Quello che Louis suggerisce inizialmente è di andare a prendere il caffe nella caffetteria dell'hotel.
Poco prima ne aveva a malapena bevuto una tazza e stringendo la mano di Harry, una scarica di energia gli ricorda di quanto stanco fosse e di quanto male avesse dormito nel corso dell'ultima settimana. O meglio, dell'ultimo anno. Sapeva che il senso di sfinimento stava aleggiando sulla sua coscienza – sia per lui che per Harry – e sapeva anche che non sarebbe riuscito ad addormentarsi in aereo. Inoltre, voleva essere il più sveglio possibile per qualsiasi cosa sarebbe arrivata, per cui sì, il caffè sembrava un ottimo primo passo.
Quello che fa dopo è annullare il viaggio in taxi ed inviare un messaggio a Margo, chiedendole di riprogrammare il suo volo. Ad un certo punto lascia andare la mano di Harry. Inutile dire che percepisce il suo sguardo addosso, così aspetta pazientemente fino a che non infila il telefono in tasca e dice, ''Da questa parte.''
Alla caffetteria si siedono su due poltrone accanto alla finestra, separati da un tavolino basso da caffè.
Il menù era esagerato: troppi tipi di latte macchiato, troppi tipi di latte in generale. Non aveva fame, eppure la selezione di cibo era variegata, interessante e allettante. All'improvviso sembrava tutto troppo – il chiacchiericcio e la musica e l'odore di caffè – ed in quel rumore non c'era Harry. Non c'era la sua parlata o la sua musica o il suo profumo. O il suo tocco.
A Louis mancava la sensazione delle loro mani intrecciate.
Proprio in quell'istante dà un'occhiata ad Harry da sopra il menù e scopre che anche il ragazzo lo stava guardando di rimando.
''Credo sia stato un errore,'' annuncia.
E a quell'affermazione il viso di Harry non perde colorito, ma si irrigidisce comunque.
''Voglio dire, prendere il caffè qui,'' chiarisce velocemente. ''Scusami.''
''Giusto,'' risponde Harry, mordicchiandosi l'angolo della bocca. ''Vuoi andare via? Il mio coinquilino è a lavoro.''
A Louis sarebbe piaciuto molto ed in quel momento si chiede se sarebbe dovuto tornare in hotel.
Portare le sue cose con sé gli era sembrato un gesto eccessivo ma poi accade che Harry gli prende il borsone.
''Me ne occupo io,'' dice, mettendoselo in spalla.
Ancora una volta si prendono per mano.
Inutile dire che non si era ancora abituato a tutto quello. Non era abituato a tenersi per mano con una persona per tutta la durata di un viaggio in macchina. Non era poi ancora decisamente abituato al desiderio incessante di volerlo fare. Si sentiva dipendente da quella sensazione, in un modo che probabilmente per altre persone era normale, ma non per lui.
Louis era una persona realistica e realisticamente parlando, sentiva il bisogno di essere lì in quel momento. Per quanto strano e sconvolgente fosse, sapeva che ne sarebbe uscito una persona migliore. Il resto – persino le sue ansie e dubbi – si sarebbero risolti col tempo.
Nonostante questo, lì in quella casa, si sente teso nel guardare Harry girovagare per la cucina a preparare il caffè. Continua ad aspettare che l'altro cambi idea, che improvvisamente si fermi e gli chieda di andare via. Eppure, giudicando dalla reazione di poco prima del ragazzo, quel senso di trepidazione era reciproco. Erano entrambi preoccupati dalla sicurezza di quella cosa che avevano creato, di quel battito incerto e piccolo che ne era nato.
Proprio in quel momento un gatto grigio entra in cucina e si sfrega lungo le caviglie di Harry, il quale a malapena se ne accorge, prestandovi poca attenzione.

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Overwhelmingly You [Larry Stylinson || Italian Translation]
Fiksi Penggemar//Sequel di Come As You Are// Una raccolta di momenti Post-Oxford dei nostri Harry e Louis di Come As You Are. Prima di leggere questa raccolta, vi invito a leggere CAYA. Tutti i diritti della storia vanno all'autrice che mi ha dato gentilmente il...