Strip-tease

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Dalle grandi porte finestre aperte sul giardino giungevano nel salone odori fastidiosi, pesanti, di oleandri in fiore, misti a zaffate di preparati insetticidi.

Il gracidio delle ranocchie intorno alla vasca dei pesci rossi, il ronzio minaccioso delle zanzare, il caldo soffocante e umidiccio di una estate record, affliggevano i vecchietti riuniti in piccoli grappoli nel grande “salone/sala da pranzo/punto d’incontro” della villa “Felice Tramonto”, che poi altro non era se non una casa di riposo per anziani. Di lusso, d’accordo, ma pur sempre un pensionato per vecchi.

In quel momento gli ospiti della villa si annoiavano a morte.

Non diversamente, comunque, dagli altri trecentosessantaquattro giorni dell’anno. I programmi televisivi in estate, si sa, non sono generalmente accattivanti. I giochi di carte, ecco, erano più graditi, ma ripetuti ogni giorno finivano per diventare anch’essi stucchevoli.

D’altro canto cosa possono fare le persone anziane raggruppate fra loro da mane a sera? Lodare il passato e deprecare il presente, come sempre succede nel susseguirsi delle generazioni.

Così quella sera l’argomento che aveva a poco a poco accomunato i vari gruppuscoli era impernato sulle esibizioni delle procaci subrettine che imperversavano sul video, con relativo tremolio di seni e glutei.

Il tema della discussone, per rompere la noia dilagante, era stato gettato come una pietra in uno stagno dal nuovo arrivato, il signor Luigino.

Questo signor Luigino, giunto da pochi giorni nella villa, si era rivelato subito un vecchietto allegro, ricco di barzellette, di trovate amene, di ingegnosi diversivi. Aveva calamitato la simpatia generale: sempre disponibile, orecchio pronto e paziente alle lunghe inconcludenti discussioni senili degli altri ospiti, il signor Luigino era ormai il punto di riferimento delle attività ludiche serali. Insomma, una ventata di fresca novità nell’ambiente tetro e mugugnoso del “Felice Tramonto”.

E quella sera il signor Luigino, dopo aver recepito le prevedibili disapprovazioni dei presenti sull’argomento P/P (pelle e pelo) intervenne, scuotendo giudiziosamente la testa.

“In verità in verità vi dico” e si interruppe, guardando di sguincio l’anziana direttrice del pensionato che in fondo al salone sedeva impettita su una seggiola, rosario fra le dita, e un costante cipiglio di disapprovazione stampato sul viso.

“Insomma, ragazzi” e sghignazzò a quell’appellativo “io credo che queste gallinelle di oggi, che sculettano in televisione, siano tutte fasulle. Una presa in giro. Ti schiaffano subito lì, impiattate e pronte, tutte le loro appetitose vivande. In un fiato hai visto tutto. Ma riflettiamo. Una buona pietanza è gradevole non solamente per il contato con le papille gustative. C’è, prima di giungere alla bocca, la presentazione, gli aromi, il profumo che proviene dalla cucina e ristagna nell’aria, il vasellame sul quale viene servita, come si dice comunemente. Tutto un insieme di fattori che impreziosisce il cibo e conferisce importanza alla fase successiva, la degustazione… Così è dello spettacolo. L’azione gestuale deve precedere, preparare sapientemente l’impatto finale, emotivo, della nudità.

Questo è il caso classico dello strip-tease, lo spogliarello.

Cari amici, lo spogliarello è un’arte. Un’arte purtroppo sconosciuta, ahimè, alle bambole che vedete sul video. Quelle fanno una cosa sola, banalissima: agitano le natiche. Tutto lì.

Oh, tempi lontani della mia giovinezza! Parigi, Pigalle…”

Gli astanti ebbero un fremito di nostalgia; la loro memoria indietreggiava verso ricordi comuni a tutti loro.

“Altri tempi, già. Oggi queste cose fanno sorridere. Ma direi…Sorrisi di rimpianto, siamo sinceri…”

Gli anziani ospiti del “Felice Tramonto” la pensavano come il signor Luigino, era evidente. Il commendatore Remigio si arrotolava un baffone bianco, approvando gravemente col capo.

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