La luce del sole penetrava a malapena all'interno del pozzo. Da fuori, la figura in piedi infondo ad esso quasi non si vedeva. Eren jaeger, gli occhi smeraldini fissi a scrutare il cielo, aspettava pazientemente che Hanji facesse partire il raggio di segnalazione. Non appena quello fosse stato sparato, il ragazzo si sarebbe morso la mano tramutandosi in gigante... Nel caso avesse perso il controllo una volta acquisita quella forma, sia la donna che il Capitano Levi sarebbero intervenuti e lo avrebbero tirato fuori a forza dal corpo del gigante... In effetti, c'era pure la possibilità che lo uccidessero direttamente... Nemmeno lui sapeva quanto poteva diventare pericoloso nella sua forma titanica, quindi...
Si udì uno scoppio, e un attimo dopo una strisciata di gas verde macchiò il cielo.
Era il segnale.
Senza esitare, il ragazzo si morse la mano. Non successe niente.
Ma cosa...?Il sangue gocciolava a terra e il dolore stava cominciando a diffondersi partendo dal punto in cui si era morso, però non aveva cambiato aspetto; era ancora un'esssere umano.
Eren si morse una seconda volta, con maggior forza, ma nemmeno questo portò a nulla...
Perchè...?
Non riusciva a darsi una risposta, e la sua frustrazione stava aumentando sempre di più: era riuscito a mutare aspetto la prima volta poco dopo essere stato divorato dal gigante, e poi ancora quando lo avevano incaricato di sigillare con un masso il portone del Wall Rose... Quindi per quale motivo ora non ci riusciva? Dove sbagliava? Senza riuscire a darsi una risposta, il ragazzo decise di provare a mordersi ancora una volta, nonostante il dolore intenso che gli invadeva la mano.
Affondò i denti nella piaga già aperta, strinse con tutta la forza che aveva e non mollò la presa nemmeno quando lacrime di dolore gli scesero lungo le guance; continuò a stringere i denti intorno alla prorpria mano fincè il sangue non gli si accumulò all'angolo della bocca, scendendogli poi lungo il mento.
Serrò gli occhi e diede un'ultimo, debole morso, poi fu costretto a mollare la presa e ad appoggiarsi con la schiena alla parete del pozzo, cercando di trattenere i piccoli singhiozzi che il dolore gli faceva uscire di bocca.
Non riesco a diventarte un gigante... solo questo riusciva a pensare. Non riesco a diventare un gigante...
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Levi cominciava davvero a perdere la pazienza: erano passati cinque minuti buoni da quando Hanji aveva sparato il raggio di segnalazione verde, e ancora non era successo niente.
"Che diavolo sta facendo quel moccioso?" si lamentò lanciando un'occhiata alla bruna sul cavallo accanto al suo.
"Forse non ha visto il segnale?" suppose la donna.
L'altro sbuffò, poi smontò da cavallo e si avvicinò al bordo del pozzo: "Eren, per ora basta così. Riproveremo più tardi".
Non gli giunse nessuna risposta dal fondo; la situazione stava diventando sempre più strana.
Levi sporse il capo oltre il muro del pozzo, e con gli occhi allenati da anni di vita nel Distretto Sotterraneo, ne scrutò il fondo. Quello che vide, inispiegabilmente gli fece male al cuore: Eren era raggomitolato in un angolo, gli occhi sgranati, le guance rigate di lacrime; si fissava le mani tremando. Levi le osservò, erano piene di ferite da cui sgorgava sangue.
Ma che cazzo...
Come aveva fatto quell'imbecille a ridursi in quello stato? Quante volte si era morso... e con quanta forza?
Si era portato al limite; lo si capiva dal suo sguardo, così frustrato e sofferente... Più che l'ultima speranza dell'umanità, a Levi non sembrò altro che un bambino in quel momento, un bambino che era stato costretto a portare sulle spalle un fardello troppo pesante per lui solo.
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Posso restare al tuo fianco?
RandomLa storia comincia pochi giorni dopo l'affidamento della custodia di Eren alla squadra di Levi: il più piccolo non sa cosa aspettarsi; di quell'uomo che per dimostrare la propria forza l'ha massacrato di botte ha anche un po' paura, ma allo stesso t...