Non voglio uscire.
Mi sento osservato e sento che oggi nulla andrà per il meglio. Fortunatamente oggi è domenica, non c'è scuola, quindi ho tutti i motivi per rimanere a casa. Mamma è andata ad un colloquio di lavoro, chissà che non la prendano. Papà è uscito per una riunione di lavoro.
Sono solo.
Sento degli spifferi d'aria gelida provenienti dalla finestra, nonostante sia chiusa. Diamine, quando la ripareranno 'sta cosa? Il tempo oggi è dei peggiori, il meteo prevede grandine entro stasera. Un altro buon motivo per rimanere a casa.
Ma io voglio davvero rimanere qui?
Almeno là fuori c'è gente, non sono da solo come qui. Certo, tutte le entrate sono chiuse, di cosa mi preoccupo? Forse ho solo bisogno di una bella cioccolata calda.
Scendo dal letto perennemente freddo e mi dirigo verso la cucina. Apro lo sportello e trovo la tanto cercata scatola marchiata Ciobar.
È da tanto che non preparo della cioccolata.
Il Ciobar è pronto in pochi minuti. Ha un buon odore, ma non riesco a sentire bene gli odori, a causa di un leggero raffreddore preso ieri...mentre scappavo da Lei.
Verso la cioccolata in una tazza, ma aspetto un pò prima di berla, perchè è bollente.
*tumb tumb tumb*
Sento dei passi, insieme agli scricchiolii del parquet.
Sarà...Basta, sto diventando matto! Sicuramente mi sto immaginando tutto a causa delle mie fissazioni e...
*crack*
Vetro che si rompe. Ok, questo sono più che certo di averlo sentito bene. Un ladro? Prendo un coltello dal cassetto e salgo pian piano le scale, attento a non farmi sentire.
Il rumore viene dalla mia stanza.
In camera mia non c'è nulla di valore, cosa diavolo vogliono?
Il cuore batte all'impazzata, non sono mai stato un ragazzo coraggioso.
*sbum crash*
QUELLO era il rumore della mia abat-jour in frantumi, ne sono sicuro.
Apro la porta di scatto e chiudendo gli occhi scuoto il coltello avanti a me nella speranza di colpire l'intruso, gridando cose senza senso. Cosí per una manciata di secondi, poi mi fermo tenendo gli occhi chiusi.
Silenzio.
Li riapro lentamente.
La mia stanza è un disastro e al centro la figura esile che tanto evitavo.
Gesú santissimo, ecco la stalker!
Aggrotto la fronte tenendo gli occhi spalancati su di lei, che mi fissa inespressiva. Dopo poco sposto gli occhi al suo fianco, dove la mia "ex" lampada giace a terra completamente a pezzi.
-È caduto da solo quello stupidissimo affare- mormora.
-Oh, bè, sai com'è, gli oggetti si spostano da soli ormai, cosa di tutti i giorni!- esclamo con evidente sarcasmo.
Poi alla fine lo noto nella sua mano.
Il mio libro.
Il libro della biblioteca.
Il libro che lei stessa mi ha "consigliato".
Era nel mio comodino sotto l'abat...Ah, ecco spiegato l'oggetto rotto.
-Perchè stai rubando un libro che tu stessa mi hai consegnato?- chiedo ormai al limite della pazienza.
Non so cosa mi stia trattenendo dal chiamare immediatamente la polizia.
Lei aggrotta la fronte, quasi non capisse.
-Se avessi voluto rubare qualcosa tu a quest'ora saresti ancora al piano di sotto, ignaro di tutto-
Si avvicina a me. Mi...odora?
-Mmm! Profumi di cioccolata!- esclama contentissima.
Poi mette il broncio.
-La voglio anche io!-
Ah, bene, una stalker psicopatica entra in casa mia da...non so dove, cerca di derubarmi e di distruggere la camera e ora si permette pure di chiedermi di servirle la merenda?!
-Tu sei completamente fuori! Si può sapere da dove sei entrata?!-
Sul viso compare il suo solito sorriso.
-Se mi offri la cioccolata...Risponderó ad ogni tua domanda-
Che?!
-Stai scherzando spero-
Il suo sorriso si allarga.
-I patti sono patti-
Sospiro.
Devo essere malato a fidarmi di questa qui.
-Da questa parte- le faccio cenno di seguirmi.
Il suo sorriso insano scompare, facendo spazio ad un sorriso da bambina viziata che viene accontentata per l'ennesima volta.
Scendiamo insieme le scale e andiamo in cucina.
-Mi ci vorrà un pò per prepararla...Devi attendere qualche minuto...Siediti pure in uno di quei sgabelli-
La mia buon'educazione ha la meglio. Per un attimo mi ricorda una bambina di dieci anni felice del regalo di Natale.
Appena la cioccolata è pronta gliela porgo. Lei la accetta senza farsi troppi problemi.
-Ora posso...?- lascio la domanda in sospeso, sperando capisca.
-Cosa vuoi sapere?- chiede bevendo un sorso.
Prendo un bel respiro profondo, mi siedo su uno sgabello di fronte a lei ed elaboro mentalmente le domande da porre.
-Chi sei?-
Il suo sorriso da bambina non c'è più, una strana risata interrompe tutto. La sua.
-SAI? A VOLTE MI STUPISCO DEL FATTO CHE NON SAI FORMULARE LE DOMANDE GIUSTE!- ride.
-Cosa vorresti dire?- chiedo deglutendo.
Finisce di ridere. Torna seria.
-No, nulla- mormora
Il suo bipolarismo è a dir poco sorprendente.
-Mi chiamo Benedetta, il mio cognome è irrilevante, vengo chiamata Blessed però...Non penso ci sia qualcosa che tu non sappia sulla mia...si può definire identità?- ridacchia.
-Perché dici che il tuo cognome è irrilevante?-
Mi fissa per qualche istante.
-Perché ormai non ho più nessuno che possa testimoniarlo-
Non capisco. Rifletto attentamente...
Si starà riferendo ai suoi genitori?
-Uffaaa che noiaaa!-
La guardo, sorpreso.
Lei, notando la mia espressione, sorride, con quel suo raro e dolce sorriso da bambina.
-Facciamo un gioco!-
Finisce la cioccolata in un sorso, si alza e si mette in piedi affianco a me.
-Hide and Seek!- esclama contenta.
-Vorrai dire nascondino?-
Fa una specie di smorfia delusa.
-No! Hide and Seek!-
Ma che diavolo ha in testa?!
-Ehm...Hide and Seek e nascondino sono la stessa cosa, sai?-
Ora sembra leggermente adirata, ma di quella rabbia un pò capricciosa che hanno tutti i bambini.
-No! Nascondino è un gioco per bambini! Hide and Seek invece è un gioco per grandi! Sono due cose diverse!-
Sbuffo.
-E sentiamo, cos'ha Hide and Seek che il classico nascondino non ha?-
Sorride e per un attimo mi fa rabbrividire.
-A nascondino un bambino conta fino a dieci, dopodichè cerca gli altri bambini che si sono nascosti. In Hide and Seek si conta fino a trenta e anche il resto cambia: finito di contare, il "cacciatore" durante la sua "caccia" dovrà cantare una canzone inventata da lui sul momento, fino alla fine del gioco; questo servirà ad avvertire il "nascosto" quanto è distante da lui il "cacciatore". Il "nascosto" avrà una possibilità di scappare nel caso il "cacciatore" lo scovi: dovrà ripetere esattamente l'ultimo verso della canzone cantata e finirla con un ultimo verso rimato; per vincere dovrà fare "chiesa", ovvero raggiungere il posto ove il "cacciatore" ha fatto la conta, senza farsi scoprire, e urlare: "Chiesa!". Il "cacciatore" avrà due possibilità di vittoria: far perdere al "nascosto" la ripetizione della canzone o finire la canzone, che deve essere lunga esattamente ventinove versi, e urlare: "Croce!". Il perdente dovrà fare qualsiasi cosa gli ordini il vincitore. Se il perdente si rifiuta di svolgere una qualsiasi azione ordinata dal vincitore, egli perderà qualcosa di molto importante...Il riassunto è questo-
-RIASSUNTO?! E IN PIÙ CHE RAZZA DI ROBA È?!- chiedo esasperato.
Non mi immagino allora le regole dettagliate.
-Quindi vuoi giocare?- chiede seria.
-Non ti obbligherò, ma se accetti e perdi dovrai pagarne le conseguenze...oppure vinci e riscuoti il premio-
L'idea di perdere non mi alletta...Ma se vinco potrei chiederle di lasciarmi in pace per sempre...
-Accetto-
So che me ne pentirò.

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Can you be my friend?
HorrorAlexander è un ragazzo di sedici anni con dei gusti differenti rispetto ai ragazzi della sua età: preferisce le poesie ai videogiochi, la letteratura alle ragazze. È un ragazzo solitario, ma uno strano incontro porterà novità nella sua vita in megli...