"Simo' spegni sta cazzo di sveglia"
Un suono lontano e indistinto, aggiunto alla voce "stranamente" seccata del suo ragazzo lo risvegliano dal sonno profondo in cui erano caduti entrambi solo poche ore prima.
Il tutto seguito da una gomitata nelle costole e un calcio dritto sugli stinchi ben assestati da Manuel, che si stacca dall'abbraccio in cui erano stretti fino a due secondi prima, afferra il cuscino e se lo stringe forte attorno alla testa per tapparsi le orecchie e tornare a dormire, o almeno a provarci.Simone d'altro canto riemerge dalle coperte sotto le quali era seppellito solo per raggiungere a tentoni il suo telefono, che giaceva abbandonato sul comodino, e ancora ad occhi chiusi clicca ovunque sullo schermo per fermare quel suono assordante e tornare anche lui tra le braccia di Manuel.
Molto presto però si rende conto di aver fallito nel suo intento perché quel maledetto rumore continuava a perforare i timpani di entrambi e non sembrava voler smettere.
Poi, all'improvviso, come se qualcuno lo avesse schiaffeggiato ripetutamente in faccia, alza il busto di scatto e capisce, finalmente, che quel suono non proveniva affatto dal suo telefono- perché quando mai aveva impostato una sveglia di domenica mattina alle 9 in una giornata in cui erano completamente da soli a casa?- bensì dal campanello. E questo significava che attualmente c'era un poveretto ad attendere, davanti la porta di casa sua, che qualcuno gli aprisse. Che fosse suo padre di ritorno dall'ennesimo viaggio a Napoli? Oppure sua nonna che tornava da casa del professor Attilio? Come mai in quella famiglia nessuno portava mai le benedette chiavi con sé?
"Cazzo cazzo cazzo cazzo"
Urla, precipitandosi fuori dal letto per raggiungere l'ingresso, rischiando nel percorso di portarsi dietro tutte le coperte del letto- scaturendo un insulto borbottato da Manuel-, di ruzzolare giù dalle scale e di rompersi un piede addosso al mobile in salotto. Alla fine riesce ad arrivare alla porta, aprendola di scatto senza degnarsi nemmeno di controllare chi fosse dallo spioncino, contando che si trovava ancora in pigiama, a piedi scalzi, i capelli disordinati e sparati da tutte le parti."Una consegna per... Simone Balestra"
Un postino sulla quarantina compare nel suo campo visivo, una piccola bustina bianca di carta in una mano e una cartellina nell'altra. Nonostante l'attesa a cui lo aveva sottoposto non sembrava spazientito, solo leggermente bisognoso di andarsene a causa delle altre consegne da effettuare.
"Mh si, sono io" riesce a balbettare, ancora con un occhio chiuso e uno aperto quello che bastava per vedere il fattorino davanti a se.
Quest'ultimo gli porge la bustina bianca che teneva in mano, e poi la cartellina con un modulo al suo interno."Mi serve solo una firmetta qui"
Simone compie i suoi gesti come un automa e mentre lascia la sua firma sul modulo scorge la scritta che campeggia al centro del foglio.
"TicketOne"
Ok, ora è decisamente sveglio.
"Perfetto, arrivederci"
"Arrivederci, e scusi per l'attesa" sussurra sbrigativo, grattandosi anche il retro della nuca, leggermente in imbarazzo. Il problema però ora era nascondere al volo quella busta prima che Manuel scendesse al piano inferiore.Sicuramente quando Simone aveva fatto quell'acquisto, un regalo per inciso, l'ultima cosa che si aspettava è che sarebbe arrivato così in fretta, così in largo anticipo (dato che sul sito era chiaramente scritto a caratteri cubitali che ci potevano volere anche mesi e mesi di attesa) e che, cosa più importante, sarebbe arrivato proprio quando l'unica persona che non doveva sapere di quel regalo era proprio quella che stava dormendo in quel momento nel suo letto.
"Porca troia no!" Riesce a sussurrare in preda al panico, proprio quando sente i passi di Manuel scendere le scale come un forsennato.
E più velocemente di quanto si aspettasse se lo ritrova davanti, che lo scruta ancora terribilmente assonnato.
"Non era la sveglia"
Non è una domanda la sua, solo una constatazione ovvia.
"No, era il campanello"
Riesce a dire, la piccola bustina bianca che stringeva forte nelle mani era nascosta dietro la sua schiena e stava già iniziando a stropicciarsi.
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Di ti amo velati e ti amo detti
Fanfic5 volte in cui Manuel dice a Simone di amarlo senza dirglielo, + 1 volta in cui glielo dice veramente.