"Ti prego ritorna'
"Sai che non posso, hai conosciuto la vera me e non l'hai accettata.."Le lacrime iniziarono a caderle lungo le guance che sempre più si tingevano di rosso. Quando incontrò i suoi occhi non riuscì più a muoversi, ma non poteva rimanere lì; era troppo innamorata e ferita allo stesso tempo. Gli voltò le spalle e a testa bassa riprese il suo cammino durante il quale iniziò a pensare se ci potesse essere una sola ragione per restare. Immaginò che lui le corresse dietro ma venne improvvisamente investita da un lucente bagliore. Poi il buio.
Ogni suo riposo, ogni suo sonno era destato da un travaglio interminabile di ricordi che continuavano a tenerla ancorata al passato.
Si passò una mano sul viso, quasi per nascondere a se stessa la sua medesima difficoltà di affrontare il presente. Colse che erano le 10.45 del mattino e forse avrebbe dovuto fare qualcosa per mettere la parola "fine" alla fine di ciò che ormai era lontano e mai più raggiungibile.
Attraversò la stanza, per poi raggiungere la porta del bagno: si immerse nella vasca restandoci a lungo e lavando il proprio corpo come se addosso avesse macchie indelebili d'inchiostro nero.
Una volta terminato il suo bagno, prese i primi indumenti che riuscì a cacciare fuori dal suo bagaglio, li adagiò sul letto e prima che potesse indossarli bussarono alla porta."Buongiorno Rose"
"Buongiorno..""Dominic, sono il tuo vicino di stanza. Mi chiedevo se avevi già fatto colazione, ma come vedo, ne deduco il contrario."
"Effettivamente sto morendo di fame, dammi un momento e poi corriamo in caffetteria."
Rose indossò i suoi vestiti, lasciò umidi i suoi capelli legandoli in una coda alta.
Prese il suo cappotto e uscì dalla sua stanza, Dominic era sulla porta ad aspettarla, le fece un sorriso e scomparirono insieme dietro le porte dell'ascensore che si richiudeva."Alex,due caffè, per favore"
"Certo, Dickens.. Chi è la tua amica?""Rose"
"Rose.. da dove vieni?"
"Sono italiana,ma ora starò qui, nel posto che ho sempre sognato, non ho ancora avuto la possibilità di visitare Londra."
"Bene, sarà la prossima tappa: un giro di Londra insieme ai tuoi due nuovi amici"Rose finalmente sorrise, si senti quasi accarezzata dalla gioia che stava provando e questo, solo grazie e due ragazzi che sarebbero stati i suoi amici.
La serata era quella tipica londinese: qualche nuvola rendeva il cielo quasi nero e così basso e pesante, quasi come un coperchio che cercava di schiacciare tutti i passanti lungo Charlotte Road.
"Allora Rose, dicci qualcosa di te..tipo come mai sei andata via dal tuo paese? - chiese Dominic
"Bhe... ho sempre amato Londra, ho bisogno di vivere lontano da casa, di essere una persona diversa, credo di dover ricominciare"
"Perché ricominciare?"- domandò poi Alex.
"Ci sono cose che sono state celate agli occhi di altri, ma sono le stesse che nella mente si propongono ogni giorno, notte e giorno fino a che non sorge di nuovo il sole."
Né Alex né Dominic aggiunsero una parola di più, per un po', si limitarono a rimanere in silenzio, poi però le illustrarono le strade della città e commentarono le vetrine che correvano angolo dopo angolo.