«Che cosa hai intenzione di fare Haiiro? Hai già distrutto tre pianeti, il numero di prigionieri è molto superiore a quello che noi possiamo contenere. Anche i morti-» «Sh, Kuro. Lo senti?» disse il ragazzo dai capelli grigi portandosi scherzosamente una mano dietro all'orecchio «Il silenzio...» commentò prendendo un sorso della bevanda posata sul tavolino cui i due fratelli stavano conversando. La sorella maggiore rimase zitta a fissarlo: il freddo gelido costituito dal palazzo di ghiaccio in cui vivevano lo obbligava a portare sempre con sè una coperta, cosa un po' ridicola per un diciassettenne conquistatore nonché imperatore di decine di pianeti. Aspettò che il ragazzo tornasse in posizione eretta, ma prima che potesse anche solo prendere respiro per pronunciare una parola egli la interruppe «Dovresti toglierti quella coroncina, Kuro... attualmente non sei la regina» disse infatti divertito. La ragazza dai capelli corvini rimase scontenta e un poco offesa per quella corona che era il suo orgoglio; Haiiro sospirò «Devi capire, sorellona» cominciò il discorso «Che la conquista...» continuò prendendo in mano il gigantesco cristallo posto al centro della tavola. Fece passare qualche secondo, in modo che la luce del gioiello si riflettesse sui cupi muri intarsiati e finemente decorati da uno scultore di corte «... ha molte sfaccettature» continuò facendo lentamente roteare il cristallo, fissandolo intensamente. Kuro ascoltava «C'è chi la vuole per il meglio del suo popolo, chi la desidera per avarizia, chi per scaramanzia, ma io...» una seconda, temibile pausa «Io sono diverso. Voglio preghiere. Voglio vedere le lacrime nei loro occhi e...» ridacchiò «Ucciderli prima che possano farle cadere. Voglio sangue, tanto caldo sangue che scorre sulle mie dita» commentò mentre il suo volto si contraeva in una smorfia sorridente e al contempo terrificante «Non ho ibernato quei pianeti solo perché ne avevo la possibilità, Kuro. Quando sarò l'unico... gli unici...» specificò guardandola negli occhi «Quando saremo gli unici potremo sperare nella comparsa di una nuova specie perfetta. Senza emozioni, così nettamente perfetta da far invidia...» il folle si passò la lingua sulle labbra, mentre i suoi denti affilati si mettevano in bella vista, quasi a far supporre che sarebbero stati coperti di sangue, un giorno «Al ghiaccio» concluse Haiiro tornando a sedersi correttamente e posando ancora il cristallo, su cui si era chinato durante questo monologo, al centro del tavolino.
Kuro rifletté su quelle parole, spaventata ma decisa. Una folata di vento gelido provenne dall'esterno, e una cameriera dai capelli rossi e gli occhi verdi si affrettò a chiuderla prontamente. Ella tremò un secondo, dando la schiena ai due fratelli, e infine cadde, forse dalla stanchezza, forse dalle ferite che si intravedevano sotto la gonna. Haiiro, con un gesto della mano alquanto seccato, lanciò un minuscolo raggio color porpora, che rese il corpo della donna viola e supino: sarebbe morta in pochi minuti, assiderata o soffocata.
Kuro non faceva più caso, ormai, alle insensate vittime del fratello, che, on lo sguardo o con le sue mani, uccideva ogni qualvolta qualcuno commetteva un errore dinnanzi a lui «Quindi? Cosa hai intenzione di fare?» pose ancora quella domanda al fratello, intenzionata a persistere riguardo a quell'argomento. Haiiro rise, scuotendo la testa «Per il momento, mi godo la mia tazza di thé» rispose prendendo l'ultimo sorso della bevanda dal contenitore «Al potere... penserò poi».
E la sua psicopatica risata rimbombò nell'intero castello.
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UNDERNEATH
RandomOne-shot, la creazione perfetta della mente umana. Tranne le mie c: (Molte risalgono a due anni fa, il mio stile e le mie capacità cambiano nel frattempo.)