Fuori la luna è pallida (fingo che sia OK ma sono KO)

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Sono passati un paio di mesi dall'inizio della scuola. Manuel continua a frequentare Gaia, Simone cerca sempre imperterrito di non pensare al suo prof di letteratura come l'uomo di quella sera. Ancora riesce a mantenere il segreto, senza parlarne con nessuno. Spesso vorrebbe raccontarlo a Manuel, ma si morde la lingua giusto in tempo, prima di creare casini.

"Come va con la tua amica?" Simone, non sa per quale motivo, gli chiede mentre sono sull'aereo verso Amsterdam, per la gita scolastica.

"Che te frega?" si volta a guardarlo.

"Era per fare conversazione..." si giustifica, sollevando le spalle ed infilandosi una cuffietta.

"Bene" risponde Manuel, capendo d'esser stato poco carino. Simone per tutto il viaggio guarda fuori dal finestrino. Lui e Manuel hanno una playlist condivisa su Spotify. Si dividono le air pods, facendo scorrere i brani, senza commentarli, senza skipparne nessuno.

Ognuno è immerso nei suoi pensieri. Non si guardano, non si cercano ma condividono quel silenzio.

Atterrano e appena arrivati in albergo, si dividono nelle camere. Forse non avrebbero mai immaginato che sarebbero diventati coinquilini in gita scolastica, fino a pochi mesi fa, visto che non si sopportavano nemmeno all'inizio. Non restano molto in hotel, partono subito per le visite ai vari luoghi scelti dai professori.

Nel pomeriggio sono guidati all'interno del museo di Van Gogh, la sera mangiano tipico, per poi tornare in albergo, stanchi della giornata.

Manuel si chiude in bagno e Simone si sdraia sul letto, guardando il telefono. Bussano alla porta. Si solleva ed apre uno spiraglio.

È Elia.

"Sono passato a controllare che siate tutti in camera. Buonanotte" osserva con un'occhiata veloce la stanza alle spalle di Simone. È disordinata, le valigie sono aperte sul pavimento ed i vestiti straripano dovunque.

Manuel sente la voce del prof dal bagno, mentre si guarda allo specchio. Si mette una canottiera, una delle sue, per dormire. Ha intenzione di restare in mutande sotto le coperte ma s'infila un paio di pantaloni da basket, visti i precedenti con il suo compagno di stanza.

Chiacchierano prima di darsi la buonanotte, dettata da una stanchezza giornaliera per il viaggio e la sveglia presto.

Si rigirano tra le coperte mentendosi l'un l'altro. Simone non riesce a non pensarci. L'ha guardato per pochi secondi quando s'è affacciato in camera, ma subito ha rivisto quel loro momento spensierato, quella sera al pub.

Manuel invece non chiude occhio, resta con le iridi spalancate per accogliere la lieve luce dei lampioni proveniente da fuori. Ascolta Simone girarsi tra le coperte e lo segue con la coda dell'occhio quando si solleva ed esce dalla stanza. Appena chiude la porta, si alza di scatto per vedere che direzione prende. Socchiude la porta e lo guarda bussare in quella alla fine del corridoio. Elia apre uno spiraglio, ancora vestito di tutto punto, con il solito maglioncino bianco inserito nei pantaloni.

Simone entra nella sua camera e Manuel non ha intenzione di addormentarsi. Mancherà per qualche minuto. Non di più.


"Non riesco a smettere di pensare a quello che è successo. Vederti tutti i giorni e far finta di niente è diventato pesante" spiega la sua visita passata la mezzanotte.

"Lo capisco. Anche per me è difficile trattarti come gli altri, ma inizierai a conviverci con questa situazione. Sono questi due anni, poi scomparirò dalla tua vita" cerca di rassicurarlo, poggiandogli una mano sulla spalla. Gli offre un bicchiere di vino.

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