CAPITOLO UNO~INCONTRI

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15 settembre 2006 ~ Primo giorno di prima elementare.

Era il primo giorno di scuola per il piccolo Newt.
Sua madre l'aveva svegliato con delicatezza, l'aveva vestito, preparato la colazione, lo zaino, e adesso si trovavano in macchina puntando verso la scuola.
Newt era agitato, TANTO agitato.
Aveva sempre desiderato un'amicizia come nei film che vedeva sua madre: un'amicizia semplice, con un amico con cui condividere tutto.
'Di solito le amicizie si fanno a scuola' pensò il bambino, guardando la destinazione con i suoi occhietti scuri.
Sua madre si giró verso di lui: «Andrà bene»
Newt annuì soltanto, senza proferire parola.
«Adesso vai, non vorrai fare tardi il primo giorno di scuola» disse lei.
«No» Confermó lui con un timido sorriso.

Newt aprì lo sportello e scese dall'auto, guardando dritto davanti a sé.
Vedeva già dei bambini parlare con altri, tutti con i genitori, tranne lui.
Newt rimase lì, fermo, aspettando il suono della campanella.
«Anche tu senza accompagnatore?» Gli chiese qualcuno.
«Sì» rispose.
«Io sono Minho»
«Io Newt»
Aspettarono la campanella, insieme, ridendo e scherzando.
Minho era di origine asiatiche, aveva i capelli castani e gli occhi del medesimo colore, la pelle un po' più scura di quella di Newt, ed era un gran chiacchierone.
Durante il tragitto verso l'aula incontrarono una bambina, che pareva conoscere Minho.
«Ciao Minho» disse lei.
«Ciao Brenda» ricambiò il saluto lui.
«Brenda, questo è Newt. Newt, questa è Brenda» continuò poi.
«Ciao» disse timidamente Newt.
Lei fece una risatina e insieme arrivarono nella loro classe.

Appena entrati videro il professore che cercava di dare delle spiegazioni ad alcuni genitori, ma gli era quasi infattibile visto che gli alunni facevano un gran baccano e alcune madri cercavano di fare mettere in posa il proprio bambino per una foto.
Newt, Minho e Brenda si sedettero accanto, con Minho al centro.
Appena il professore ebbe dato tutte le spiegazioni agli adulti, e appena essi se ne furono andati, salutando i propri figli, l'insegnante cominciò a presentarsi:
«Io sono il professore Blaine, il vostro futuro insegnante di inglese.
Proverò a ricordarmi tutti i nomi il prima possibile, ma non vi prometto niente.
Detto questo, possiamo cominciare con le presentazioni»
Cominciarono tutti insieme a dire il proprio nome e così il Signor. Blaine dovette far ritornare il silenzio.
«Intendevo presentazioni a alzata di mano» chiarì il professore, con un sorriso in volto.
Tutti alzarono la mano, tranne Newt, una bambina in ultima fila e un altro ragazzino dai capelli biondo cenere.
Il professore cominciò a chiamare e ognuno disse il proprio nome.
Newt non ci stava prestando molta attenzione, si ricordava solo qualche nome, ma niente di così entusiasmante.
«E tu?» Chiese il Signor Blaine, indicando il bambino biondo.
Sembrava sorpreso.
«Aris» rispose.
'Che nome strano' pensò Newt.

«E invece tu?» Chiese indicando una bambina che nessuno aveva notato prima.
Aveva i capelli lunghi e neri, gli occhi blu acceso, la pelle pallida e delle lentiggini sparse un po' sulle guance.
'È carina' dovette ammettere Newt.
Nella classe calò il silenzio.
«Teresa» disse.

Suonò la campanella e aspettarono il professore dell'ora successiva.*
Anche lì si presentarono e parlarono un po'.
Successe la stessa identica cosa con tutti i professori.
Alla fine, suonò l'ultima campanella e si fiondarono tutti fuori dalla scuola, abbracciando le proprie famiglie.
Newt vide Brenda e Minho andare dai propri genitori, mentre il bambino biondo aspettava che qualcuno lo venisse a prendere.
Aspettò due minuti e ancora sua madre non arrivava.
Era rimasto solo lui, Teresa e un altro bambino dai capelli scuri.
Sembravano conoscersi, e anche da tempo.
'Forse andavano all'asilo insieme' pensò.
Ad un certo punto, il bambino lo guardò e, vedendolo da solo, decise di andarci a parlare, con Teresa al suo seguito.
«Hey» disse lui con un sorriso.
«Ciao» rispose Newt.
«Ti abbiamo visto da solo e abbiamo deciso di venirti a conoscere»
'Bene' pensò Newt.
Era una situazione così imbarazzante. O almeno, per lui lo era.
Dopo un paio di secondi di assoluto silenzio, il bambino continuò: «Comunque, io sono Thomas e lei è Teresa. Siamo nella stessa classe, vero?»
«Mi sa di sì» disse Newt. Thomas era uno dei pochi nomi che ricordava.
Sentii un clacson suonare, si giró e vide sua mamma aspettarlo.
«Io devo andare, ci vediamo in classe. A domani»
«Ciao» risposero in coro i due.

«Allora? Com'è andata?» Chiese Reese, la mamma di Newt, appena entrato.
«Bene. Ho conosciuto delle persone» disse.
«Ah davvero? E come si chiamano?»
«Minho, Brenda, Thomas e Teresa»
«Chi erano quei bambini con cui stavi parlando ora?»
«Thomas e Teresa»
«Quindi ti sei fatto degli amici?»
«Credo di sì»
Reese continuò a fare domande sui nuovi 'amici' di Newt, mentre si avviarono a casa.

Arrivarono a casa, e dopo un pomeriggio lunghissimo dove Newt giocò con il padre, andò a letto, stanco, ma contento della giornata appena trascorsa.

NOTA AUTRICE:

*Se vi state chiedendo perché ho scritto 'aspettarono il professore dell'ora successiva', è perché ho scoperto che in America i bambini delle elementari non si spostano tanto, (solo per musica e educazione fisica) perché sono piccoli.
Alle medie hanno già un po' più di libertà, e al liceo, vabbè, si sa.

 𝑰 𝒕𝒓𝒖𝒔𝒕𝒆𝒅 𝒚𝒐𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora