○La fine dell'epoca tribale e Jabiel I○

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La tetrarchia arrivò ad una crisi nel 3223 p.F con la divisione tra i Tetrarchi del nord (Jasia e Moria) e quelli del sud
(Arangesia e Blasia) sulla decisione di muovere l'esercito contro i popoli volsi che in quel periodo occuparono la penisola di seysnousille avvicinandosi pericolosamente ai possedimenti meridionali dei Mori.

Quest'azione però richiedeva ingenti quantità di truppe che tutti i tetrarchi avrebbero dovuto fornire, i tetrarchi meridionali si mostrarono ben disposti a fornire le truppe, quelli settentrionali
Invece si rifiutarono di inviarne; lasciando così le sole armate meridionali ad occuparsi dei volsi.

Le armate meridionali riuscirono a tamponare le avanzate volse ottenendo un patto di non belligeranza e ritornarono in patria trionfanti, ma adirate con i tetrarchi che non  potevano pagare i loro servizi.

Le armate si abbandonarono ad eccidi e razzie nel meridione senza che i tetrarchi potessero agire in alcun modo, i tetrarchi meridionali chiesero aiuto alle tetrarchie del nord che si rifiutarono di aiutarli lasciando che le armate distruggessero intere città.

Una volta soddisfatti i soldati si diressero alle capitali e giurando fedeltà ai tetrarchi ottennero il perdono, i tetrarchi meridionali con l'esercito ora a loro fedele mossero guerra ai fratelli settentrionali gettando la tetrarchia nella guerra civile rendendo il governo centrale un entità che non aveva più potere e lasciando la popolazione in balia delle guerre.

La guerra civile durò decennni, anni in cui i tetrarchi non riuscivano ad arrivare ad un compromesso e gli eserciti si lasciavano andare ad eccidi e abusi sui popolani indifesi.

Nel 3150 p.F Il generale Jabiel Graielia comandante dell'esercito di Arangenia era l'unico che  riuscì ad accentrare del potere nelle sue mani grazie al grande ascendente che aveva sulle sue truppe (essendo il figlio dell'eroe di guerra Graiel Graielia che portò le armate alla vittoria contro i volsi) riuscì a mantenere il controllo della penisola di Arangenia dove diede un posto sicuro in cui scappare ai popolani ,Mori e Flumeniani, senza fare differenze.

Nel frattempo cercò di trovare alleati e li trovò negli Arangi che si erano rifugiati sulle isole ad est di Fluver,inviò loro una lettera di alleanza in cui prometteva agli Arangi di riportare l'ordine e che avrebbe reso i flumeniani di nuovo liberi, gli Arangi accettarono e inviarono uomini e navi in aiuto al generale.

Dalla penisola di Arangenia dilagarono le truppe jabieline che conquistarono l'intero tetrarcato in pochi mesi, passarono poi per il corridoio del Fulgidrak sbaragliando le truppe More già impegnate a sedare le rivolte blaese sul delta del Belue, le truppe Jabieline arrivarono quindi al delta unendosi ai rivoltosi e portando I ribelli alla vittoria.

Dell'entrata di Jabiel nel delta del belue abbiamo una descrizione postuma da parte di uno scriba Blaeso senza nome:

"Ed arrivò equestre e di sangue moro coperto il generale de la liberazione che i tetrarchi aveva sconfitto
'Gioite, Gioite!' urlava 'perché da oggi siete uomini liberi' e liberi fummo perché il militante che ci comparse d'avanti era l'omo dei Flumi erede"

Dopo la conquista di Blaesia Jabiel si diresse verso nord, separò il suo esercito mandando avanti le truppe Arangenie affaticate e stanche mentre lui con il nuovo esercito blaeso si diresse verso la piana d'Auremia.

Arrivato alla piana incontro l'esercito moro che lo stava aspettando, la battaglia durò a lungo ma l'esercito che mandò avanti  conquistò Moresia capitale del Tetrarcato e tornò indietro ad aiutare l'esercito Jubielino prendendo l'esercito nemico in una morsa a tenaglia e trucidandolo, si stima che più di 20.000 soldati mori siano morti solo in questa battaglia.

L'ultima tetrarchia rimasta fu quella di Jasia che però si arrese non appena gli arangi sbarcarono nel bassopiano e il tetrarca si consegnò nelle mani di Jabiel.

Jabiel si recò a Moresia convocando i nuovi capi tribù Flumeniani incoronandosi "Re Flumei" con la benedizione dei capi tribù Flumeniani che lo cinsero di un diadema, un bracciale e un anello in oro doni portati per ringraziarlo della liberazione del loro popolo.

Dopo l'incoronazione il re convocò la "satisfactio raegent" per punire i tetrarchi e tutti e quattro scelsero il suicidio ponendo la parola fine alla dittatura tetrarcale dei Mori.

Abbiamo diverse descrizioni dell'Incoronazione ma una sola conteneva il discorso di "apertura" del regno molto probabilmente perché l'unica ufficiale, ne è una prova il fatto che fu l'unica arrivata a noi quasi del tutto intatta.

"I Moresin, flumi raegaent chosunt ed  dominio terrae thers gavent, I glorificae flumi willer et raego dominio flumenico"
Questo fu il discorso scritto dallo scriba Arangi traducibile in:

"Io moresini,fui scelto dai flumi come reggente e mi diedero le loro terre, e Io rispetterò il loro volere reggendo il territorio flumeniano"

Solo che in tutte le altre versioni non ufficiali il "Moresin" era scritto come "more sin" ovvero "io che sono moro" questo semplice errore portò alla nascita del nome Moresini che divenne il cognome con cui verranno conosciuti i discendenti di Jabiel dando vita alla dinastia dei Moresini.

●Il regno di Jabiel Moresini●

Jabiel Moresini regnò per circa 20 anni come "Rex Flumei" ovvero "Re in vece dei Flumi" si dimostrò un re paziente e umile.
La sua sposa La principessa Elea dei Vanasu, fu una consorte mite e accondiscendente e diede alla luce nel 3145 p.F un erede Jabiel II Moresini per poi spegnersi a causa delle complicanze del parto.
Dopo Elea Jabiel non si risposò preferendo la compagnia di Concubine.
Cerco di stabilizzare il regno ottenendo tregue con le popolazioni vicine e alleandosi al vicino regno vanasu grazie al suo matrimonio con Elea.
Non aveva un modo di governare autarchico accettando di buon grado i consigli dei capi tribù che lo affiancavano durante ogni evento o riunione politica.
La monarchia da lui fondata si basava sul diritto-divino del monarca puntando sulla fedeltà dei sudditi verso gli dei flumi il cui culto era relegato ai soli abitanti delle sponde del belue,dell'Arangea e dello Javio che componevano la maggioranza della popolazione.

Statua di Jabiel I Moresini scolpita millenni dopo sotto commissione dei suoi successori.

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