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"Manuel" uno sbadiglio mi strappa la bocca "non possiamo andare avanti così... io ho bisogno di dormire..."
"ma tu pensi che a me faccia piacere dover chiamare te ogni volta?" mi guarda malissimo mentre si risistema nel letto.
"No, non dico questo..."
"Te facilito il lavoro Simò e o dico io... ma?"
Sospiro infilandomi sotto le coperte vicino a lui "ma" gli bacio piano piano la mandibola "mi sa che sta barba te la devi proprio togliere..."

Avverto il terrore nei suoi occhi anche se non ci stiamo guardando. Mi viene quasi da ridere ma non posso percularlo così... per ora.
"Damme 48h Simò!" è disperato "due giorni non uno di più! Vediamo prima come va fino a dopodomani e se non cambia niente ti giuro!" per poco non mi tira un ceffone in faccia per battersi una mano sul petto "te-lo-giuro" scandisce "che radiamo via tutto!"

"Tu lo sai che io poi mi divertirò tantissimo ad improvvisarmi barbiere, si?" ridacchio sfregandomi contro il suo viso ruvido.
"E tu lo sai che..." le sue dita si insinuano nel retro del mio pigiama facendomi trasalire "se dovessi toglierla non potrei più lasciarti i segni che tanto mi chiedi quand-"
Il palmo che gli sbatto sulla bocca interrompe per tempo l'ennesima porcata non sollecitata che stava per rivolgermi.
"Sei un cafone"
Borbotta qualcosa che somiglia vagamente ad un "fanculo" e poi mi mordicchia tra anulare e medio.

Siamo uno difronte all'altro e la luce dell'abat-jour dal mio lato del letto si riflette nei suoi occhioni che ora mi fissano quasi offesi.
"Non guardarmi così! Tu sei un cafone!"
Continua a tratteggiare con i polpastrelli le ultime vertebre della mia schiena. Si spinge fino al coccige e appena più giù, poi, come sente il respiro mozzarsi, risale lasciandomi solo migliaia di brividi addosso.
Quel sorriso beffardo che sento accennato sotto la pelle mi fa roteare gli occhi fino al cielo.

Morde con più forza le dita che sono costretto a togliere per non rischiare la mutilazione "Ma sei stronz-"
"Simò" la pacca sul gluteo plana leggera come un primo avvertimento "è vero, so cafone e so stronzo, ma me pare pure che queste siano tutte cose che a te piacciono... o sbaglio?"
Arrossisco un po' e cerco di girarmi dall'altro lato del letto.
La mano sulla schiena è sempre lì, ferma e presente e un'altra arriva prontamente a tenermi bloccato il viso.

"Allora" con l'indice comincia a carezzarmi la bocca mentre si fa sempre più vicino "sbaglio?"
Abbasso gli occhi verso le sue labbra e intercetto il momento in cui fa scorrere la lingua sopra per inumidirle.
Il mio cervello si scioglie in un attimo.
"Simone?"
Uh?
"Uh?"
"Sto ancora aspettando una risposta..."
Ahia.
Il secondo colpo dato nel medesimo punto di prima ha perso la delicatezza del precedente e ha più il peso di un richiamo alla realtà.
Che effettivamente funziona.

Sbatto un paio di volte le palpebre e faccio incontrare di nuovo gli sguardi cercando di mantenere un minimo di stabilità nella voce "no... non sbagli. Mi piacciono molto."
I nostri corpi aderiscono l'uno con l'altro.
"Tu" prende fiato come se dovesse andare in apnea "tu mi mandi fuori di testa" e, anche se la terza botta sul sedere la ricevo sempre io, è evidente dal sospiro che si lascia scappare che questa volta sia più una sollecitazione rivolta a se stesso che a me.
"Se preferisci dormire dillo ora..." mi avvisa continuando a carezzarmi.
Dormire?!
Apro impercettibilmente le labbra ed è tutta la risposta che gli serve.
Le dita che percorrevano il contorno della bocca vengono spinte con forza dentro e ora non ho più bisogno che mi dica nulla.
So gia benissimo io cosa devo fare.

Still crazy after all these years. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora