il primo incontro

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Sono lì.
Sdraiata su quella sabbia morbida e fredda.
Guardo il cielo, in particolare una stella che splende nel nero della sera e ne rimango incantata come se fossi sotto l'effetto di un incantesimo.

" ehi Laura , tanti auguri. Sai non ti ho vista per tutta la festa"
Mi alzo di scatto. Avevo la faccia di una che si era appena svegliata ( cioè di merda ). Guardo chi mi sta parlando e inizio dal basso e noto delle scarpe blu con molti brillantini.
Capisco che è Alex un tizio che sta simpatico a tutti, anche ai MASCHI.
Dico anche maschi perché lui è gay ( d'altronde chi si può mettere quelle scarpe).

Continua a far uscire parole dalla sua bocca anche se io non stavo capendo nulla ( sperai che non si accorgesse che non stavo seguendo) però iniziò a spingermi, e odio la gente che lo fa, allora per non farlo continuare iniziai ad ascoltarlo.

" laura la settimana in cui sei stata male è arrivata una nuova ragazza" mi disse.

" cosa ?" dico perplessa " eh perché non l'ho vista quando sono tornata?"

" perché è stata male anche lei per due settimane, brutta la varicella " lo guardo e faccio una faccia che fa capire che voglio sapere di più di sta tizia.

" lei si chiama Sofia. A viaggiato molto a causa della madre, ma rimarrà qui per sempre, almeno spera. Comunque sta qui. se vuoi conoscerla sta li con gli altri " inizio a camminare per andare a conoscere Sofia e lo ringrazio.

Iniziai a correre.Non so perché stavo correndo, forse perché gli unici amici che avevano erano il professore di letteratura, quello di musica e ovviamente il mio piano, e una nuova ragazza che poteva diventare una mia amica, era un'idea che mi piaceva.

Arrivo li e vedo cinque ragazzi che stanno attorno a una bellissima ragazza, capelli biondi e lucenti e occhi marroni come le castagne d'autunno. La cosa che mi rimase più impressa nella mente di lei era che non amava gli occhi puntati contro. Capii che si sentiva un pesce fuor d'acqua e io dovevo portare il pesce nell'acqua. Quindi andai lì e la presi per un braccio.

" Grazie, ma perché lo hai fatto? " mi domandò

" Beh, chi più di una persona timida può capire che uno non ama avere gli occhi puntati contro " le dissi imbarazzata.

Lei si mise a ridere, ma io la segui solo per non sembrare una stupida, ma francamente non sapevo perché rideva.

" io mi chiamo Sofia, beh... tu mi puoi chiamare Sofy "

" io sono Laura. Dovrei essere onorata di chiamarti Sofy ? " le dissi ridendo

" si. non concedo a tutti di chiamarmi così "

Mi disse che era andata in Cina , in Svizzera e in molti altri posti. poi disse per ultima cosa che amava molto la musica.

Prima che lei se ne andasse le dissi che se voleva poteva cambiare compagna di stanza, perché dopo le vacanze natalizie se una persona non voleva stare con il proprio compagno di stanza, le segretarie del collage facevo dei cambi. Credo che lei capì subito dove volevo arrivare perchè mi saltuò dicendo :

" allora ci vediamo, compagna di stanza " . Ci salutammo e io ritornai in spiaggia e lei andò in macchina.

Quella settimana fu magica. Ero troppo felice all'idea di avere una nuova amica, ma non riuscivo a togliermi dalla testa una frase di Ligabue " certe luci non puoi spegnerle " che mi rendeva triste, ma nello stesso tempo mi piaceva molto.

Inizialmente mi chiedevo del perché mi rendesse triste quella frase, poi capii.

Mi ricordava una persona :MIA MADRE.

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