Sorride.
Sembra soddisfatta. Ma c'è un qualcosa...Penso che in fondo lei già sapesse che avrei accettato.
-Allora, chi fa la conta?- chiedo.
Il suo sorriso malsano rispunta per l'ennesima volta.
-Io, non credo tu sia ancora pronto per quel ruolo-
Batte la mani allegramente.
-Forza! Forza! Iniziamo subito!-
Corre verso un angolo della cucina. Spero che i miei genitori non rientrino per un pò.
Mi guarda incuriosita.
-~~~Forza forza! Sei pronto?~~~- cantilena.
Improvvisamente gli spifferi d'aria che mi causavano dei leggeri brividi di freddo ora sembrano essere congelanti, fatti di ghiaccio puro.
-Sí- esclamo con un tono insicuro.
Mi scruta per qualche istante, dall'alto al basso e viceversa, poi sorride.
-Facciamo che per stavolta la punizione sarà leggera- sorride con gli occhi spalancati.
Punizione?
-Che c'è? Sembra tu abbia visto un fantasma- corruga la fronte sorridendo.
Il fantasma ce l'ho di fronte in effetti, grazie per avermelo fatto notare.
-Non avevamo parlato di puni...-
-Iniziamo!-
Mette la testa contro l'angolo. Si gira un attimo.
-Inizierò a contare, qualsiasi trasgressione delle regole sarà punita- mi fulmina con lo sguardo.
-Ma...veramente io vo...-
-Uno!-
Inizia la conta non facendomi finire. Conta al tempo giusto, senza essere nè troppo lenta, nè troppo veloce. Sembra tenga molto anche a questo genere di particolari.
-Tre!-
E io ora dovrei sbrigarmi.Mi allontano da lei ed esco dalla cucina, chiudendo la porta: cosí non dovrebbe sentire le porte che aprirò.
Faccio mentalmente una mappa della casa pensando al miglior nascondiglio:
Bagno? No, troppo semplice.
Cucina? Mica posso tornare dentro!
Camera da letto? Non ho nascondigli!
Garage? Non ho le chiavi per aprirlo!
Soggiorno? A meno che non mi nasconda sotto un tappeto non penso ci sia altro da fare.
...
Sono fottuto.
Salgo le scale sperando che mi venga un'idea dal nulla, e in effetti fu cosí: la mansarda! C'è molto buio, ma in camera dei miei ci dovrebbe essere una piccola torcia. Apro la porta dei miei con estremo silenzio, c'è un casino tremendo: letto disfatto, bottiglie di birra sparse per terra e nei comodini e della biancheria sparsa qua e là nella stanza; con questo disordine sarà difficile trovare un oggettino piccolo quanto la torcia di mia padre. Guardo un pò in giro per la stanza, cercando di "schivare" le bottiglie di birra: le pareti sono abbastanza sottili, quindi anche una sola bottiglia di birra che si rompe attirerebbe l'attenzione di Blessed.
Guardo velocemente nei comodini e con un pò di fortuna riesco a trovare la torcia.
Peccato che ora non mi servirà a nulla.
Sento cantare.
Non riesco a capire bene le parole perchè è distante...Ma lo sento. Sta salendo le scale. È sempre più vicina. Al posto di venire qua fortunatamente è passata in camera mia.
Mi devo nascondere.
Cazzo...Non posso nascondermi sotto il letto...Sarebbe prevedibile...Almeno per lei.
Aspetta.
C'è lo sgabuzzino! Si trova dentro la stanza...Una stanza dentro una stanza...Mio padre lo usa per metterci quegli aggeggi tecnologici per pc.
Individuo la porta che si trova esattamente alla mia sinistra e quasi correndo mi dirigo verso essa. Dimenticandomi però delle bottiglie sparse per terra. Con una gamba ne spingo una, che cade sul pavimento ormai distrutta, facendo un baccano infernale. Apro immediatamente la porta ormai di fronte a me e la richiudo con la stessa velocità.
Sento dei passi dentro la stanza.
È già dentro.
-~...e ovunque andrai io ci sarò,
come un ombra attaccata al suo corpo.
Luce o ombra che sia,
mi ritroverai alle tue spalle a guardarti insistentemente.
Quando i nostri sguardi si incroceranno tu scapperai di nuovo via?...~-
Sta cantando una canzoncina macabra, non per le parole, che anzi potrebbero essere di una canzone d'amore, ma per il ritmo lento e straziante e per il tono di voce lievissimo.
I passi si avvicinano sempre di più, fino ad arrivare di fronte alla mia porta.
Se apre la mia porta è finita, lo sento, per favore vattene da un'altra parte.
La sento ridacchiare leggermente, per poi riprendere a cantare come prima.
I passi si allontanano sempre di più, fino a non sentirli più. Sento solo la sua voce lieve ormai distante da qui. Apro lentamente la porta e mi guardo in giro: la porta della stanza è mezza aperta e non si vede Blessed, ma si sente ancora una lieve voce...quasi stesse cantando sussurando. Facendo piano e attenzione mi dirigo verso la porta di uscita dalla stanza dei miei.
Non ho fatto nessun rumore e sono uscito dalla porta indenne. Tiro un sospiro di sollievo.
-~...ora siamo in un vicolo cieco,
devi girarti per forza a parlarmi,
sembri impaurito,
ora che ti ho trovato non scapperai più da me~-
Mi giro di scatto.
Nascosta dietro la porta mezza aperta, seduta in quell'angolino, Blessed mi guarda sorridendo.
Cazzo.
Continua a guardarmi aspettandosi la risposta, la mia risposta.
-Ehm..."Ora che ti ho trovato non scapperai più da me"...-
Pensa veloce Alex, pensa...Cosa fa rima con "me"?
...!
-...Col cazzo! Ora me ne vado da te!-
Blessed sembra sorpresa per qualche secondo, poi sorride.
-Hai un vantaggio di dieci secondi a partire da ora-
Non me lo faccio di certo ripetere due volte.
Corro verso le scale.
...2...3...
Finito di scenderle corro verso la cucina.
...4...5...
Apro la...Ehy, la porta è chiusa.
...6...7...
Ma come...Le chiavi per chiudere le ha solo mia madre, è impossibile.
...8...9...
Sento scendere le scale.
Forse riesco a nascondermi qua da qualche parte e...
-~Croce~-
Girandomi di scatto ormai ritrovo Blessed ridendo nel suo solito modo. Si avvicina a me continuando a ridere.-~E ora è il momento della penitenza~-
STAI LEGGENDO
Can you be my friend?
TerrorAlexander è un ragazzo di sedici anni con dei gusti differenti rispetto ai ragazzi della sua età: preferisce le poesie ai videogiochi, la letteratura alle ragazze. È un ragazzo solitario, ma uno strano incontro porterà novità nella sua vita in megli...