Giulia.
Caro diario, vorrei riuscire a parlare con gli altri come faccio con te, perché mi risulta così difficile mettermi a nudo?
sai, stanotte ho avuto un incubo, uno di quelli che poi ti lasciano una strana sensazione per tutta la giornata, uno di quelli che ricordi a malapena ma che ti si cuce addosso come una seconda pelle, ti rabbuia lo sguardo, ti sbiadisce il colore dell'anima, un incubo che ti conosce, che parla di te.
Mi ha rovinato la giornata, a scuola durante la lezione di storia non potevo fare a meno di estraniarmi da tutto e tutti, infastidita dal blaterare dell'insegnante che interrompeva il mio viaggio verso un misero ricordo che potesse ricordarmi cosa effettivamente avessi visto di così cupo quella notte.
Ho un pò paura, è un periodo che non mi riconosco nemmeno, mi guardo allo specchio e vedo un viso stanco, ingiallito e annerito da profonde occhiaie che non ho più voglia di coprire, credo di essere diventata quella ragazza che mi guarda dallo specchio ormai ma non riesco ad accettarlo.
A scuola non ho voglia di parlare con gli altri, sembrano tutti quanti avere una vita perfetta, bei vestiti, una bella macchina e tanti amici con cui parlare...
quando è successo? quando mi sono convertita a tanto dolore e autocommiserazione?
quando ho smesso di interessarmi alla vita spensierata di tutti i giorni?
Credo non ci sia qualcosa di più brutto che guardarsi allo specchio e non apprezzare ciò che si vede, e non certo per l'aspetto più o meno bello che abbiamo, tanto per l'espressione e lo sguardo dietro il quale si celano ricordi e vissuti che non sono degni di essere raccontati e che nascondiamo per vergogna anche quando non ne siamo stati gli artefici ma solo obbligati spettatori, finiti lì per un qualche giro cosmico che non riusciremo a spiegarci ma che sinceramente poco importa perché il risultato ottenuto è lo stesso, un infinito vortice di ricordi, di scene che ora nulla vorremmo se non modificare, tagliare o eliminare quasi come fossero scene di un film, un film che invece è una vita vera dalla quale non si può scappare e certe cose devi tenerle dentro e confrontarle solo con quella persona che ti fissa allo specchio, con uno sguardo che però non riesci a sostenere tanto è il bisogno di aiuto che ti comunica, e quindi va bene così, va bene perché non sei capace di chiedere scusa a quella ragazza che ti supplica di smetterla di farle del male.
No, non ci riesco, e posso dirlo solo a te e sono una sciocca e anche questo non fatico ad ammetterlo ma non riesco a perdonarmi, non riesco a ricongiungermi con me stessa posso solo mortificarmi per non essere stata in grado di fermarmi, di capire quando sarebbe stata ora di scappare, di smetterla di tapparmi le orecchie e rintanarmi sotto le coperte e rispondere a quelle urla con forza e determinazione, avrei dovuto accarezzarmi la pelle del volto, calda per le troppe lacrime che l'avevano percorsa, anch'esse quasi disturbate dal loro ruolo, avrei dovuto dare pace alla mia collera, tramutare la mia rabbia in coraggio, ma ero solo una bambina, ero solo una bambina.
E ora?
Pensi sia normale continuare a barcollare nel buio? ripudiare i miei pensieri che stanno iniziando a spaventarmi, e no, questi non li racconterò nemmeno a te.
Sto cercando una connessione, un magnetismo, una conversione dei miei pensieri che sto cercando di nascondere da me stessa, perché voglio proteggermi, insomma, ci rendiamo conto dell' assurdità di quello che sto dicendo? sto seriamente parlando di proteggermi da me stessa? ebbene si.
Sai cosa si prova ad aver timore della propria persona? giocare a nascondino con se stessi, essere sia il lupo che cappuccetto rosso allo stesso tempo e non riuscire più a comprendere da quale delle due versioni di te stesso ti stia nascondendo.
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Metti a letto il mostro
Mystery / ThrillerGiulia vuole solo andare avanti, lo vuole più di ogni cosa, eppure c'è un mostro che la tormenta, un mostro potentissimo che le impedisce di uscire dal vortice dei suoi ricordi.