"Lasciami" Cerco di liberarmi dalla presa di Simone. Sento le sue mani stringermi la felpa. Il suo sguardo fisso su di me. La voce tremante. Anche in un momento di rabbia Simone sembra comunque un cucciolo smarrito. So che non riesce a fare il duro, so che è spaventato più di me e probabilmente non sa bene cosa stia facendo. "Non ti lascio, va bene?" Mi divincolo dalla sua presa, già pronto a sferrargli un pungo. "Non ti lascio perché ti voglio bene". Mi blocco di colpo. Sento i suoi occhi fissi su di me. "Ora lo ammazzo" penso. Non ho mai provato in vita mia un sentimento di odio tanto forte come in quel momento. Neanche nei confronti di Sbarra. Forse neanche per Alice. Alice... mi risuonano nella testa le sue parole. Il modo in cui ha deciso di farla finita con me, di buttarmi via proprio come un giocattolo vecchio. Devo trovare il modo di zittirle. Devo zittire quelle voci altrimenti passo fuori. Mi concentro nuovamente su Simone. Non ha smesso per un secondo di fissarmi. Sento una strana sensazione dentro di me. "Ora lo ammazzo" ripeto a me stesso mantenendo il mio sguardo fisso su di lui. Odio. Ecco l'unica cosa che riesco a provare in quel momento. Simone non fa altro che starmi tra i piedi da mesi. Sento la sua presenza costante ovunque. Simone c'è sempre. Simone c'è sempre stato, in qualsiasi momento avevo bisogno di lui. Ogni singola volta in cui stavo male, lui c'era. Lo sento. Sento che tutto l'odio che provavo fino a pochi secondi fa sta svanendo. In quel momento tutto sembra fermarsi. Ci siamo solo io e lui. I nostri occhi che non smettono di fissarsi. Impulsivamente mi butto su di lui, come un leone si scaglia contro la sua preda. Sto per farlo fuori. E invece no. Invece inspiegabilmente le mie labbra iniziano a sfiorare le sue. Sento una sensazione nuova dentro di me. L'odio sta lasciando posto ad un nuovo sentimento, diverso dal solito. Qualcosa che non riesco a spiegare. Mi lascio andare ad un bacio appassionato. Sento il suo respiro diventare sempre più affannoso. Il mio corpo a contatto con il suo genera in me una scarica elettrica. Una vera e propria scossa. La mia parte più razionale dice di allontanarmi immediatamente. Eppure c'è una vocina dentro di me che continua a ripetermi di lasciarmi andare e godermi il momento. Mi dice che è la cosa giusta, quella che davvero mi rende felice. Proprio in quel momento è Simone a staccarsi da me. "Va tutto bene" sorride. Lui sa. Sa tutto quello che sta passando nella mia testa in quel momento. Le paranoie e le insicurezze che non riesco a lasciar andare, lui le percepisce. Simone mi conosce. Conosce le mie paure e sa come calmarmi. Ritorniamo a fissarci. E' bello. Simone è dannatamente bello, e non riesco a capacitarmi di come non me ne sia mai accorto prima. Si riavvicina nuovamente a me e ricomincia a baciarmi. Mi lascio finalmente andare e i brutti pensieri svaniscono. La sua mano preme sulla patta dei miei pantaloni e io lo lascio fare. "Non sai da quanto aspettavo questo momento" si lascia sfuggire. "Lo so" è l'unica cosa che riesco a dire. Il piacere mi pervade e non riesco a pensare ad altro. Improvvisamente il cartello appeso all'ingresso del cantiere mi riporta alla realtà. Alice Torresi. Leggo il suo nome e tutti i pensieri riaffiorano nella mente. Ricominciano ad assediarmi. Mi allontano da Simone rapidamente. "Dobbiamo andare, gli altri si chiederanno che fine abbiamo fatto". Esco dal cantiere barcollando e inizio a sistemarmi i pantaloni. "Stai bene?" mi chiede Simone. "Si sto bene." La domanda mi coglie impreparato. "Nel senso... stai bene..." inizia a farfugliare prima che sia io ad interromperlo: "Ah Simò, ne dobbiamo per forza parlare di sta roba?" "Non lo so, fammi capire. Mica non ti piacevano i ragazzi?" percepisco dalla voce la sua perplessità. Lo conosco troppo bene, non ho bisogno di guardalo in faccia. So che vuole delle risposte e delle spiegazioni. Ma io non posso dargliele. Nella mia testa regna il caos più totale. "Eh, chi te l'ha detto che mi piacciono? Però con te è diverso, dai hai capito..." sono le uniche parole che riesco a pronunciare. Con te è diverso. "Con te provo qualcosa che non ho mai provato prima" avrei voluto aggiungere. Eppure mi fermo prima. Mi fermo prima perché tutto questo mi spaventa e mi confonde. Lo sento annuire, nonostante sia visibilmente confuso. Vorrei rassicurarlo, dirgli che neanche io ci sto più a capire un cazzo. Ma le parole non riescono ad uscire dalla mia bocca.
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Odi et amo
Fanfiction"Lasciami" "Non ti lascio, va bene? Non ti lascio perché ti voglio bene"