sulla sessantina le sorrise mantenendole la porta aperta e permettendole cosí di entrare nella sala d'accoglienza dell'ostello. Ringraziò l'uomo sorridendogli a sua volta.
La ragazza rimase per un momento a guardarsi intorno: le pareti erano particolarmente allegre,tutto aveva una tinta arancione, persino il bancone della reception. Alla destra vi era una zona bar con vari tavoli e sedie. Non c'era molta gente,solo due ragazzi che scherzavano con il ragazzo nella hall. Osservò tutti i dettagli nella stanza, dalla tappezzeria all'arredamento, il complesso le piaceva ed inizió a perdersi nei suoi pensieri cominciando a fantasticare sull'arredamento della casa dei suoi sogni.
Al suono di una nuova,dolce e calda voce,ritornò in sé.
-"Buongiorno, come ti posso aiutare?" un ragazzo alto e moro, dalla capigliatura riccia e dagli occhi verdi le rivolse un sorriso aspettando la risposta dall'altra parte.Si sentì arrossire,ma riuscì a tirar fuori qualche parola "ehm..buogiorno,c'è una stanza disponibile?"
Il ragazzo annui e le chiese i suoi documenti per la registrazione.
Lei glieli porse e lui iniziò a battere sulla tastiera del computer che aveva davanti "una singola?"
"Si grazie..."
"Stanza numero 15, primo piano in fondo a corridoio e a sinistra" - Il ragazzo le porse le chiavi e le sorrise ancora una volta.
"Grazie mille"
"Buona permanenza Rose"Sorrise, ma si sentì strana; quella fu la prima volta che qualcuno la chiamò con quel nome e iniziò a ripeterlo nella sua mente "Rose Marie Palmer"..
"Grazie.."
Rose prese l'ascensore e nei pochi minuti che impiegó nel salire al primo piano, cominciò a pensare: “ringraziare, che senso ha? Non ho fatto altro che dire quella parola: “grazie”. Pensavo che fosse una parola importante da dire alle persone "importanti…”. Il suo viso quasi si spense, assumendo uno sguardo malinconico e triste. Continuò con la sua riflessione e questa volta si chiese: - “chi è mai stato veramente importante per me fin ad ora?”. Non ne trovò risposta…
Uscì dall’ascensore e a passi rapidi si diresse lungo il corridoio, riuscì a trovare la sua stanza, la aprì, posò i suoi bagagli sul pavimento in moquette e si lanciò sul letto addormentandosi.