CAPITOLO TRE~TERESA

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11 dicembre 2017 ~ terza liceo

Thomas cominciava rendersi conto di quanto fosse bella, o almeno per lui, Teresa.
Ogni volta, a lezione, la osservava mentre scriveva, con la testa vicina al banco, i capelli ondulati da una parte e gli occhi blu che scorrevano veloci su e giù lungo il foglio.
Ogni volta, all'uscita da scuola, la vedeva correre il più in fretta che poteva per raggiungere l'autobus.
Ogni volta che lei gli rivolgeva parola, sentiva il cuore battere all'impazzata, sentiva le mani tremanti e la mente priva di parole.
Si stava forse innamorando?

Il giorno dopo, a scuola, decise di informare i suoi amici dei suoi dubbi.
Soprattutto Newt. Diciamo che era il migliore a saper mantenere un segreto.
Approfittò di quel giorno che Teresa sarebbe arrivata alla seconda ora, doveva fare non si sa cosa, con sua madre.

Arrivò prima di tutti, preso dall'agitazione.
Il primo ad arrivare fu Newt, come sempre.
«Hey, Tommy! Come mai così presto oggi?» Chiese avvicinandosi a lui.
«Ti devo dire una cosa» e senza dire altro, lo prese da un braccio e cominciò a trascinarlo tra i vicoli vicini alla scuola.
«Tommy, dove stiamo andando?» Chiese il ragazzo biondo.
Ad un tratto, Thomas si fermò. Erano arrivati in una strada dimenticata dal mondo, quindi non c'era il rischiò che qualcuno potesse ascoltare.
Prese un respiro profondo e guardò il suo amico negli occhi.
Il ragazzo moro non poté non notare una luce negli occhi di Newt, ma non sapeva che cos'era.
Lo guardò attentamente.
«Allora?» Continuò lui impaziente.
«Mi sono innamorato di Teresa» disse tutto d'un fiato. Aspettò una reazione.
Newt abbassò lo sguardo, poi lo ritiró su, per guardare il suo amico negli occhi.
«Che succede?» Sussurò Thomas.
«Eh? Oh no, niente. Sono felicissimo per te. Sicuramente Teresa ricambia il tuo sentimento. Dichiarati»
«Ma sei scemo?» Lo prese in giro Thomas con una risatina.
Newt non rise: «Non sto scherzando»
«Newt, ma che hai?» Chiese preoccupato il ragazzo moro.
«Niente» disse con un sospiro l'altro.
Thomas decise di non insistere. Se glielo avesse voluto dire lo avrebbe detto da solo.
«Newt, non so che cos'hai, o perché ti comporti così tutto ad un tratto, ma ti chiedo solo una cosa: non dirlo ad anima viva. Neanche a Minho e a Brenda. Ci penso io a loro» Non ottenne risposta.
«Newt?» Niente.
«Newt» disse un po' più forte. Ancora niente.
«NEWT» urlò.
«Siamo in ritardo per la lezione. È già suonata la campanella» Rispose alla fine. Si girò per andarsene, con lo sguardo basso.
«Newt» si fermò. «Promettimi che non lo dirai a nessuno. Ti prego» implorò Thomas.
«Certo Thomas» disse con un sorriso. E con queste parole si avviò in classe.

'Perchè si comporta così?' Thomas non capiva. Che motivo c'era di essere così... arrabbiato? 'Ho detto qualcosa di sbagliato?' si chiese mentre si avviava alla lezione di inglese.

«È in ritardo» disse il professore
«Ma non mi dica» rispose sarcasticamente. L'unica cosa che gli importava era capire cosa avesse Newtie. Insomma, erano migliori amici, si dicevano tutto.
Il suo professore molto probabilmente gli stava urlando contro dicendo che non si fa, che lo avrebbe mandato dal preside e le solite cose noiose dei professori. Non capiva perché il professore continuasse a parlare, non poteva stare zitto per una volta? Voleva soltanto capire.

L'ora passo noiosamente. Il professore spiegava mentre Thomas scarabocchiava sul libro o si faceva le faccine sul palmo della mano.
Al suono della campanella, corse il più velocemente possibile da lì.
Si avviò verso il suo armadietto.
Ora avrebbe avuto matematica.
Mise i suoi libri dentro e prese quelli della materia successiva. Chiuse l'asta di metallo con un grande botto.
«Ciao Tom»
Thomas si girò di scatto, spaventato.
Era lei.
Era Teresa.
«Ciao» disse con la voce tremante, preso dall'emozione.
«Senti, ti volevo chiedere una cosa» continuo con un sorriso da bambina sul suo volto pallido.
«Dimmi tutto» Ricambò il sorriso Thomas.
«Tra una settimana ci sarà una festa di una mia amica nel mio corso di scienze... Non è un party esagerato, ha invitato me, il suo fidanzato e un'altra nostra amica. Ma visto che ha detto che si poteva portare una persona a nostra scelta, e visto che tu sei quello che conosco da più tempo...» Lascio la frase incompleta, ma si capiva che cosa voleva intendere.
«Va bene. A che ora?» Chiese, felice dell'invito della ragazza.
«Alle nove mi passi a prendere davanti a casa mia?» Chiese Teresa.
«Ok, va bene. Però si potrebbe fare un po' di ritardo. La Jeep mi sta cadendo a pezzi» Rise.
Ridendo anche lei, Teresa se ne andò.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 25, 2022 ⏰

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