Capitolo 2 "Nuove conoscenze"

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Mi ritrovai in uno spazio gigantesco, pieno di cianfrusaglie, cose da mangiare in scatola e molti utensili. Avrei sicuramente dedotto che fosse uno sgabuzzino, se non ci fossero state tutte queste cose.
Vidi con la coda dell'occhio una macchina rossa sraciellata. Aveva i fanari frantumati, le ruote bucate da schegge di vetro e c'era sangue dappertutto. Iniziai a non capirci più nulla, di com'ero finita li in quel posto tanto familiare, finchè non udii una voce dietro di me.

"Non è un bello spettacolo, vero?"

"Rose, non fare così, sai che non può sentirci. Siamo solo anime perdute"

Mi girai e vidi mia madre e mio padre davanti a me, con i vestiti stracciati sudici e macchiati dal sangue.
Mille lacrime di tristezza e dolore, uscirono dai miei ochhi e rincorsi subito ad abbracciarli.

"Mamma, papà, perchè siete qui?" chiesi loro

"Non siamo realmente qui. Questo, è il posto dove noi siamo morti" risposero in coro

"Mi mancate un casino. Lo sapete questo non è vero?"

"Certo che lo sappiamo, sciocchina" ribatterono

"Amore, noi saremo sempre nel tuo cuore, qualunque roba del genere ti accada.
Nella tua vita è successa questa cosa che ti ha mandata un po' in stato di shock, ma ne capiterò un'altra. Tesoro, colui che ti ha reso la tua vita indimenticabile, ritornerà dall'aldilà" disse mia madre.

"Chi? Mamma chi?" domandai, con ancora le lacrime agli occhi.

"La persona a cui hai dedicato tutta la tua vita" disse, prima di andarsene, insieme a mio padre che le stava dietro.

"Aspettate...aspettatemi!" corsi, ma per mia sfortuna, un barattolo mi fece inciampare

"No, non andate via!"

E prima che potessi riparlare, mi svegliai sudata.
Sentii una mano toccarmi la spalla destra.
Mi girai e vidi una ragazza con i nei capelli lunghi biondi, che le incorniciavano il viso, non abbronzato; addosso aveva una maglietta nera aderente, i jeans blu, le vans verde-acqua e un cappello color marrone scuro. L'avrei sicuramente scambiata per una donna quarantenne, se non avesse avuto il viso da ragazzina.

"Ehm, scusa se ti ho disturbato...ma, vedi...mi è caduta la mia carta d'identità. Potresti cortesemente prenderla?" domandò la ragazza

Guardai la direzione del suo dito puntato verso il basso e la trovai. La raccolsi e gliela porsi.

"Grazie, molto gentile da parte tua" disse amabilmente. Aveva una cortesia incredibile quella ragazza.

"Oh, no figurati" risposi, mostrando il mio miglior sorriso.

Per un attimo, incrociai il suo sguardo. Aveva gli occhi incredibilmente belli, color azzurro chiaro; era un angelo.

Il silenzio era aumentato tra di noi, così lei incominciò a parlare.

"Scusa...se non mi sono ancora presentata. Succede spesso, soprattutto quando parlo troppo e poi non mi fermo più. Sono Madison Gray.." mi squadrò dalla testa ai piedi e poi riprese "...tu invece sei..?"

"Il mio nome è Alexya...Smith. Sono Alexya Smith" le replicai.

"Sei davvero una bella rgazza Alexya. So che non dovrei chiedertelo ma...dove sei diretta?"

"Bhe, un mio amico, per di più il mio miglior amico, mi ha invitato a casa sua per rimanere un po', finchè non trovo lavoro." dissi "Tu Madison?"

"Io...cioè, questa cosa è un po' ridicola, ma purtroppo te la devo raccontare.
Praticamente, dovevo raggiungere le mie amiche a New York, perchè avevo un corso di pallavolo e se mi avrebbero preso, sarei rimasta li per un po' di tempo. Ma ho sbagliato, ho preso l'aereo sbagliato e sono andata da tutt'altra parte, quasi vicino a New York, ma non potevo andarci, visto che non avevo ancora la patente di guida. Quindi, ho perso il corso ed ora sto ritornando a casuccia mia" disse, sospirando.

"Okay, mi dispiace che tu abbia preso l'aereo sbagliato e che non abbia potuto realizzare il tuo sogno, se lo vuoi definire così. Ma è davvero una bellissima storia.
Sai dovresti scriverla sulla rivista che hai in mano, saresti subito famosa e faresti soldi a palate!" risi ad alta voce.

"Hey, stronza, abbassa il volume della tua risata, il mio orecchio non può sopportare di certo queste cose" disse, offesa per la battuta che avevo fatto.

"Ma stavo scherzando. Te la prendi sempre male? Così tanto?" le domandai.

"Ti pare che me la sono presa così? Ci sei cascata vero?"

"Si, come un pollo spennacchiato" bella battuta, sfigata, ma lei rise lo stesso, anche se, le sue risate furono sostituite dal rumore sotto ai nostri pedi.
L'aereo era incominciato ad atterrare.

Slacciai la mia cintura di sicurezza e lisciai i miei capelli col pettine portatile.

"Sei sempre ordinata tu, vero?" mi chiese Madison.

"Si è, che mi piacciono le cose in un certo modo, cioè in ordine" risposi

"Fortunata te che hai questo vizio. Io, c'ho sempre in testa un nido di uccelli" disse e a quel commento, ridacchiai.

Dopo aver finito di lisciarmi i capelli col pettine, misi tutto dentro la borsa, presi la valigia e mi avviai verso l'uscita.

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Ciao,

ho fatto tutto di fretta, qundi..........uh, che fatica!

Avete visto chi è Madison? La fantastica e bellissima Chloe Grace Moretz!
Qua in questa ff, è la ragazza timida, ma nella realtà è.......super!

Okay, bhe il capitolo fa 'bleah!' e poi vabbe, ditemi se ci sono errori!

Adios Amigos, al prossimo capitolo! ;)

P.S: e ricordate, il motto degli scrittori di wattpad è: "votate e commentate!"
Ahahahaha, no mi ritiro.........è il mio di motto

You don't leave me || Luke Hemmings (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora