Present.

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[Due anni dopo..]

Amanda era seduta in bilico sulla sedia. Un piede era totalmente pressato dal peso del sedere e l'altra gamba dondolava involontariamente. Il professore di Biologia continuava a spiegarare ininterrottamente, senza rendersi conto dei visi svogliati dei suoi studenti. Era l'ultima ora del primo giorno della settimana, un vero e proprio strazio. La noia dilagante si leggeva sull'espressione di Amanda e i suoi compagni, ma il suono improvviso della campanella fece rinsavire tutti. In un secondo erano già tutti incappottati e con le borse in spalla.
"Ragazzi un momento, non ho finito."
Amanda lo guardò imperturbabile, non voleva dare per niente adito alle stronzate che sparava il prof. Troppo stanca.

Il corridoio era brulicante di studenti impazienti di essere sputati da quelle quattro mura. Spintoni e schiamazzi, sovrastarono la biondina.

Amanda era una ragazza molto fine e sofisticata, la mandria di ragazzi imbizzarriti che galoppavano senza ritegno lungo i corridoi dal pavimento di marmo, la stizzivano. Si sentiva esile e indifesa tra i burberi giocatori di Football o tra le vanesie cheerleader. Lei apparteneva ai ranghi più alti della società, non aveva tempo per insulsi adoloscenti della plebe.

"Punto primo, nel pomeriggio ho in programma una terapia intensiva di shopping. Voglio impasticcarmi di Gucci, Prada, Chanel..." era totalmente in estasi quando pronunciava quelle paroline. La ragazza geek del secondo anno, con addosso vestiti molto anni '50, appuntava tutto ciò che ripeteva ad alta voce Amanda. Una sorta di promemoria umano, per nulla retribuito e avvizzito dal continuo sfruttamento. Veniva comandata a bacchetta sempre, Becky, ma in fondo al cuore non le dispiaceva. Non aveva amici.

"Stai scrivendo??" Amanda monitorò ogni movimento della penna, ogni parola che veniva segnata su quella superficie a righe.
"Si..Altro?" chiese timidamente Becky, cercando di mantenere il passo di Amanda. La ragazza poggiò l'unghia smalata sul mento, pensierosa.
"Mmm, si. Ho un colloquio con una famiglia operaia, con uno stile di vita molto precario. Non farmici pensare..." scacciò dalla mente quei pensieri.
"Posso chiederti come mai devi andarci?"
La curiosità di Becky risultava molto invadente a volte, ma quel giorno Amanda avvertiva un inspiegabile bisogno di sfogarsi.
"Mio padre è convinto che debba responsabilizzarmi. Non vuole che si faccia carico di tutti i miei piccoli svizi e non vuole più assecondare quelli che lui si ostina a chiamare "capricci". Roba da matti, dovrei studiare e invece mi tocca...." aveva un'espressione disgustata e disperata.
"...Lavorare?" azzardò Becky.
"Esatto!  Ho soltanto 17 anni, lo Stato lo considererebbe lavoro minorile, credo, sanzionabile per legge. Quindi mio padre è penalmente perseguibile ma a lui non importa, preferisce che io diventi forza-lavoro, un essere alienato e strumentalizzato per compiere riprorevoli azioni da servitù che annienteranno totalmente la mia reputazione. Annuleranno ogni tentativo di farmi strada lungo la Walk of Fame perchè? Beh perchè verrò riconosciuta da tutti come colei che nel fior fior dei suoi anni ha ceduto agli ordini dispotici di suo padre. Diventerò la Cenerentola britannica moderna."

Becky aveva ascoltato silenziosamente quel monologo da isterica, senza interromperla. Anche se le sfuggì una risata.
"Non essere melodrammatica, immagino che tuo padre lo faccia solo per il tuo bene. Guarda il lato positivo."

"Cioè?"

"Non lavorerai per aristocratici, quindi nessuno delle tue conoscenze altolocate verrà mai a saperlo."
Amanda riflettè un attimo e...in effetti Becky non aveva tutti i torti. Questa notizia la risollevò.

///

Il pomeriggio Amanda lo trascorse all'insegna dello shopping sfrenato, come da programma. Ovviamente c'era il suo immancabile braccio destro, Becky, incaricata di trasportare le buste più pesanti, e anche Laura, migliore amica di Amanda. Era una ragazza slanciata, dal corpo longilineo e tratti del viso orientali. I capelli neri facevano a cazzotti con quelli biondo platino di Amanda. Entrambi però erano lisci e ben curati.

You're the cure, you're the pain. || Liam Payne.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora