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25

La luce che filtrava dalla finestra era talmente forte che riuscì a svegliarmi.

Eravamo andanti a dormire alle prime luci dell'alba, tra balli, vino e musica.
Mi svegliai completamente quando tastai l'altra parte del letto e scoprii che era vuota, Dusan non c'era.
Entrando in bagno, ancora assonnata e con un nido in testa, mi specchiai nel gigantesco specchio sopra al lavandino. Era talmente grande che quasi non vidi la scritta all'angolo del vetro "Non preoccuparti non sono scappato!
Indovina dove sono e raggiungimi fidanzatina"

Per scrivere aveva distrutto il mio rossetto preferito, Rouge Allure di Chanel.
Una volta raggiunto lo avrei strangolato, poco ma sicuro.

Rileggendo quello che aveva scritto mi ritornò in mente ciò che era successo ieri.

Flashback

Erano le prime ore del pomeriggio e dopo aver assistito alla cerimonia e aver pranzato ci stavamo spostando verso il giardino, lasciandoci alle spalle la sala ricevimenti dell'Hotel, illuminata da luci soffuse e decorata nelle morbide tonalità del verde, bianco e oro.

«Dusan è un po' ambiguo, avete litigato?» mi raggiunse Matilde.«Penso che sia solo stanco» mi girai verso di lei «In realtà non abbiamo parlato molto, lo hanno praticamente rapito» lo guardai da lontano, torreggiava sulla maggior parte degli invitati, aveva in mano un cocktail analcolico e parlava animatamente con degli amici dello sposo.

Trovò subito il mio sguardo e mi sorrise.
«Lo stai mangiando con gli occhi»
«Probabile» riportai la mia attenzione su Matilde.
«Mi correggo» spostò il suo sguardo su Dusan «Vi state mangiando con gli occhi»

Poco dopo vidi che liquidò i ragazzi e ci raggiunse. «Quando si balla?» il modo in cui parlava, il suo accento, mi faceva morire.

Era troppo buffo.

«Appena Desiree farà il cambio d'abito» gli sorrise Matilde.
«Allora ho tutto il tempo per fare una cosa» si avvicinò «Alzati» mi sussurrò all'orecchio.
«Dusan!» «Ma ti pare il momento?» lo interruppe Matilde.
«Non è quello che pensi tu» alzò gli occhi al cielo.
«Sei ubriaco con l'analcolico?» lo punzecchiò ancora la mia migliore amica.
«Tu magari» guardai con attenzione lo scambio di battute tra i due.
«Tienimelo» Mi sfilai il blazer e lo passai a Matilde, poi mi alzai e guardai Dusan incuriosita.

Nell'ultimo periodo le cose tra noi andavano più che bene, la mia partenza era imminente ma la cosa non mi preoccupava più come prima.
Ora riuscivo a vivermi il momento, senza pensare ad altro.

Insieme, ci avviammo lungo il sentiero pavimentato finché non arrivammo all'entrata dell'Hotel. Dusan mi rivolse un sorriso timido da sopra la spalla mentre passavamo nella hall per andare verso una porta in legno dove vi era una grande chiave rossa nella serratura.

Ero confusa.

Aprì la porta, mi lasciò passare e ciò che vidi mi fece dubitare fortemente di come le mie gambe potessero ancora reggermi o di come il mio cuore riuscisse ancora a pompare sangue nel mio corpo.

Era un pazzo.

La stanza era sommersa dai miei fiori preferiti, rose bianche e margherite. Le luci soffuse creavano un'atmosfera romanticissima e in mezzo alla stanza c'era una piccola parte di pavimento lasciata vuota, priva di fiori.
Mi girai verso Dusan e nonostante indossassi i tacchi, ero più bassa di lui, che torreggiava su di me «Cosa significa tutto questo?» mi tirò delicatamente a sé, stringendomi le mani «Vieni» fece scivolare una mano sulla mia schiena nuda e io gli cinsi la vita con un braccio, emettendo un sospiro tremante.

Raggiungemmo il centro della stanza, uno di fronte l'altra.
Poi iniziò a parlare.
«Non sono bravo in questo tipo di discorsi. Non so mai quale sia la cosa giusta da dire o come spiegare ciò che sento» gli sorrisi.
«Ma ora so com'è stringerti tra le braccia, che aspetto hai quando lasci cadere la maschera. Quando non nascondi le emozioni che sembrano terrorizzarti, sei la più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita» Mi cinse il viso con una mano «Ci sono centinaia di ragazze che possono adeguarsi alla mia vita, ma tu sei l'unica che si adatta a me perfettamente. Per quanto siamo diversi, so di avere più di una cosa in comune con te»