sesta parte

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Simone era ancora a tavola, quando il display del suo cellulare si illuminò al suono di due notifiche. Le avrebbe lette più tardi, se non gli fosse cascato l'occhio sul nome di Manuel. E un'improvvisa tachicardia non gli avesse tolto il respiro. Manuel? Cosa voleva ancora?

"Scusa un attimo" disse mesto congedandosi, mentre nonna Virginia toglieva le ultime cose dalla tavola. Suo padre era appena rientrato in casa. E raggiunse il piazzale per leggere il messaggio lunghissimo che quello sciagurato gli aveva mandato a quell'ora. Certo, tutto si aspettava tranne che di leggere quello che avrebbe letto di lì a un attimo.


Intanto Manuel, dall'altra parte della città, di tanto in tanto controllava nervosamente il telefono. Ma niente, nessuna risposta. Vide che Simone aveva visualizzato entrambi i suoi messaggi e poi era tornato subito offline. Chissà se aveva letto quello che gli aveva scritto, o se invece l'aveva cestinato senza dargli possibilità di appello.


Che cazzo faccio adesso, si domandò l'altro, affrettandosi a rimettere il cellulare in tasca e passandosi le mani tra i capelli. Quindi tornò verso casa confuso, con le gambe di burro e il cuore che sembrava uscirgli dal petto. E sua nonna, che si era fermata a osservarlo, notò subito il suo turbamento.

"Tesoro che succede? Hai una faccia..."

"Tutto bene nonna" le rispose affannato, mentre con la testa era già da un'altra parte. "Io devo uscire. Dov'è papà?"

"È... dentro"
Ma lui non la stette neanche a sentire, che si precipitò dentro chiamando ad alta voce: "Papà!"
E qualche secondo dopo uscì di nuovo, chiudendosi il giubbotto e dirigendosi a passi svelti verso il garage.


Mezz'ora dopo, mentre percorreva a tutta velocità via dei Fori Imperiali deserta, pregava il Dio in cui non credeva di farlo arrivare in tempo. E ripensava alle parole che gli aveva rivolto sua nonna solo qualche ora prima, quando, seduti in giardino, gli aveva consigliato di non tirare troppo la corda con Manuel. "Se c'è davvero un briciolo di sentimento" gli aveva detto "non può esserci alcun prezzo da pagare, nessuna pena da scontare". E aveva ragione. Quando ami davvero qualcuno, non puoi permetterti di vederlo soffrire a causa del tuo dannatissimo orgoglio. Per questo stava correndo da lui: perché aveva perso tempo. Perché non voleva farlo soffrire un minuto di più. E perché anche se gli aveva fatto tanto male, lui non sarebbe riuscito per niente al mondo a ripagarlo con la stessa moneta.

Quando arrivò nei pressi del Colosseo, parcheggiò la moto e risalì il ponte a piedi, a passo svelto. Fà che sia vero, pregò. Fà che mi abbia aspettato.

Poi lo vide. Manuel era a qualche metro da lui, piegato in avanti e appoggiato con i gomiti al parapetto. Respirava piano e guardava davanti a sé.
Simone rallentò il passo e si avvicinò in silenzio.

Il cuore che batteva all'impazzata, i piedi che si muovevano indipendentemente dai comandi del cervello, come ogni volta che era nel panico o aveva paura.

"Non l'hai persa l'abitudine di fà cazzate" disse con tono basso quando gli fu vicino.
Manuel trasalì. La sua voce alle spalle l'aveva spaventato.

"Potrei dire lo stesso di te" rispose.

Simone si avvicinò a passi lenti. Quasi avesse davanti un animale ferito.

"Quando ho letto il messaggio non credevo che l'avessi davvero scritto tu"
Manuel sussultò, con un sorrisetto sulle labbra. Il cuore che batteva fortissimo.
"Sei venuto fino a qua per verificare?"
Simone abbassò la testa, e sorrise.
"Non solo" disse. "Sono venuto perché anche tu mi mancavi"
Silenzio.
"Mi manchi" si corresse poi, riprendendo fiato.
E Manuel annuì.
Il cuore che aveva saltato un battito.

"Le pensi davvero le cose che hai scritto?"

Un attimo di silenzio.

""
"Tutte?"
"Tutte"
A quel punto Simone sospirò, e fece qualche passo verso di lui, lentamente. Si appoggiò al parapetto, alla sua sinistra, e lo guardò. Manuel si stava sfregando le mani. Come faceva sempre quando era imbarazzato, o quando doveva cercare le parole. Ma quella sera, si accorse che tremava. Non sapeva se per il freddo o per paura. Si era alzato il vento.

"Hai freddo?" gli domandò allora, e senza neanche dargli il tempo di rispondere si sfilò la giacca per posargliela sulle spalle. E mentre lo faceva, d'istinto Manuel si girò verso di lui e si aggrappò alla sua felpa, posando la testa sul suo petto. A cercare riparo. O forse solo un po' di tregua.

Simone trasalì, poi sospirò e lo strinse a sé avvolgendolo con le braccia lunghe.
Fu come tornare a galla, per entrambi.
Le due metà che si ritrovavano dopo essere state a lungo divise.

"Non me va più de lottà, Simò" disse poi il riccio, ancora nascosto in quell'abbraccio salvifico. "È una gara continua a chi fa più male all'altro"
Poi: "Voglio stà con te"

Simone annuì, serio. E gli passò le dita tra i capelli.

"Pure io" mormorò.

Poi si staccò, per prendere il suo viso tra le mani e asciugargli le lacrime.

Teneva lo sguardo basso, Manuel. E gli tremavano le labbra.
Labbra che Simone non esitò a baciare, piano, una, due, tre volte.


"Sei un paraculo, comunque" disse poi staccandosi da lui, senza togliere le mani dal suo viso. E quando vide Manuel sorridere gli parve chiaro che il peggio era passato. "Come facevi a sapere che sarei venuto?" riferendosi alla foto.

"Ti conosco troppo bene, sapevo che ti saresti precipitato qui" lo prese in giro il più grande, ridendo tra le lacrime e asciugandosi gli occhi col polsino della felpa.
"Sei uno stronzo" rise allora Simone, scuotendo la testa e allontanandosi. E l'altro lo raggiunse, ridendo anche lui, improvvisamente più leggero.
"Ah, mo' pure stronzo? Non sapevo neanche se l'avresti letto, il messaggio!"

Simone rise di nuovo e si coprì la bocca, continuando a camminare. Manuel che lo seguiva, girandogli intorno, la sua risata a riempire l'aria. "Avrei passato la notte qui ad aspettarti"
"E te lo meritavi pure"
"Te l'ha mai detto nessuno che sei un rompipalle?"
"E a te che parli troppo?" lo zittì infine Simone, con un bacio.


Che sia l'amore tutto ciò che esiste

È ciò che noi sappiamo dell'amore.

Emily Elizabeth Dickinson

Buona fortuna amore || Simone e ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora