Credevo che sarei stata meglio, qua fuori nel mondo reale, a giocare con i miei nuovi amici e con una famiglia tutta mia, che mi volesse bene. Ora che la mia famiglia è Garry, però, non sto affatto meglio; a quanto pare lui non ricorda nulla e crede che io sia sua sorella, perché mi ha portata a casa sua. Non ho ancora ben capito che lavoro faccia ma spero che presto me lo dirà.
E poi ora devo andare a scuola. Non so perché credevo che il mondo di fuori fosse così bello, perché in realtà è solo noioso. Tutti i giorni devo fare le stesse cose e ora non posso nemmeno vestirmi come voglio, devo indossare degli orridi pantaloni da maschio e legarmi i capelli e fare un mucchio di altre cose noiose, come i compiti.Di solito non penso ad altro che a Ib, di come mi abbia generosamente lasciato andare e di come io ne abbia maligninamente approfittato. Sono un mostro. Un'assassina. Uno strozzino.
Nemmeno le mie bambole, che sono riuscita a riprodurre dopo ore di cucito, mi possono fare compagnia. Queste non si muovono e non parlano, stanno ferme e per la prima volta mi accorgo perché Garry ne aveva paura. Garry dice che dovrei fare la storica dell'arte, per le ore che passo alla galleria.Il quadro è sparito; io non posso più tornare a casa.
La vista dal ponte è meravigliosa: solo da poco ho capito che non vale la pena né sarebbe giusto lasciarmi scivolare giù nel fiume. Ib ha lasciato tutto, la famiglia, gli amici, la sua vita, per fare vivere me e Garry: sarebbe un'offerta buttare via quel dono così importante, così intoccabile e maledetto.
Ora che tutti possono vedere il quadro, dicono che 'è stato a lungo nascosto nella casa dell'autore': un quadro lungo due metri! La mente umana non ha limiti all'egoismo. Vogliono solo guadagnare con la mia creazione e quella di mio padre.«Ib... non sai quanto mi fa male vivere... Non dovrei essere qui, non merito di essere viva» pronuncio queste parole davanti al suo quadro. Sacrificio. Un sacrificio inutile e pagato a un prezzo troppo alto; per delle persone che non potranno mai ringraziarla come merita. La vita non ha prezzo. La morte non ha ragione. Il rimpianto divora l'anima e distrugge la felicità, come minuscoli fili tirati dal bordo di un immenso tappeto, tappeto che si logora e si sporca fino a sparire in una manciata di polvere.
Lacrime rigano il mio viso. Dovrei essere felice. Dovrei farlo, per Ib. Non ci riesco. I ricordi feriscono e guariscono, per torturare, torturare ancora, finché la mia anima non sarà soggiogata dalla cieca convinzione dell'inesistenza della felicitáUn allarme suona.
Persone tentano di fermarmi.
Il mio scalpello colpisce e strappa.
La cornice si rompe e il vetro mi ferisce le mani.
Ib ed io staremo insieme. Per sempre.
Potrà vedere il mondo.
Come io ho sempre voluto vederlo.
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UNDERNEATH
RandomOne-shot, la creazione perfetta della mente umana. Tranne le mie c: (Molte risalgono a due anni fa, il mio stile e le mie capacità cambiano nel frattempo.)