囚人Shūjin

100 4 27
                                    

ATTENZIONE: yaoi, crack ship, nulla di spinto ma... Emily, non fa per te c:

Syake si chiuse la porta della cella alle spalle, producendo un gran fragore metallico. L'orca incatenata si decise a svegliarsi, voltandosi in modo da dare le spalle al muro e mostrare il volto ferito allo squalo albino «Mhm, non è la cena» constatò fingendosi deluso alzandosi in piedi per innalzarsi sul ragazzo davanti a lui: anche con le mani e il piede sinistro incatenati, che gli impedivano di ritrasformarsi in un'orca, incuteva un certo timore, sopratutto a causa della cicatrice sul volto che si era procurato quando aveva tentato di combattere contro tutti gli scagnozzi del Mar della Morte.

Syake non aveva nemmeno idea del perché si fosse recato lì, non gli importava particolarmente della vita di Idate, aveva solo voglia di rivederlo. Si era convinto che lo faceva solo per vederlo soffrire, ma ora che lo squadrava, coperto solo da dei pantaloncini di stoffa, pieno di cicatrici, più smunto e orgogliosamente sofferente di quanto non fosse mai stato... non ne era più così sicuro.

Lo avevano preso perché aveva tentato di nascondere Tatsumiya, ma in seguito al tradimento di Fukami non era riuscito a tenere testa a centinaia di esiliati del Mar della Morte che erano accorsi a catturarlo. Mentre Tatsumiya era stata subito giustiziata (con grande gioia da parte del popolo di mostri), Sal aveva tentato di convincere gli altri di quanto Idate avrebbe potuto essere utile come alleato, così infine si erano limitati a imprigionarlo.

«Che vuoi?» domandò con voce roca il più alto. Sal si limitò a rimanere in silenzio, portando la mano alla sua tasca destra. Ne estrasse un pacchetto di sigarette e un accendino; da che si ricordasse, non aveva mai visto Idate senza una sigaretta tra le dita.
Un lampo di desiderio ed avidità attraverso gli occhi dell'orca. Syake aprì il pacchetto e quello, senza pensarci due volte, sfilò subito uno dei cilindri dal suo contenitore, mentre lo squalo faceva lo stesso. Ripose il pacchetto in tasca e accese la sigaretta ad entrambi, senza guardarlo negli occhi; non era la prima volta che fumava, aveva cominciato da prima di diventare un Ambasciatore di Mikotsu, più per diletto che per un vero piacere.
Idate era costretto a fumare portandosi entrambe le mani alla bocca a causa delle manette, il che lo rendeva leggermente ridicolo, ma non sembrava curarsene, anzi, in qualche modo quel gesto gli dava un'aria più ruffiana di quanto lui non fosse naturalmente.

Finirono di fumare in silenzio, Sal con gli occhi chiusi, Idate che lo studiava in silenzio chiedendosi perché mai lo squalo avesse compiuto quel gesto nei suoi confronti. Effettivamente sentiva il bisogno di una sigaretta ogni tanto e benché ci fosse il mercato nero, come in ogni buona prigione, pestare a sangue qualcuno per procurarsele non era così facile. Syake era giovane, certo, ma sembrava averlo capito e questo piacque all'orca.
Idate gettò il mozzicone della sigaretta in terra, imitato da Sal che pestò il suo con il tacco della scarpa «Grazie, pescetto» lo ringraziò sarcasticamente Idate con una risatina. Improvvisamente si voltò e lo baciò con lussuria, afferrandolo per la cravatta spingendo l'altro verso l'angolo della cella in modo che non potesse sgusciare via. Sal in quel momento si domandò se entrando nella cella con quel regalo si fosse aspettato quella ricompensa o la stesse aspettando.

A differenza di quel che Idate si immaginava l'altro non interruppe il bacio, anzi, rispose con altrettanta passione e violenza; le guardie che in genere controllavano la cella sembravano essersi volatilizzate, probabilmente convinti della totale rigidità del loro superiore.

Quando entrambi ebbero bisogno di riprendere fiato furono costretti a staccarsi l'uno dall'altro. Syake improvvisamente cominciò a frugare nell'altra tasca della giacca, afferrando poi le chiavi che le guardie gli avevano consegnato prima: le chiavi della cella, delle manette e della cavigliera. Agguantò la mano dell'orca portandola abbastanza vicino da riuscire a far scattare la serratura: in pochi secchi gesti le manette erano a terra.
Idate allargò le braccia e ruotò i polsi, assaporando attimo dopo attimo quegli istanti di libertà che sapeva non sarebbero durati. Poi ritornò a concentrarsi totalmente su Sal, che sembrava intimorito ma desideroso di non concludere lì quello che avevano appena cominciato. L'orca sorrise maliziosa, posando una mano sulla testa del più piccolo e infilando l'altra sotto la sua camicia, cominciando lentamente a risalire.
«Giochiamo, pescetto~?»




OKAY SO CHE STA ONE-SHOT È TOTALMENTE CAMPATA IN ARIA MA
Ma
Ma
ma
...
no niente, è totalmente campata in aria e basta.
Dedicata alla mia SarMiku -senpai che mi ha introdotto(?) a questa ship.
Tanto lovv senpai <3

UNDERNEATHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora