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Era un lunedì molto freddo in giappone.
Le strade erano molto affollate, da adulti e studenti.
Chi correva per non arrivare tardi e chi per prendere per primo i mezzi.
Il rumore delle auto, i passi, le prime luci dei negozi, il senso di brivido con il contatto fra la pelle appena sveglia e l'aria esterna. Sempre la solita vita quotidiana, che nessuno mai si aspetterebbe che cambiasse, e io mi ero stancata di questa monotonia, ma a tempo stesso non posso far altro che vivere in questo loop infinto.
Ormai solita routine, prendo i mezzi e arrivo alla mia scuola, una delle più importanti a Tokyo, e non è facile entrarci, bisogna superare dei test di logica molto difficili...solo per entrare al liceo, non immagino quelli dell'università.
Comunque sia, varco il cortile della mia scuola, salutando alcuni studenti che ho conosciuto durante i test, l'anno scorso, non posso crederci che sono già passati due anni dalla mia iscrizione.
Il mio volto pensieroso si illumina appena vedo arrivare la mia più cara amica, e anche cugina, Hana.
-Buongiorno Kuni, pronta per la settimana?-
-Più o meno, se devo dirla tutta, il mio letto era meno impegnativo-
Entrambe ridiamo, e fra una parola e un passo arriviamo in classe.
Iniziare il lunedì, con matematica è illegale.
Prima che mi addormenti, guardo fuori dalla finestra, appoggiandomi con la fronte a essa.
Noto sul marciapiede due teneri vecchietti, camminare mano nella mano...che cosa bella.
Un sorriso si forma sul mio viso...ma esso scompare appena un ragazzo molto alto...di cui non vedo il volto essendo che è coperto da un cappuccio...ammetto che mi mette un po' paura...è così scuro, sembra l'oscurità in persona.
Passa accanto ai due vecchietti, e di scatto li afferra entrambi per il collo, staccando la testa ad uno, mentre con quella che sembrava una katana, trafigge la vecchietta. I due vecchi si spezzettarono in tanti pezzetti neri, sembravano bruciati.
Gli occhi mi diventano lucidi, mentre sento le gambe tremare.
Un urlo mi nasce in gola e senza pensarci lo lascio libero di uscire.
La mia voce riccheggia in tutta l'aula.
Tutti si girano verso di me, ma nemmeno mi accorgo delle loro facce, ero troppo impressionata e spaventata mentre continuavo a fissare quell'individuo.
Sento il cuore battere finchè l'uomo, si accroge dei miei occhi su di lui, si è accorto di me, mi sta fissando, ci stiamo fissando...ho i brividi, non so nemmeno come faccia a tenere il suo sguardo. La sua espressione però, è come la mia...ha paura, ma anche confuso, la lontananza fra di noi è troppa, non riesco a capire altro dai suoi occhi.
Ritorno in me quando sento l'ennesimo urlo da parte della mia professoressa, mi stava chiamando.
Mi giro verso di lei, e mi stupisco quando la ritrovo davanti al mio banco, come è possibile, mi sembrava di sentire la sua voce molto più lontana...
-Perché hai urlato Kuni? E' successo qualcosa?-
La guardo ovvia, per poi indicarle il cortile.
La sua testa si volta, ma la sua espressione rimane confusa...
-Il cortile è vuoto Kuni, cosa vuoi dire?-
Vuoto?? Mi giro di scatto verso la mia stessa indicazione, e mi accorgo che effettivamente, era tutto vuoto.
-Non è possibile...ho visto...ho visto un'omicidio...-
Mormoro e la mia professoressa si acciglia confusa.
-Kuni, hai dormito in questi giorni...in modo regolare?-
Scuoto la testa, rispondendo di no. Studio fino a tardi e capita spesso che passo tutta la notte sui libri.
La mia professoressa mi guarda comprensiva e mi consiglia di andare in bagno per sciacquarmi la faccia.
E così faccio, le mie gambe svolgono in modo meccanico il loro lavoro, portandomi in bagno, mentre nella mia testa continua a riprodursi la stessa immagine, quel ragazzo....
Mi sciacquo la faccia con acqua congelata e mi appoggio alla parete chiudendo gli occhi, cercando di convincermi che era solo un'allucinazione.
Sobbalzo però appena sento rumore in corridoio...sento i passi avvicinarsi...finchè una figura entra in quel minuscolo bagno dove stavo io.
-Mr. Hoichi...buongiorno-
Tiro un sospiro di sollievo appena vedo che era solo il bidello. Mi sorride, per poi inarcare un sopracciglio appena vede la mia espressione.
-Scusami Kuni, ti ho spaventata?-
-Oh nono non si preoccupi, è tutto ok-
Veramente è tutto ok, non avevo mai desiderato così tanto la faccia di Mr.Hoichi, molto meglio rispetto a quella di un serial killer.
Faccio un piccolo inchino, salutando Mr.Hoichi e torno in classe.
La giornata procede bene, le ore passano in fretta, anche se la mia testa è altrove.
Suona la campanella, la mia salvezza, di fretta esco da scuola senza nemmeno salutare Hana, come facevo sempre.
Arrivo al cortile correndo, e continuo a correre per uscire dal cancello...sento un clacson...molto vicino a me, mi giro di scatto e vedo un camion...a pochi metri da me, sono paralizzata, non riesco a muovermi...la mia vita...finisce qui?
Silenzio...il nulla cosmico, non ho dolore, non sento nulla, apro lentamente gli occhi e mi ritrovo il camion lì, fermo, immobile, era troppo vicino a me, anche se frenava mi avrebbe preso, eppure è fermo, ma non solo lui, tutto è fermo.
Mi guardo intorno, le persone sono come statue, anche gli uccelli in cielo e anche...le foglie che si staccavano dagli alberi.
Era come se il mondo si fosse messo in pausa.
Sono così confusa, non riesco a capire...vago con lo sguardo e il cuore mi si ferma in gola...l'assassino...è lì, mi sta fissando...e man mano avvicinando.
Le parole mi muoiono in gola, non riesco a parlare...vedo che si abbassa il cappuccio...rimango stupita da quanta bellezza può avere un mostro come lui.
Ha i capelli castani...la forma degli occhi, rendono il suo sguardo intenso, penetrante, e il grigio misto al celeste...rende il suo sguardo glaciale...è impossibile reggerlo.
Ha il viso leggermente allungato, con una mandibola ben pronunciata...e le labbra, carnose e piene di colore, un rosa che in alcuni punti tende al pescato.
Il suo naso leggermente rosso, per via del freddo, e da lì partono delle piccolissime lentiggini che si espandono poi sulle guance.
-vai...via-
La mia voce esce in un sussurro, ero scossa, troppi avvenimenti insieme, cedo perdendo i sensi, ma in quei pochi e ultimi secondi di lucidità, sento due braccia afferrarmi e reggermi...mi ha presa, morirò...Sento una voce familiare...è mia madre...sta piangendo...
Lentamente apro gli occhi, la luce brucia le mie pupille, ma ho capito che mi trovo in ospedale.
-Si è svegliata!-
La mano di mia madre mi accarezza il viso, così lentamente riapro gli occhi, e vedo con chiarezza chi c'era. I miei genitori, le mie due sorelle maggiori e il mio fratellino.
-Stai bene?-
Mia madre mi parla e io mi limito ad annuire.
-Cosa è successo?-
Riesco a dire con un filo di voce, ho un dolore lancinante alla testa.
I miei genitori si guardano.
-Sei stata investita Kuni...-
I ricordi ritornano a galla nella mia piccola mente...tutte le immagini e le sensazioni, scuoto la testa per i brividi.
-Per fortuna che ti hanno portata qua...-
La guardo confusa.
-Mamma, chi mi ha portata qua?-
Ho paura della risposta.
-Un uomo, aveva i capelli castani, dice che ha visto la scena e che ti ha portata subito qui, non le sarò mai abbastanza grata.-
Ora ricordo...quel ragazzo...il suo viso, lo ricordo, mi ha portata qui...mi ha risparmiata?
-Mamma, lui è qui?-
-No tesoro, dice che aveva da fare ed è corso via-
Sarà andato ad uccidere chissà chi.
-Io direi di farla riposare un po'-
Interviene mia sorella e io la benedico con lo sguardo.
-Kuni, tesoro, i dottori ci hanno detto che è meglio se per questa notte dormi in ospedale, ti terranno d'occhio.-
Lo guardo non credendoci...
-Papà ma io sto bene-
Lui mi zittisce, nel modo più gentile che sa.
-Kuni i dottori non sanno che botta hai dato, potrebbe essere grave riportarti a casa.-
Sbuffo, rassegnandomi.
Il pomeriggio passa in fretta, erano rimasti tutti quanti per farmi compagnia.
Anche se devo ammetterlo, la compagnia migliore è stata quella del mio fratellino, Aiko, ha solo quattro anni, ma è tanto furbo quanto divertente, un peperino insomma.
Era ormai sera...la mia famiglia stava ritornando a casa, dovevano badare ad Aiko e le mie sorelle ai loro figli...si sono zia.
Mia madre e mio padre mi abbracciano, riempendomi di baci sulla testa, ridacchio e li stringo come per rassicurarli.
L'idea di passare la notte in ospedale non mi appagava per niente, ma dovevo .Rimango sola in quella stanza, non avendo sonno decido di addormentarmi con un po' di musica, when i was your man, di bruno mars...un po' depressa ma calmante.
Stavo per cadere fra le braccia di morfeo, quando sento dei rumori strani, provenire dalla porta della mia stanza.
Mi alzo per sedermi, togliendo le cuffie, pensando fosse un dottore che era venuto a controllarmi.
Scorgo l'immagine della persona che è entrata...non ci posso credere, mi sento quasi svenire. E' lui...è quel killer...
Stringo il lenzuolo fra i pugni, provando a indietreggiare per quello che mi era possibile.
Si ferma davanti al letto, mi fissa, non riesco a decifrare il suo sguardo...
-Chi sei...? Cosa vuoi da me...?-
-Volevo solo sapere se stavi bene-
Mi guarda un misto fra confuso e curioso e fa per andarsene.
-Perché mai dovresti preoccuparti di me? Hai ucciso due persone, potrei essere la prossima-
Si gira verso di me e mi guarda quasi spaventato.
-Allora è vero...mi hai visto-
Mormora.
-Cosa?? Vai via...non so chi sei e nemmeno perché mi hai risparmiata la vita...-
-Non erano due vecchietti quelli che ho ucciso, non ho mai ucciso un uomo, figuriamoci una bambina-
Dice acido, con uno sguardo che farebbe impazzire anche la persona più paziente al mondo.
-Ah no? E cos'erano allora? Animali? Ah e per la cronaca, non sono una bambina-
-Già che controbatti dimostri il contrario-
Fa un piccolo ghigno, e in me sento i nervi salire.
-Rispondi alla mia domanda-
Dico a denti stretti.
-Erano mostri, ma non capisco come tu faccia a vederli.-
-L'unico mostro che vedo qui sei tu-
Si avvicina e mi punta un dito contro.
-Non sai un cazzo di me-
-Non è difficile conoscerti, già il fatto che hai ucciso due persone dice molto di te-
-Ti ho detto che non erano umani. -
Ha serrato la mascella, si era irritato.
-Certo e allora cos'erano?-
Mi guarda, non mi risponde...sembrava come bloccato.
-Bene, ho visto che stai bene, tolgo il disturbo-
Detto ciò se ne va, lasciandomi lì confusa, non sapevo se lo avrei incontrato ancora, ero sicura di no, ma una piccola parte di me voleva rivederlo.Ei ciao a tutti,
questa è la prima storia seria che scrivo e pubblico, spero vi piaccia, perdonate per i vari errori che ci saranno in questo capitolo e anche negli altri che usciranno, farò del mio meglio per migliorarli, se li trovate scrivetemelo pure.
Grazie per le persone che lo leggeranno, al prossimo capitolo❤️
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Kuni to Kami
Romancetrama: Il passato può giungere al presente? In antichità il mondo era guidato dalle divinità. Esse dopo aver stabilito l'equilibrio tra luce e oscurità, furono affiancate da dei pilastri, scelti da loro stessi, per poter mandare avanti la loro stori...