Scusa,
te l'avrò detto mille volte, scusa.
Penso a te
e mi rendo conto:
sono incapace di allestire stanze nel mio cuore.
Odio le sensazioni toccanti,
quelle che ricordi e non lasci scivolare.
Odio il sapor salato delle lacrime
che mi rigano il viso
come le gocce passanti
veloci, scortate dal vento
su quel parabrezza che conosciamo bene.
Amo, però, l'amaro del tuo rossetto,
intriso nella mia pelle.
Amo sentirmi finalmente libero,
perdermi nel cercarti per tutta la vita.
Sono privato di labbra che vorrei toccare
ancora una volta;
privato del poter sfiorare la tua pelle,
candida come un fiocco di neve.
Tu, poi
ti sei allontanata da mani che non ti avrebbero mai ferita,
da occhi che non avrebbero smesso di guardarti,
da un calore che è tuo, per sempre.
Così sarà, d'ora in poi:
sento freddo,
affogo in un lago di fotografie ingiallite
e amo.
Amo l'immagine di noi due ancora insieme.
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Pagine di mal di cuore.
PoesíaPer scrivere qualcosa, basta il cuore acceso ed il cervello in standby